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Memoria bresciana: 1974 un anno da ricordare

Piazza della Loggia nuovo episodio della strategia della tensione

[…]  Mi resi conto che uomini avevano deciso di uccidere altri uomini. e la strage, infattiti porta a sentirti così. La strage è un processo di totale e assoluta disumanizzazione delle persone. Nella strage, diversamente dal terrorismo che ne seguirà dopo, non guarda la vita delle persone, non gli interessano le persone che vengono colpite. Gli interessa colpirne il più tante possibile, perché i corpi delle persone sono messaggi da lanciare in una duplice direzione: a chi sanno loro e noi non sappiamo e soprattutto a estendere l’elemento della paura. Le persone, quindi, sono ridotte a cose, a oggetti che servono per lanciare messaggi.” (Manlio Milani, dal Podcast di Rai Play Sound  “Tre Soldi, le vite degli altri” “Quel giorno a Brescia”).

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La bomba fascista scoppia alle 10,12 della mattina del 28 Maggio 1974, un Martedì, mentre, alla folla che riempie la Piazza della Loggia, a Brescia, il Sindacalista della CISL, Franco Castrezzati, sta ricordando la strage nera di Piazza Fontana, a Milano, del 12 Dicembre 1969. La strage che ne segue è rivendicata dall’Organizzazione terroristica fascista “Ordine Nero”, sigla con la quale agisce in clandestinità Ordine NuovoOrganizzazione fascista fondata dall’allora missino Pino Rauti, che era stata sciolta nel 1973.

La Manifestazione antifascista era stata convocata da un Comitato formato da tutti i Partiti democratici, dalle ACLI e da tutti i Sindacati.- che avevano indetto, per quel giorno, un sciopero generale provinciale – per rispondere, con la mobilitazione, allo stillicidio di aggressioni e attentati fascisti che avevano funestato Brescia in quel periodo: il 9 Maggio precedente in città, il militante fascista Silvio Ferrari, con contatti nell’ambiente dell’eversione nera di Verona e Milano, era saltato sulla sua moto mentre alle tre di notte nella cittadina Piazza del Mercato, situata a poche centinaia di metri da Piazza della Loggia, stava innescando una bomba che lui stesso aveva assemblato per compiere l’ennesimo attentato.

“La pioggia è fascista” –

quel Martedì 28 Maggio a Brescia, piove. Manlio Milani e la moglie Livia Bottardi stanno andando, insieme, verso Piazza della Loggia per la manifestazione antifascista. Ad un tratto Livia dice al marito: “Guarda che la pioggia è fascista”. E lui le chiede: “Perché dici così?”. “Perché” – risponde Livia – “la pioggia può diminuire la partecipazione”. E invece, quando arrivano in Piazza della Loggia, Manlio e Livia scoprono che la Piazza è piena, che ci sono tutti.

Dopo la bomba, Manlio tornerà a Piazza della Loggia: “Non me la sono sentita di tornare subito a casa”, dirà. Livia, invece, resterà stesa sul tavolo dell’Obitorio cittadino, insieme ad atri sette corpi senza vita, come il suo: i suoi amici e compagni del Sindacato Scuola della CGIL e di tante lotte. Aveva solo 32 anni.

A Piazza della Loggia, quel Martedì 28 Maggio 1974 moriranno per quella bomba fascista: Giulietta Banzi Bazoli di anni 34, Livia Bottardi Milani di anni 32, Clementina Calzari Trebeschi di anni 31, Euplo Natali di anni 69, Luigi Pinto di anni 25, Bartolomeo Talenti di anni 56, Alberto Trebeschi di anni 37, Vittorio Zambarda di anni 60 e 102 saranno i feriti. (Luigi Pinto morirà qualche giorno dopo, il 1° Giugno, Vittorio Zambarda, il 16 dello stesso mese).

Piazza della Loggia, Brescia, 28 Maggio 1974, anomalie di una strage:

Prima anomalia – subito dopo lo scoppio della bomba, la polizia carica i manifestanti presenti in un lato della Piazza. Le cariche sono fermate da alcuni sindacalisti;

Seconda anomalia: alcuni giorni dopo la strage, la Digos bresciana effettua perquisizioni nelle case di alcuni ex partigiani;

Terza anomalia: appena Piazza della Loggia viene sgomberata i Pompieri ricevono l’ordine di lavare tutta la Piazza, eliminando così, tutte le tracce utili alle indagini. I pochi referti, raccolti in precedenza, verranno messi in un sacco della spazzatura e gettati in discarica.

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In Italia, il 1974, è l’anno del Referendum sul Divorzio. A livello internazionale, il 1974 è l’anno della Rivoluzione dei Garofani dei militari portoghesi (25 Aprile) e l’anno in cui si avvia alla sua fine politica la dittatura militare dei Colonnelli greci, andata al potere il 21 Aprile del 1967.

In Italia si teme l’avvento al potere delle sinistre, segnatamente dei comunisti, e le grandi mobilitazioni democratiche di operai e studenti inquietano i reazionari di ogni risma, interni ed esteri, spingendoli a tentare di favorire – a suon di bombe collocate dai fascisti, missini e no che fossero – una svolta autoritaria, che era stata già tentata con il Golpe Borghese del Dicembre 1970; svolta che non arriverà solo per la grande forza e costanza delle mobilitazioni popolari democratiche ed antifasciste.

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Il termine “strategia della tensione” viene utilizzato per la prima volta dal “The Observer”, Settimanale domenicale del Quotidiano inglese The Guardian, in un pezzo pubblicato nel Dicembre del 1969, subito dopo la strage di Piazza Fontana a Milano.

Proprio restando al 28 Maggio e alle colonne di quel Settimanale inglese, facciamo un salto indietro di qualche anno, per ricordare la nascita di un’Idea che si è trasformata in un Movimento Internazionale chiamato Amnesty International.

Aprite il vostro giornale ogni giorno della settimana e troverete la notizia che da qualche parte del mondo qualcuno viene imprigionato, torturato o ucciso perché le sue opinioni o la sua religione sono inaccettabili per il governo. […] Il lettore del giornale sente un nauseante senso di impotenza. Ma se questi sentimenti di disgusto ovunque nel mondo potessero essere uniti in un’azione comune qualcosa di efficace potrebbe essere fatto.” (Peter Benenson, 28 Maggio 1961, The Observer)

Il 28 Maggio 1961, dalle colonne del Quotidiano inglese The Observer, l’Avvocato Peter Benenson lancia un Appello dal titolo «I prigionieri dimenticati». L’autore, indignato per l’arresto di due studenti portoghesi, «colpevoli» di aver brindato alla libertà delle colonie del Portogallo (al tempo ancora dominato dal dittatore Antonio Salazar) in un Ristorante di Lisbona, denuncia le ripetute violazioni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, proclamata dall’ONU il 10 Dicembre del 1948 ed invita i lettori ad unirsi alla sua protesta. L’effetto è imponente e del tutto inaspettato: migliaia di persone delle più diverse nazionalità si mettono in contatto con l’autore e insieme organizzano la prima campagna internazionale in difesa dei Diritti Umani. Quell’Appello è l’atto di nascita di Amnesty Internationalun’Idea che si è trasformata in un Movimento Internazionale, presente oggi in più di 170 Paesi del mondo.

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Non sembri strano questo mio accostamento di due fatti così diversi tra loro, legati insieme solo dalla data del 28 Maggio di anni differenti. La lotta che, infatti, le bombe fasciste degli anni dal 1969 in avanti tentavano di spezzare era la stessa lotta che – da 63 anni (compiuti ieri) – Amnesty International conduce. La lotta per la libertà, la democrazia l’autodeterminazione del proprio destino, la lotta per i diritti: i diritti umani, i diritti di tutti, in ogni parte del mondo.


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