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Memoria tedesco-orientale in due quadri e due libri

Una storia forse vera, successa in un tempo e in un Paese

“Voi ci vedevate chiusi dentro un muro, ma da questa parte, noi vedevamo chiusi dentro voi“ (parole di una donna tedesca che,  a vent’anni, aveva vissuto al di là del Muro di Berlino, nella Repubblica Democratica Tedesca, nota anche come, Germania Orientale o DDR)

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Primo Quadro: 9 Novembre 1989, una data divenuta memorabile per una distrazione

Ab sofort, unverzüglich ” (“Da subito, immediatamente”). Tre sole parole, pronunciate in maniera distratta, hanno accelerato il cambiamento in meglio della Storia annunciando, senza questa intenzione, la caduta del Muro di Berlino (Die Mauer) simbolo, per 38 anni di fila, della cosiddetta “guerra fredda”. A pronunciare quelle parole, diventate storiche, Günter Schabowski (1929-2015) – componente del Comitato Centrale del Partito Socialista Unificato di Germania (SED) e della Camera del Popolo della DDR, la Repubblica Democratica Tedesca ex direttore del Quotidiano ufficiale della SED, “Neues Deutschland” e portavoce del Partito, – durante la conferenza stampa, trasmessa in diretta Tv, convocata la sera del 9 Novembre 1989. Schabowski pronuncia quelle due parole in risposta ai giornalisti che gli chiedevano informazioni riguardo la nuova norma sulla concessione dei permessi di viaggio ai tedeschi dell’est, ovvero chiarimenti sulla Proposta di Legge relativa al diritto di spostamento  dei cittadini della DDR, redatta da Gerhard Lauter, Funzionario importante prima della Polizia (leggi STASI), poi del Ministero dell’Interno. Che aveva avuto n quei giorni l’ordine di rivedere quella proposta di Legge.

La domanda posta a Schabowski era la seguente: “Wann tritt das in Kraft?” “Quando entrerà in vigore?” e lui risponde: “Das tritt nach meiner Kenntnis… ist das sofort, unverzüglich A quanto ne so… subito, immediatamente.”. Una risposta presa, anch’essa immediatamente, alla lettera dai berlinesi, che si riversarono in massa nei pressi del Muro. Le Guardie di Frontiera tedesche orientali (i Vopos), che non avevano ricevuto alcun ordine al riguardo, rimasero spiazzate e alla fine, pressate dalla folla che aumentava a vista d’occhio, aprirono i varchi così che un mare di berlinesi dell’Est si riversò dall’altra parte del Muro e della città. Quel giorno, il 9 Novembre di 35 anni fa, iniziava la fine di quel Muro, ma anche della Repubblica Democratica Tedesca, nota anche come DDR Germania Orientale, dopo esattamente 40 anni dalla sua fondazione.

Secondo Quadro: le “Vite degli Altri”, ovvero la vita nella DDR, prima della fine

Novembre 1989, esterno giorno – Un uomo (in precedenza un appartenente alla STASI [il Ministero per la Sicurezza di Stato], la Polizia politica della DDR, Deutsche Demokratische Republik, Repubblica Democratica Tedesca (RDT) – cammina lungo una strada di Berlino, trascinandosi dietro un trolley pieno di pacchetti postali e lettere. L’uomo, che ora fa il postino, si ferma davanti alla vetrina di una grande Libreria, piena di copie del Volume “Sonata per le Persone Buone”’, l’ultimo lavoro dello scrittore Georg Dreyman, che era stato un perseguitato politico durante il regime della DDR. Dopo una manciata di secondi l’uomo entra nella Libreria si dirige deciso al bancone dove sono posate le copie del libro, ne prende una e la apre, notando una dedica che dice: “All’Agente HGW XX/7 con riconoscenza”. L’uomo prende il libro lo paga ed esce dalla Libreria.

Quell’Agente, l’Agente HGW XX/7 era proprio lui ed era a lui. Era all’ex Capitano della STASI Gerd Wiesler nome in codice HGW XX/7 – diventato un postino, che lo scrittore Georg Dreyman aveva dedicato il suo libro, dovendogli – senza dubbio alcuno – il fatto di poter ancora, da uomo libero, scrivere dei libri.

Questa la scena finale del bellissimo “Le Vite degli Altri” film del 2006 diretto dal regista tedesco Florian Henckel von Donnersmarck, pellicola a cui sono stati assegnati, negli anni, numerosissimi importanti riconoscimenti e Premi e che ha riscosso un notevole successo di pubblico; pellicola che racconta, in 137 intensi minuti di durata, la vita del Capitano della STASI Gerd Wiesler ma anche le “vite degli altri,” ovvero degli abitanti  di Berlino e della DDR, al tempo del Muro e prima del suo “superamento”  in massa, da parte dei berlinesi dell’est, la sera di quel  9 Novembre del 1989.

