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La “Fabbrica dei Tedeschi”, ovvero il lavoro che uccide
Torino, Corso Regina, 400, 6 Dicembre 2007:
“E’ una notte di dicembre. Fa freddo a Torino quando otto operai dell’acciaieria Thyssenkrupp vengono investiti da una nuvola di fuoco e olio bollente. Uno solo sopravviverà al rogo. Gli estintori che non funzionano, la prima chiamata al 118, il pessimismo dei medici, le testimonianze dei colleghi, le lacrime del superstite. E l’intera città in lutto che si stringe intorno ai familiari delle vittime mentre l’arcivescovo ai funerali grida: “Mai più morti come queste”.(https://www.raiplaysound.it/audio/2022/12/Mai-piu-Ep01-Il-rogo-e-laddio-4ff9ebac-1bce-4963-9030-78f5c2a88972.html).
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Quelle fiamme nella “Fabbrica dei Tedeschi” uccideranno sette operai: Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Bruno Santino. Il più giovane aveva 26 anni. Solo un operaio sopravviverà, Antonio Boccuzzi. Nella “Fabbrica dei Tedeschi” una strage, come si fosse in guerra.
Per non dimenticare, a 16 anni da quelle fiamme a da quelle sette vite operaie che non ci sono più.
Buona lettura.
24-25 Dicembre 1914. la Grande Guerra infuria, infischiandosene del Natale. Ma sul Fronte belga delle Fiandre, tra le trincee francesi, tedesche e scozzesi, viene decisa – dal basso – una breve tregua divenuta poi famosa come la “Tregua di Natale”, suggellata da una partita di pallone giocata nello spazio angusto di quella che i militari chiamano la “terra di nessuno”.
Il calcio, si sa, appassiona molta parte (la maggioranza) degli sportivi e non solo nel nostro Paese. Può accendere gli animi e creare rivalità acerrime che spesso sfociano in scontri fisici, anche violenti. Ma può arrivare anche a fermare temporaneamente una guerra. Non ci credete? Bene allora sotto troverete raccontata una storia che durante il Primo conflitto mondiale – complice il Natale (del 1914) – produsse una tregua agli scontri armati e propiziò tra i militari, non più nemici per un breve lasso di tempo, uno scambio di regali improvvisati e uno scontro di altro genere: una partita di pallone, giocata su quella striscia di terreno che i soldati chiamano la “terra di nessuno”. Fu una tregua nata dal basso al grido “We not shoot, you not shoot” alzatosi prima dalle trincee tedesche e poi ripreso da quelle inglesi. Una tregua mon negoziata, ma spontanea, che colse di sorpresa gli Stati Maggiori degli eserciti in lotta e che costò molto cara ai soldati che l’avevano voluta e resa concreta per 48 ore: ci furono arresti e processi delle Corti Marziali militari.
Furono i media americani a raccontare, per primi, quella storia (lo chiamano scoop). Gli inglesi, la seppero dal loro Daily Mirror dell’8 Gennaio 1915 (ma i soldati inglesi l’avevano raccontata in molte lettere scritte a casa). I tedeschi, invece, nascosero tutto sotto i loro “tappetini “che grondavano sangue (anche qui molti militari avevano scritto a casa, raccontando di quella strana partita di pallone). Un solfato tedesco, basato sul Fronte belga nei pressai di Ypres, venuto a conoscenza di quella tregua, scriverà sul suo diario “Che fine ha fatto l’onore del soldato tedesco”. Si chiamava Adolf Hitler e credo nulla altro ci sia da aggiungere.
Queste righe e quelle che seguono – che spero leggerete con interesse – mi danno l’occasione di farvi i classici Auguri di Buone Feste e per un migliore 2024, sperando che possiate passarle in serenità, avendo accanto le persone che vi sono care. La serenità e la pace sono due condizioni non solo dello spirito sempre auspicabili di cui abbiamo molto bisogno sempre, ma soprattutto oggi che alle tante guerre a “bassa intensità” se ne uniscono due di grande impatto umano, sociale e politico, quella in Ucraina e quella in Medio Oriente delle quali, purtroppo, non si vede, per il momento, una possibile fine.
In questi giorni di festa continuerete – se vorrete – a leggere le mie Note che spero possano essere utili a rafforzare in tutti noi la conoscenza della Storia e delle storie del mondo e soprattutto la determinazione ad agire per cambiare in meglio lo stato di cose presente. Dunque, buona lettura e ancora un augurio di BUONE FESTE e per un Migliore 2024
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Nel giorno di Natale del 1914 i soldati tedeschi, inglesi e francesi si fermarono, decisero di non combattere e diedero vita alla cosiddetta Tregua di Natale. Si scambiarono doni e diedero vita a una partita di calcio, la disputarono nella ‘terra di nessuno’ nei pressi della la cittadina di Yrpes, in Belgio. Il giorno seguente ripreso a combattere nella Prima Guerra Mondiale.
A cura di Alessio Morra
La Prima Guerra Mondiale è durata più di quattro anni, iniziò nell’estate del 1914, l’Italia entrò in guerra nel 1915, e finì nel novembre del 1918. Fu una guerra lunga ed estenuante che pose fine ai grandi imperi europei. I primi mesi furono durissimi, ma ci fu un momento in cui vennero interrotte le ostilità: accadde il giorno di Natale del 1914. Quando alcuni soldati francesi, inglesi e tedeschi decisero di fermarsi per un solo giorno, fraternizzarono prima di giocare anche una partita di calcio.
Gli appelli per la tregua del Natale 1914
Nel mese di dicembre del 1914 da più parti si chiese una tregua nella guerra, lo chiese anche il Papa Benedetto XV. Questi appelli ufficialmente non furono ascoltati, ma alla vigilia del Natale senza aver ricevuto nessuna autorizzazione i soldati tedeschi, francesi e inglesi decisero di fermare le ostilità. Il 25 dicembre 1914 i soldati delle fazioni opposte si salutarono con affetto, ci fu anche chi decise di scattarsi una fotografia e chi si scambiò un piccolo dono, ma anche e chi decise di giocare una partita di calcio, che in Inghilterra era già popolarissimo, ma stava diventando sport vero ovunque.
La partita di calcio giocata nella tregua di Natale del 1914
A Natale la guerra si fermò e scesero in campo in una partita due squadre nei pressi della cittadina belga di Ypres. Si giocò in quella che era definita una terra di nessuno – la ‘no man’s land – cioè lo spazio che delimitava le due trincee. Quella giornata è passata alla storia, quella partita ancora di più. Perché anche se sembra retorica vera ma i soldati in quei momenti dimenticarono tutti e si misero a correre dietro a un pallone. Il 1° gennaio del 1915 dopo aver ricevuto una lettera scritta da un medico che seguiva le truppe inglesi si parlò per la prima volta di quella partita. Ci fu poi chi disse che ufficialmente ci fu una sfida tra le formazioni di Tommy e quella di Fritz, cioè tra inglesi e tedeschi.
Negli anni poi ci sono state tante versioni, c’è chi ha riferito che i tedeschi hanno vinto quel match 3-2, ma anche chi ha dichiarato quella partita in realtà non è stata disputata perché il terreno non lo permetteva. Una verità assoluta forse non ci sarà mai, ma resta meravigliosa questa storia. Pensare a dei soldati che si fermano per il Natale e giocano una partita di calcio è una idea meravigliosamente romantica, tenendo presente poi che dal giorno successivo ripreso le ostilità.
(Fonte: www.fanpage.it)
Ugo Fanti, Presidente della Sezione Anpi di Roma Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini”