Memoria resistente: a Via Tasso

Presentato un libro per non dimenticare Pietro Benedetti, l'ebanista di Trionfale

Domenica 5 Maggio 2024 con inizio alle ore 10,30, presso il Museo Storico della Liberazione di Via Tasso,145 verrà presentato il volume di Sara Riolo, “Pietro Benedetti un ebanista abruzzese, comunista e partigiano nella Resistenza a Roma”, Marlin Editore, 2024..

Come potete leggere nella Locandina, oltre all’Autrice, saranno presenti Alessia Glielmi, Responsabile del Patrimonio Archivistico del Museo di Via Tasso, lo Storico Augusto Pompeo, che da lungo tempo si occupa di ricostruire la Storia del Forte di Bravetta e le storie dei partigiani che lì vennero fucilati e il Professor Antonio Parisella, per molti anni Presidente del Museo di Via Tasso.

Pietro Benedetti – uno dei 77 partigiani fucilati a Forte Bravetta nei 271 giorni dell’occupazione nazifascista di Roma – è stata una figura importante della Resistenza romana. Nato ad Atessa (Chieti) il 29 Giugno 1902, è stato fucilato a Roma il 29 Aprile  del 1944.

Giovane socialista, nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista D’Italia di Atessa e divenne in breve Segretario della Sezione locale. Nel Dicembre del ’25, mentre si recava in Francia, come delegato dell’Abruzzo al III Congresso del Partito a Lione, fu fermato al confine. Trovato in possesso di un passaporto falso, restò in carcere per tre mesi. Nominato Segretario della Federazione comunista di Chieti, tenne i contatti con gli esiliati in Francia. Nuovamente arrestato nel ’32, fu processato dal Tribunale Speciale fascista per la Difesa dello Stato (TSDS) e scarcerato poco dopo, grazie a un’amnistia. L’anno seguente Benedetti si trasferì a Roma, avviò un laboratorio di ebanisteria, situato al civico 39 di Via Properzio, al trionfale, dove riprese l’attività antifascista clandestina.

Dopo l’Armistizio dell’8 Settembre ’43, Benedetti diventa Commissario politico della 1^ Zona delle 8 in cui la resistenza aveva diviso la città, che comprendeva i Quartieri Prati e Monte Mario. La sua bottega di ebanista si trasformò in un luogo di riunione di giovani antifascisti e divenne centro di smistamento della stampa clandestina.

Il 28 Dicembre del ’43. Pietro Benedetti fu arrestato quando il Capo della Squadra politica della Questura repubblichina, Domenico Rodondano, scoprì alcune armi nel laboratorio di ebanisteria di via Properzio n. 39. Portato in Questura con i suoi operai e col fratello Antonio, Pietro Benedetti fu rinchiuso nel carcere di Regina Coeli e poi trasferito in Via Tasso.
Processato, il 29 Febbraio del ’44, dal Feldgeritch, il Tribunale militare di guerra tedesco, fu condannato a 15 anni di reclusione. Il 1° Aprile del 1944, in un nuovo Processo, la Sentenza fu modificata nella pena capitale.

Pietro Benedetti cadde così, a Forte Bravetta, fucilato da un Plotone della PAI (la Polizia dell’Africa Italiana) a cui i t6edeschi occupanti – in alt6ernanza con gli Agenti della Pubblica Sicurezza – facevano fare il lavoro sp orco: italiani che fucilavano altri italiani. Prima di morire Benedetti aveva scritto ai figli una Lettera nella quale, tra l’altro, affermava:

“… Una vita in schiavitù è meglio non viverla. Amate la madrepatria ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono vostri fratelli”.

Pietro Benedetti – riconosciuto “Partigiano combattente caduto” è stata conferita la Croce di Guerra al Valor Militare Alla Memoria’. Una Via di Roma e una Piazza di Atessa sono state intitolate a questo martire della libertà.

Sara Riolo, “Pietro Benedetti un ebanista abruzzese, comunista e partigiano nella Resistenza a Roma– Il Libro

Il titolo del libro rende bene l’idea del protagonista descritto in queste pagine. Pietro Benedetti, un ebanista comunista abruzzese, si trova a voler essere protagonista della lotta di liberazione del nazifascismo a Roma. La sua bottega di ebanista si trasformò in un luogo di riunione di giovani antifascisti e divenne centro di smistamento della stampa clandestina. Il 28 dicembre 1943 fu arrestato preventivamente per delazione, confermata, qualche giorno dopo, con il rinvenimento da parte del capo della squadra politica, Domenico Rodondano, di alcune armi nel laboratorio di ebanisteria di via Properzio n. 39. Portato in Questura, Pietro Benedetti fu rinchiuso nel carcere di Regina Coeli e sottoposto agli estenuanti interrogatori di via Tasso. Le sue lettere dal carcere di Regina Coeli sono tra le più conosciute per il forte impatto emotivo e umano che hanno lasciato. Pima di morire scrive ai figli: “Dell’amore per l’umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili […] Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli”. Il suo modo di pensare e di vivere sono ripercorsi in questo libro, attraverso le fonti archivistiche e la sua produzione documentaria: dalle prime vicende politiche in Abruzzo che lo hanno coinvolto, passando per la Resistenza romana, fino alla sua condanna a morte avvenuta nell’aprile 1944. Introduzione di Antonio Parisella.

Così il Sito web del Museo Storico della Liberazione di Via Tasso, dà notizia dei Documenti contenuti nel Fondo intestato a Pietro Benedetti:

“[…]. Il piccolo nucleo è formato da 3 serie archivistiche, articolate in fascicoli, sotto-fascicoli e unità documentarie, che si compongono di documenti prodotti dal Bendetti e dai congiunti: 

1.Documentazione dal carcere Regina Coeli, 1 u.a.; 
2.Riconoscimento attività partigiana, 1 u.a.;
3. Documentazione e stampa commemorativa, 1 u.a.

Il lavoro archivistico ha previsto l’unificazione dei due nuclei di carte donate al Museo. In sede di riordinamento, le unità documentarie sono state raggruppate in fascicoli e sotto-fascicoli e individuata la struttura delle serie archivistiche. Il fondo è stato sottoposto a un’inventariazione analitica delle carte corredata dagli indici (di nomi, di enti e istituzioni, di luoghi).

Estremi cronologici: 1944/03/03 – 2003/04/25

Strumenti archivistici: Pietro Benedetti. Inventario delle carte conservate presso il Museo storico della Liberazione e itinerario documentale per la conoscenza delle fonti romane a cura di Sara Riolo” (https://www.museoliberazione.it/it/patrimonio-storico-documentale/fondi-aggregati/carte-pietro-benedetti/).


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