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Magliana: Ucciso in auto davanti all’asilo dei figli, 3 fermi

Freddato con diversi colpi di pistola davanti all’asilo dopo aver accompagnato le figlie

Sono passati cinque anni, ma sono stati arrestati i mandanti e il killer di Andrea Gioacchini, 34 anni. Arrivata la svolta nelle indagini sull’omicidio avvenuto nella mattina del 10 Gennaio 2019 a colpi di pistola mentre si trovava in auto insieme alla compagna, di fronte all’asilo, di Via Castiglion Fibocchi, in zona Magliana, dove l’uomo aveva appena accompagnato i figli.

Su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Roma, la Dia, centro operativo di Roma, la squadra mobile della questura di Roma e il Nucleo investigativo dei carabinieri di Roma hanno eseguito il decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Ántimafia di Roma, seguito dall’emissione delle ordinanze cautelari coercitive da parte dei giudici per le indagini preliminari competenti in relazione al luogo di esecuzione dei fermi, nei confronti di U.D.G (classe 1957), E.S (classe 88) e F.O (classe 63), accusati di omicidio pluriaggravato in concorso e di porto illegale di armi da fuoco in concorso.

Sono infatti ritenuti, fa sapere la procura di Roma presso la Direzione distrettuale antimafia in una nota, rispettivamente, mandanti i primi due ed esecutore materiale il terzo dell’omicidio. Secondo gli inquirenti «in concorso tra loro, D.G e S. In qualità di mandanti, pianificavano ed organizzavano il delitto procurando il motoveicolo e l’arma da utilizzare ed ospitando in una abitazione nella loro disponibilità, nei giorni immediatamente precedenti al fatto, Olivani incaricato dell’esecuzione». Per la procura di Roma presso la Direzione distrettuale antimafia c’è «l’aggravante di avere agito con premeditazione, essendo stato l’omicidio programmato con largo anticipo in modo da essere eseguito pochi giorni dopo la scarcerazione di Gioacchini, avvenuta il 6 gennaio 2019».

Per gli inquirenti c’è anche «l’ulteriore aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva avendo commesso il fatto con modalità in concreto idonee ad evocare l’agire mafioso e ad affermare la supremazia criminale nel quartiere romano della Magliana». Le indagini sono state condotte anche con servizi di osservazione, intercettazioni, l’analisi di chat di criptofonia e avvalendosi di dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia.


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