

Il sistema ingenioso smascherato in extremis dagli agenti della polizia penitenziaria
Un pacchetto di patatine apparentemente innocuo. Dentro, però, non solo conetti croccanti, ma dosi ben sigillate di hashish destinate a un giovane detenuto.
È l’ultimo espediente escogitato per far entrare la droga nel carcere minorile di Casal del Marmo, smascherato in extremis dagli agenti della polizia penitenziaria.
Il pacco, spedito dalla madre del ragazzo, era già stato accettato quando gli operatori hanno scoperto il contenuto “truccato”. Per il minore, al quale erano destinate le patatine, è scattata l’accusa di detenzione ai fini di spaccio.
Un sequestro che, per gli investigatori, conferma un sospetto inquietante: all’interno dell’istituto esisterebbe una vera e propria rete di spaccio interna, alimentata da canali esterni.
Non si tratta, infatti, di un caso isolato. A fine luglio un 19enne romano era stato arrestato dopo aver raggiunto in taxi il carcere, pronto a lanciare oltre le recinzioni un calzino imbottito di hashish.
E solo nelle ultime ore, a Rebibbia, la penitenziaria ha intercettato droga, cuffie usb e persino un rilevatore gps.
“Questi episodi dimostrano ancora una volta – denunciano i sindacati – l’alto livello di criminalità legato all’introduzione di sostanze e oggetti illeciti nelle carceri”.
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