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I due Quadri che avete letto sono niente altro che la cornice che ho pensato di costruire per presentarvi il primo libro, un Romanzo, di cui oggi vi raccomando la lettura. Si tratta di “I Confidenti”, di Charlotte Gneuss, pubblicato di recente da Iperborea. E’ il primo Romanzo della scrittrice tedesca e ci racconta, pagina dopo pagina, un amore adolescenziale, ma anche la vita nella DDR. “I Confidenti” è un Romanzo a mezzo tra la formazione e la Storia, ma per come scorre e avvince la sua trama potrebbe essere benissimo la sceneggiatura di un film e fare il paio (a mio giudizio) con il film di Florian Henckel von Donnersmarck, di cui avete letto sopra.

Charlotte Gneuss, “I Confidenti” – Il libro

Estate 1976, un piccolo sobborgo di Dresda. Karin ha sedici anni e la sua vita ruota intorno a Paul, il suo primo grande amore, l’amica Marie, che sogna di diventare la prima donna ad andare sulla Luna, e la sorellina di cui si prende cura mentre i genitori si stanno lasciando. Quando Paul parte per una gita in moto in Cecoslovacchia, Karin si trova in casa la Stasi e scopre che il ragazzo è fuggito all’Ovest. Di colpo il mondo esterno e il regime, finora per lei innocua cornice del quotidiano, travolgono la sua esistenza. Perché Paul se n’è andato? Perché non le ha detto niente? È riuscito ad arrivare di là sano e salvo? Sola, smarrita, incompresa da chi la crede complice o evita le sue domande per non avere guai con l’apparato, Karin conduce in segreto la propria ricerca della verità, mentre il seducente funzionario Wickwalz comincia a farle visita regolarmente, offrendo conforto e risposte ai suoi dubbi e alle sue ferite, e diventando per lei l’unica presenza rassicurante. Credendosi tradita, Karin si scoprirà traditrice, intrappolata in un gioco manipolatorio in cui non può esistere l’innocenza. Con uno sguardo intimo ma di implacabile lucidità e una lingua tersa, essenziale, capace di rendere con poche pennellate complessità e sfumature, Charlotte Gneuss racconta l’incontro tra la libertà della giovinezza e il potere autoritario, ritraendo un mondo governato dall’ambiguità a cui è così facile adattarsi per sopravvivere, un mondo dove tutto sembra scivolare tra le dita, anche la morale.

Ma chi sono i “confidenti” di cui scrive la Gneuss e quanti sono?  Si tratta certamente non tanto degli Agenti effettivi della STASI, ma di quarti, cittadini della Repubblica Democratica Tedesca, avevano firmato, il Documento che li faceva, a tutti gli effetti, appunto dei “confidenti” di quella Polizia segreta.

Non è dato sapere, con precisione, quanti fossero. Ma i dati che appresso leggerete danno l’idea di che cosa fosse la STASI, il Ministero per la Sicurezza dello Stato. I dati sono tratti dal secondo libro, un Saggio, di cui oggi consiglio la lettura.

Dopo la STASI, ovvero leggere la sceneggiatura della propria vita

Dopo la caduta del Muro, gli archivi della Stasi si aprirono ai cittadini della ex DDR che erano stati spiati per quarant’anni. L’apertura di quegli archivi è un esperimento unico al mondo e nella storia, frutto di una scelta coraggiosa, ma soprattutto voluto dalla gente, dai tanti cittadini che nel 1989-90, vinta la paura dopo la caduta del Muro, assediarono e occuparono gli uffici della Stasi per fermare la distruzione dei documenti tentata dai funzionari. Furono così messi in sicurezza 111 chilometri lineari di file cartacei, 41 milioni di schede personali e una quantità altrettanto rilevante di altri materiali fotografici, video, audio ed elettronici prodotti in anni di lavoro operativo, ai quali va aggiunto il contenuto di circa 15.500 sacchi ricolmi di brandelli di documenti stracciati e parzialmente distrutti, attualmente in ricostruzione.

Dopo questo atto di riappropriazione collettiva del privato violato e mortificato per decenni dall’azione spionistica e repressiva della Stasi, il primo Parlamento della Germania riunificata approvò una Legge speciale che negli ultimi trent’anni ha consentito a oltre tre milioni di persone di prendere visione del proprio fascicolo. T

Tre di loro sono i protagonisti di questo racconto: Baldur, giovane tipografo della Turingia, nel 1958, all’età di 19 anni, venne arrestato e condannato a 3 anni di reclusione per aver letto il romanzo di George Orwell 1984. Andreas, ventenne di Potsdam, imprigionato nel 1986 per un fallito tentativo di fuga, scoprì nel 1992 di essere stato spiato dal padre. Gilbert, classe 1945, nativo di Görlitz, condannato a due anni di carcere per aver prodotto una documentazione fotografica sulla vita dei punk a Berlino Est, dopo il 1990 sviluppò un rapporto di amicizia con il funzionario della Stasi che lo aveva interrogato in prigione. Nella trama di queste tre vite la storia si fa romanzo e la realtà si confonde con la distopia.

