Medea in Sartoria, lo spettacolo delle ex detenute di Rebibbia

In scena allo SpinTime la compagnia Le Donne del Muro Alto, per raccontare la loro verità ormai fuori le mura del carcere

Il 18 maggio 2023, presso l’auditorium SPIN TIME LABS (Via S. Croce in Gerusalemme 55), il teatro ha ospitato lo spettacolo Medea in Sartoria.

Due sarte impiegate in una sartoria clandestina, tra bottoni e colletti si interrogano sulla misteriosa vita della nuova collega arrivata dalla Romania con il suo bambino. I sogni, le paure, il razzismo, la voglia di riscatto e la rassegnazione ad un destino che sembra immutabile si confondono in un confronto ironico e amaro, che svela quanto di ognuna ci sia nell’altra.

Le Donne del Muro Alto, dirette dalla regista Francesca Tricarico, hanno deciso di realizzare una personale rivisitazione tra il serio e il faceto del mito di Medea.

Un percorso iniziato in carcere, che dal 2020 prosegue anche all’esterno offrendo a queste donne l’opportunità di lavorare e abbattere lo stigma sociale legato alla detenzione e ancor più alla detenzione femminile.

La regista Francesca Tricarico spiega: “Abbiamo riflettuto molto su cosa portare in scena in questo nuovo anno di attività da donne libere o semilibere, su cosa abbiamo necessità di raccontare da quando sbarre e cancelli hanno smesso di fare da contenitore alle nostre prove. Sbarre che non sono mai realmente svanite poiché ci siamo ritrovate a lavorare a volte chiuse in serrature forse ancora più difficili da aprire. Il ritorno nella società civile non è mai semplice per chi ha vissuto un’esperienza detentiva, ancor di più per una donna che paga la pena due volte, per aver compiuto il reato e per essere stata una donna ad averlo compiuto, e con lei molto spesso pagano i figli”.

La regista Francesca Tricarico conclude: “Il teatro rappresenta uno strumento fondamentale per fronteggiare l’isolamento, la marginalità socioculturale e acquisire competenze e abilità che possono sostenere il rientro nel mondo del lavoro e quindi prevenire la recidiva. Per noi oggi è un lavoro e un’occasione di riscatto dentro e fuori le mura carcerarie”.


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