

La delibera, in attesa dell'approvazione dell'Assemblea capitolina, si appresta a rivoluzionare il rito civile nella capitale
L’industria dei matrimoni è certamente tra le meno colpite dalla crisi che affligge l’Italia e l’Europa: le statistiche, infatti, registrano addirittura un aumento delle celebrazioni nel 2012 rispetto agli anni precedenti (indagine Istat-novembre 2013). Così il Campidoglio fiuta l’affare e punta al settore, divenuto ora oggetto della delibera “sposarsi a Roma” presentata dal consigliere del PD Fabrizio Panecaldo e in attesa del via libera del Consiglio Comunale.
Se il progetto dovesse andare a buon fine il numero di location per la celebrazione dei matrimoni civili sarebbe di gran lunga ampliato. Il Colosseo, lo stadio Olimpico, Villa Borghese sono solo alcuni dei suggestivi luoghi che potrebbero essere scenario del rito. La procedura tuttavia non si prospetta molto semplice.
Attraverso un regolamento che sarà redatto dalla giunta (tramite un emendamento di commissione che delega sindaco e assessori alla selezione dei luoghi che, previo sopralluogo, verrà resa pubblica annualmente per mezzo di avvisi dedicati) sarà possibile accreditarsi presso il Comune pagando un canone annuale all’amministrazione e mettendo a disposizione un luogo idoneo che andrà ad ampliare la rosa attuale. Il piano tariffario prevederà sicuramente delle differenze in base al luogo di provenienza dei futuri sposi (distinguo tra romani e non) e soprattutto a seconda della location decretata: cifre che rappresentano nient’altro che nuovi proventi per la Capitale.
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