Nasce “Santa Maradona – Progetto Bastogi”

Inaugurata una nuova progettualità sostenuta dal programma “Periferiacapitale”

Quartiere Bastogi, periferia Nord-Ovest di Roma (Municipio XIII). Molti romani non sanno neanche dove sia, altri lo conoscono solo per il film “Come un gatto in tangenziale”.
Bastogi è in realtà tra i quartieri più poveri della nostra città, troppo spesso dimenticati se non per vicende giudiziarie legate allo spaccio e ad altre attività criminali, ma al tempo stesso è la storia di tante donne, uomini e giovani di ogni età che hanno voglia di riscattarsi e produrre trasformazioni nel luogo in cui vivono. E proprio dalla sommatoria di queste volontà e dall’impegno costante di tante persone nasce “Santa Maradona”, il progetto presentato nel pomeriggio di domenica 2 ottobre.

Ad aprire la presentazione Simonetta Mercorelli e Sara Spadacini di Aurelio in Comune, l’organizzazione civica e progressista del Municipio XIII che ha coordinato l’attuazione del progetto: tale idea nasce dall’impegno della Fondazione Charlemagne, che nell’ambito di “Periferiacapitale” si è adoperata per l’apertura dell’emporio solidale, di uno sportello per il diritto alla casa e contestualmente alla creazione di una squadra di calcio, l’ASD Bastogi, che parteciperà al campionato dilettantistico di Terza Categoria nel Lazio.

Due anni fa, con l’inizio della pandemia Aurelio in comune ha creato un rapporto con gli abitanti di Bastogi, inizialmente tramite la spesa sospesa, che si è via via strutturato e non si è più interrotto.  Con il progetto Santa Maradona” hanno proseguito i responsabili di Aurelio in Comune “vogliamo far fronte ai bisogni materiali e sociali degli abitanti di Bastogi.” Sono circa 2000 gli abitanti di questo quartiere che si trovano in situazione di marginalità sociale ed economica e l’idea degli organizzatori è che con il loro impegno le realtà associative contribuiranno a modificare la narrazione che si fa di questo luogo, portando al tempo stesso maggiore dignità agli abitanti che ci vivono.

Stefania Mancini, consigliera delegata della Fondazione Charlemagne, nell’illustrare il progetto, ha tenuto giustamente a precisare di come questo sia il primo progetto che si dedica ad un cammino nelle periferie. “Con questo progetto vogliamo invitare i diversi attori ad occuparsi delle periferie disagiate; vogliamo cioè che si attenzionino le periferie presso le istituzioni di riferimento. Cogliamo l’occasione, allo stesso tempo, di rilanciare l’attenzione anche delle altre fondazioni per quanto riguarda l’interesse nell’occuparsi delle periferie disagiate.”

Alberto Campailla, Presidente di Nonna Roma, ha espresso la propria soddisfazione, definendo il lavoro fatto come un tentativo per provare a portare un po’ d’acqua nel deserto. Questo progetto è per Campailla l’inizio di un percorso per accendere un faro, e mettere quindi attenzione su quartieri come Bastogi, di cui Roma è piena.
Sono tante le emergenze vissute in questa zona, e tra queste la principale forse risulta essere quella della casa. Impegnarsi su questo tema significa fare un passo avanti sul tema più generale del diritto alla residenza e sul superamento dell’art.5 del Decreto Lupi (Legge n.80 del 23/05/2014).
Bisogna ricordare, nelle lotte che portiamo avanti, che su temi del genere non esiste solo il Governo nazionale, poiché invece è possibile arrivare a risultati concreti anche nell’ambito della politica locale. È tramite la rete dei diversi soggetti impegnati per superare queste difficoltà che possiamo, pezzo per pezzo, costruire una nuova realtà.”

Francesca Danese, portavoce del Forum Terzo Settore del Lazio, ha iniziato informando del fatto che l’idea iniziale era quella di far rientrare il progetto di riqualificazione sociale di Bastogi nell’insieme dei progetti finanziabili dal PNRR, ma ci si è invece trovati di fronte a progetti già definiti e presentati, per cui si è dovuto percorrere altre strade. La necessità del terzo settore e degli attori partecipanti secondo Danese è quella di aprire continuamente nuove vertenze, dal momento che quotidianamente ci si trova ad affrontare troppe emergenze in un territorio così diversificato come quello romano.

Primo tra i rappresentanti istituzionali ad intervenire, Ferdinando Bonessio – Presidente della Commissione Sport, Benessere e Qualità della Vita del Comune di Roma – il quale ha tenuto a precisare che è fondamentale la presenza delle istituzioni in questi luoghi, poiché chi amministra la città prima di tutto deve conoscerla. “Il progetto – ha proseguito Bonessio – è al tempo stesso operativo ed evocativo, poiché si crea un luogo di identità e di appartenenza ad una comunità.
Viviamo la sensazione di essere di fronte ad un progetto che, seppur nascente, ha già un futuro concreto di fronte a sé
.”

L’Assessora capitolina alla Scuola Claudia Pratelli ha ricordato come Roma sia attraversata da tante contraddizioni ma al tempo stesso da tanta effervescenza, come testimonia l’impegno sociale su un territorio così difficile e lontano dai riflettori. E sulle difficoltà del territorio Pratelli si è lungamente soffermata, in particolare sul problema della dispersione scolastica, ritenuto giustamente un tema pericoloso innanzitutto per la tenuta sociale dei territori. “Servono impegni e investimenti specifici” ha concluso Pratelli “per strutturare percorsi atti a rigenerare questo territorio dal punto di vista della conoscenza.”

A concludere, la consigliera regionale Marta Bonafoni, che ha ricordato come spesso venga commesso un grave errore nell’approccio alle risoluzioni dei problemi territoriali, ossia la considerazione secondo cui le periferie romane sono un territorio omogeneo ed indistinto, dove sia possibile studiare una ricetta unica da attuare indipendentemente dalle peculiarità sociali e territoriali che ci si trovano di fronte. “Anche durante la recente campagna elettorale” ha detto la Bonafoni “le periferie sono state colpevolmente descritte dai nostri come luoghi inidonei, mentre in realtà il giusto approccio che rappresenta i valori in cui crediamo è quello di mettersi pancia a terra e risolvere i problemi, venendo sui territori e sporcandosi le mani.”

La consigliera regionale ha terminato il suo intervento sottolineando che un progetto come quello che vediamo realizzato oggi “rappresenta contemporaneamente il sogno ed il bisogno, poiché tiene insieme il bisogno quotidiano da risolvere e la necessità di evasione da una realtà altrimenti immodificabile.”

Al termine della presentazione, finalmente taglio del nastro ed apertura dell’emporio, per consentire a tutti i presenti di vedere in concreto come sarà strutturato lo spazio di distribuzione.

Infine, a conclusione della serata tutti si sono diretti al vicino campo di calcio, dove è stata presentata la squadra, con 15 dei 25 giocatori presenti con indosso la maglia ufficiale, in un clima festoso in cui il referente per il progetto Michele Gambirasi ha ripetuto più volte che tutti i ragazzi ce la metteranno tutta per impegnarsi a creare una solida realtà collettiva, iniziando già la settimana prossima gli allenamenti in vista dell’inizio del campionato previsto per il 22 ottobre.


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