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Non è tutto oro quello che luccica

A proposito dei gettoni d'oro dei quiz televisivi

Se in qualche concorso TV doveste vincere una somma in gettoni d’oro, preparatevi a incassare la metà del valore nominale. In base alla legge sul gioco d’azzardo, i quiz televisivi non possono pagare i vincitori in contanti, ma accreditandoli di un premio equivalente in oro, tenendo conto  al momento della vincita del suo valore in metallo puro al 99,9%. Poi va da sé che sulla vincita il fortunato concorrente dovrà pagare il 20% come ritenuta IRPEF e poi l’IVA, l’uva, l’ova …. D’altronde: dura l’ex, sed lex. Infine all’atto della vendita, il compratore dei gettoni si tratterrà un ulteriore 5% sul valore, nel migliore dei casi. I gettoni per di più saranno consegnati al concorrente sei mesi dopo la vincita.

gabanelliE fin qui sembrerebbe amaramente tutto chiaro. Invece da quanto appare emergere da un’inchiesta di Report – la nota trasmissione televisiva gestita dalla Gabanelli – a quanto scritto sopra si devono aggiungere due ulteriori dazi di origine quanto mai inquietante e misteriosa. Primo: ci si chiede come si giustifichi la perdita di circa 20 grammi di oro per ogni fusione nel coniare i gettoni. E su questo si potrebbe discutere a lungo, ma essendo un chimico che ha lavorato trent’anni nell’industria, so per esperienza che in qualunque lavorazione va perso qualcosa di ciò che si mette in gioco all’inizio. Si può sostenere che la perdita sia troppo alta per essere giustificabile, ma la discussione alla fine sarebbe destinata a scivolare su questioni di lana caprina, difficilmente pettinabile.

Quella che invece puzza di bruciato è la questione sollevata dalla signora Sparanide che, dopo una vincita in gettoni RAI nel 2013, ha avuto la sgradita sorpresa di scoprire che la quantità d’oro presente nelle monete non era del 75% – come dovrebbe risultare nell’oro a 18 kt – bensì di circa il 74,7%. Il tutto certificato da laboratori di controllo accreditati dallo Stato.

gettoni-oro-raiOssia l’oro impiegato per il conio non era al 99,9, bensì al 99,5%. E che sarà mai, si può pensare? Siamo lì, no? Invece non è così perché 4 gr su di un kg equivalgono a più o meno 140 €, stimando il valore dell’oro intorno a 35 € /gr.

Dov’è l’inghippo? Due sono le possibilità: o la zecca nel coniare le monete ha caricato meno oro al 99,9%, compensando il peso con metallo inerte, oppure l’oro che la zecca di Stato compra non ha la purezza che dovrebbe avere, ma una percentuale in oro più bassa.

Da chi ha sempre comprato l’oro la zecca? Dalla Banca Etruria di Arezzo, fornitrice della materia prima a quasi tutti i gioiellieri della zona. Domanda: perché dalla Banca Etruria? Risposta: perché era quella che lo forniva a prezzo più basso. Ma i responsabile della zecca affermano che le partite d’oro venivano controllate all’acquisto campionando il 20% della fornitura. E il rimanente 80%?

L’indagine è appena iniziata e c’è, come sempre, da aspettarsi di tutto, di più.

I ladri sono furbi e le guardie, diciamo, ingenue; tant’è che quando giocano a “guardie e ladri” vincono quasi sempre i secondi.

Due curiosità.

Sembra che anche la Volpe e il Gatto inseguirono Pinocchio contestandogli la qualità dei quattro marenghi d’oro. E Pinocchio li spedì da Mangiafoco, ritenendolo responsabile della truffa, ché da lui li aveva avuti. Collodi non lo riporta, ma la questione si insabbiò quando venne a galla che sia Mangiafoco che Pinocchio erano coinvolti insieme nella faccenda poco chiara.

Adesso, con la ripresa del Rischiatutto, è il primo vincitore di 132.000 € che trema per l’indagine in corso. Si chiama Orofino: ma sarà davvero un cognome puro al 99,9%?

 


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