(Fonte: Gianluca Falanga «Labirinto Stasi, Vite prigioniere negli archivi della Germania Es», Feltrinelli, 2021).

Ma come stanno effettivamente le cose nella DDR? Da quel 1949, anno della fondazione della Repubblica Democratica, sono passato 27 anni (il 1976 è l’anno in cui è situato il Racconto della Greuss) e né il Muro (nato nel 1961), né le centinaia di morti che è fino ad allora costato, ma neppure le draconiane misure di controllo sociale del regime e della STASI stessa hanno annientato il sogno dei giovani della DDR. Quei giovani sognano, infatti, l’Ovest e la loro idea fissa è la fuga ed è con una fuga – quella di Paul, il fidanzato della sedicenne Karin – che comincia il Romanzo di Charlotte Gneuss.

Da quella fuga – di cui Karin non sa nulla e che, quando la scopre, non capisce – inizia un’altra storia per la ragazza, una storia assai pericolosa. Infatti, la STASI manda un suo uomo a cercarla e questo fa capire alla ragazza che se non collabora e dice tutto quello che sa su Paul e su quella fuga, per lei saranno guai, perché potrebbe essere accusata di favoreggiamento di un fuggiasco..

E così la ragazzina – immatura e innamorata del suo Paul – entra nel “girone infernale” del Ministero per la Sicurezza dello Stato. La STASI le sta addosso vuole notizie: “Ogni sistema è più fragile di quello che pensi. Ogni sistema è più potente di quel che credi”, le dice un giorno l’agente Wickwalz che diventerà, suo malgrado, per lei uno dei pochi punti di riferimento in un mondo che continua a perdere pezzi, come la Skoda sgangherata di suo padre.

 La Trabant. la “macchina del Popolo” della DDR

Nel Romanzo della Gneuss figura una Skoda, macchina cecoslovacca oggi della Wolkswagen, ma la ,macchina simbolo della DDR si chiamava Trabant, popolarmente “Traba”, “Compagna di Viaggio”. La Trabant era la  “macchina del popolo” della Germania Orientale per decenni è stata considerata il marchio simbolo della Germania Est. Dall’inizio della produzione in serie ne sono state prodotte circa 4 milioni nello stabilimento della Sachsenring Automobilwerk Zwickau – Fabbrica di automobili Sachsenring della città di Zwickau.

La fabbrica era appartenuta all’Audi-Horch fino al 1945 e alla fine della guerra viene requisita dall’esercito sovietico. I motori venivano forniti dalla Barkas, un’industria con sede nella città Karl-Marx-Stadt, oggi Chemnitz, a sud di Lipsia.

L’auto doveva incarnare lo spirito del suo tempo, spartana, compatta ma soprattutto… comunista. L’influenza sovietica è chiara in tutti gli aspetti e non sono mancati i simboli propagandistici.

La costruzione inizia ufficialmente il giorno del 40° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. Il nome “Trabant” – satellite accompagnante – è in onore dello Sputnik 1 e dei successi della conquista spaziale sovietica. .l’ultima Trabant venne prodotta nel 1991.

Anche la mamma di Karin un giorno se ne va. L’Agente della STASI cerca di rassicurarla dicendole che le decisioni che prendono gli altri non hanno niente a che vedere con loro con il loro modo di essere. Non è l’uomo ad essere sbagliato, sono le circostanze. Se ne accorgerà anche lei, e non sarà sua la responsabilità, ma degli avvenimenti che le sono caduti addosso. Tradimenti e traditori. Questo siamo, quando non possiamo essere nient’altro. “Tutto passa. Devi solo respirare. Continuare a respirare”, le dice l’Agente della STASI.

Il Romanzo ha suscitato, in Germania, polemiche anche aspre, innescate da alcune imprecisioni diremmo così storiche presenti nel Racconto. La Gneuss è stata accusata di raccontare (e soprattutto intestarsi) una Storia non sua, dato che la scrittrice è nata si nella ex DDR, ma nel 1992, un anno nel quale quella DDR già non esiste4va più. Ma possiamo considerarla una polemica  pretestuosa ed inutile, dato che quella della Gneuss non è un Saggio storico sulla DDR, ma solo il Racconto che si muove – come  ho scritto – tra formazione e Storia  e l’Autrice, servendosi del genere storico che affonda nel passato recente della Germania unito al genere letterario del Romanzo di formazione, ci racconta un luogo attraverso gli occhi di un’adolescente in crescita fisica, emotiva, sentimentale e mentale, come a narrare il fatto che entrambi (Nazione e ragazza) siano in fase di trasformazione. Dunque una storia che potrebbe essere ambientata in molte parti del modo , una storia che è bene conoscere e sui cui vale la pena di riflettere. Dunque, buona lettura.


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