Notte di paura a Civitavecchia: incendi, intimidazioni e un debito di droga dietro le fiamme

Il mandante, un giovane ora ai domiciliari, avrebbe diretto gli attacchi a distanza, dando istruzioni dettagliate ai complici

Era la notte del 24 ottobre quando Civitavecchia si è trovata al centro di una serie di eventi inquietanti.

Auto alimentate a GPL avvolte dalle fiamme, portoni di palazzi incendiati e fumo che invadeva le scale: non erano atti vandalici isolati, ma il risultato di un piano di ritorsione orchestrato per intimidire due giovani, un italiano e un romeno. Il motivo? Un debito di droga di poche centinaia di euro.

La svolta è arrivata il 22 gennaio, quando carabinieri e polizia hanno fermato tre ragazzi, tra i 20 e i 25 anni, tutti residenti nella cittadina portuale.

L’operazione, coordinata dalla Procura di Civitavecchia, ha portato alla luce i dettagli di una vicenda che sembrava uscita da un noir metropolitano.

Il fuoco come diversivo

Tutto è iniziato poco dopo l’una di notte, quando un’auto è stata data alle fiamme in via della Cooperazione.

Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco della caserma Fortunato Bonifazi, pronti a domare l’incendio. Ma mentre le squadre si concentravano lì, gli autori del piano agivano indisturbati altrove.

In via Baccelli e via Sabatini, i veri obiettivi dell’attacco, i portoni di alcuni stabili sono stati incendiati, con il fumo che ha rapidamente invaso gli interni, creando panico tra i residenti.

I vigili del fuoco, arrivati con due squadre e un’autobotte, hanno ventilato gli edifici per mettere in sicurezza l’area. Per fortuna, nessuno è rimasto ferito, ma l’episodio ha lasciato una scia di paura e indignazione.

Una strategia di terrore ben orchestrata

Le indagini hanno rivelato un piano cinico e calcolato. Il mandante, un giovane ora ai domiciliari, avrebbe diretto gli attacchi a distanza, dando istruzioni dettagliate ai complici. Durante la notte, avrebbe persino richiesto video e foto dei raid per accertarsi che fossero stati eseguiti come previsto.

Un sistema crudele, studiato per terrorizzare le vittime e costringerle a pagare il debito. Secondo gli inquirenti, il primo incendio era solo un depistaggio, pensato per distrarre le forze dell’ordine e consentire agli esecutori di colpire senza intoppi.

Un’operazione congiunta per chiudere il cerchio

Grazie alla collaborazione tra carabinieri e polizia, la notte del 22 gennaio il piano criminale è stato smantellato. I tre giovani, ritenuti responsabili degli attacchi, sono stati arrestati e trasferiti nel carcere di Civitavecchia.

Le forze dell’ordine, coordinate dalla Procura, hanno ricostruito l’intera vicenda, mettendo in luce come il mondo della droga continui a generare una spirale di violenza.


Sostieni Abitarearoma è importante! ↙

Le foto presenti su abitarearoma.it sono state in parte prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo alla redazione che le rimuoverà.

Il Canale Whatsapp di Abitarearoma

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scrivi un commento