

Tor Bella Monaca si è svegliata stamane con il rumore delle sirene. Un massiccio blitz delle Forze dell’Ordine ha colpito al cuore uno dei quartieri più caldi della Capitale, dove il traffico di droga scorre come sangue nelle vene dell’illegalità.
Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale hanno stretto in una morsa via dell’Archeologia, trasformando le sue strade in un campo di battaglia per la legalità.
Le pattuglie si sono mosse in sincronia, bloccando ogni via di fuga. Gli agenti, affiancati dalle unità cinofile, hanno battuto ogni angolo, ogni cantina, ogni parcheggio, decisi a smantellare il cuore pulsante dello spaccio.
Il primo colpo è arrivato grazie al fiuto infallibile di Faro, un cane antidroga addestrato a individuare anche le dosi più nascoste. Il suo naso ha puntato dritto verso un’auto apparentemente abbandonata in un vicolo buio.
All’interno, sotto la leva del cambio, era ben nascosta una scorta di cocaina già pronta per essere venduta. Il conducente, un 26enne marocchino, ha provato a giustificarsi, ma le manette ai polsi hanno chiuso il discorso.
Ma il vero colpo di scena è arrivato poco dopo. Mentre gli agenti ispezionavano un palazzo fatiscente, un dettaglio ha catturato la loro attenzione: l’ascensore fermo a un piano intermedio, con la porta leggermente socchiusa.
Una volta aperta, la sorpresa: non solo droga, ma anche un’arma da fuoco perfettamente funzionante, completa di munizioni. Una vera e propria base operativa dello spaccio, nascosta tra le pareti di un palazzo anonimo.
L’operazione ha prodotto risultati importanti: 4 persone sono finite in manette, mentre sono stati sequestrati 300 grammi di cocaina, una pistola con proiettili e un’ingente somma di denaro.
Altri due individui sono stati denunciati, mentre i controlli si sono estesi anche alle stazioni metro di Grotte Celoni e Torre Angela, snodi strategici del traffico illecito.
Cinque cittadini stranieri, privi di documenti, sono stati portati all’Ufficio Immigrazione per accertamenti.
Questo blitz non è un’azione isolata, ma parte di un’operazione più ampia voluta dalla Prefettura di Roma e coordinata dalla Questura, che punta a strappare il quartiere dalle mani della criminalità.
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