In mostra a Palazzo Braschi “I vestiti dei sogni” del cinema

Viaggio attraverso gli anni d'oro del cinema italiano e internazionale con le creazioni dei maestri costumisti italiani. Dai pezzi storici agli Oscar 2015.

Qualche giorno fa la nomination di Milena Canonero per i costumi del film “The Gran Budapest Hotel”, che arriva dopo ben tre statuette. Oggi l’inaugurazione, sabato 17 gennaio, a Roma della mostra “I vestiti dei sogni. La scuola italiana dei costumisti per il cinema”, dedicata all’eccellenza italiana dei costumi per il cinema.

Proprio Milena Canonero è tra i protagonisti della mostra insieme a Pietro Tosi, creatore dell’abito di Angelica nel Gattopardo e Oscar alla carriera nel 2013; con loro Danilo Donati , Oscar per Romeo e Giulietta nel 1969, Gabriella Pescucci, e tutti i nomi che hanno fatto la storia del cinema italiano e internazionale; Vittorio Novarese, Gino Sensani, Maria de Matteis, Piero Gherardi, Maurizio Millenotti, Luigi Sapelli (meglio noto come Caramba).

Oltre 100 gli abiti originali in mostra fino al 22 marzo a Palazzo Braschi, decine di bozzetti e una selezione di oggetti tra cui brilla l’unicum della pressa che Danilo Donati costruì per foggiare i costumi del Satyricon di Federico Fellini.

Giulietta degli spiriti, Federico Fellini - costumi Pietro Gherardi
Giulietta degli spiriti, Federico Fellini – costumi Pietro Gherardi

Il calendario della mostra è un percorso a metà tra contributi visivi e incontri con i protagonisti, che intendono guidare lo spettatore alla scoperta di un mondo che intende superare lo stereotipo della galleria di abiti, per far emergere il senso di una scuola, di una tradizione italiana che ha fatto grande il cinema, quella dei disegnatori, dei costumi e delle case che li hanno realizzati: Tirelli Costumi, Annamode, Costumi d’Arte, Devalle, Farani, Maison Gattinoni, The One, Sartoria Cesare Attolini e gli atelier Pieroni, Rocchetti e Pompei.

“I vestiti dei sogni” – racconta il direttore della Cineteca di Bologna e curatore della mostra Gian Luca Farinelli – è divisa in due parti: percorso principale e collezione permanente. Quest’ultima è la parte più libera, in cui abbiamo scelto di collocare i costumi in un dialogo ispirato ai dipinti esposti nella collezione di Palazzo Braschi. Tra gli abiti, quelli di un film che si è appena finito di girare: i costumi realizzati da Massimo Cantini Parrini per il nuovo film di Matteo Garrone, Il racconto dei racconti.

Un’opera che ancora deve vedere la luce dello schermo, e i cui abiti ci ricordano che la storia del costume cinematografico italiano ha radici antiche e un promettente futuro. Il percorso principale, invece, porta avanti il racconto di un secolo di scuola italiana. Si snoda nelle prime dieci sale, e culmina nel salone dedicato alla Sartoria Tirelli, che compie quest’anno 50 anni di attività,  e si chiude con la stanza dedicata agli abiti di Milena Canonero per Marie Antoinette, nel cuore dell’esposizione permanente.

Nel racconto della mostra si è voluto dare particolare accento alle filiazioni, perché quella dei costumi, in Italia è una tradizione che nasce da una scuola in cui tutto si basa sulla trasmissione del sapere: Novarese è allievo di Caramba; De Matteis e Gherardi di Sensani; Tosi della De Matteis, e indirettamente, attraverso Visconti, di Sensani; così Donati; Pescucci è allieva di Tosi, e Millenotti di Pescucci in quella fucina creativa che è stata, ed è, la Sartoria Tirelli; Canonero, infine, seppur più libera e sganciata dal contesto italiano, proprio quest’anno esordisce alla regia con un documentario su Piero Tosi; e il cerchio, almeno per ora, si chiude.

Inoltre, il percorso espositivo potrà essere seguito attraverso un programma di attività didattiche per i ragazzi delle scuole e per gli adulti. In un percorso guidato verranno descritti e svelati, attraverso la storia del cinema italiano e dei suoi costumi, molti degli aspetti e dei meccanismi che sono dietro le quinte e caratterizzano il lavoro degli artisti che hanno confezionato e continuano a dare forma ai nostri sogni.


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