Ponte Milvio, valorizzazione dei reperti archeologici nel Parco d’affaccio

I ritrovamenti rimarranno scoperti e inclusi nelle lavorazioni in corso

Nell’ambito dei lavori di realizzazione del Parco d’Affaccio “Oasi di Ponte Milvio”, sono stati riportati alla luce parte degli antichi argini del Tevere in tufo, risalenti al I secolo a.C., un tratto dell’Antica via Flaminia con il tradizionale basolato imperiale e un tratto di sanpietrini del ‘900.

Già nel corso delle indagini archeologiche preventive si era individuata un’area di particolare interesse caratterizzata dalla presenza di un cippo di età romana e un muro in blocchi di tufo, parzialmente affiorante tra la vegetazione.

Al di sotto di sedimenti alluvionali recenti è stato, inoltre, riportato in luce un complesso di strutture poste a ridosso della sponda destra del Tevere, afferenti un’antica sistemazione dell’argine databile probabilmente al I secolo a.C.

Le opere menzionate sono state parzialmente esposte nel corso di alcuni lavori realizzati nel 1947. Negli anni Sessanta risultavano ancora visibili, ma successivamente se ne era persa memoria e traccia, poiché completamente sommersi dal limo e, successivamente, dalla terra.

L’intervento in corso, oltre ad integrare la documentazione di queste strutture con un corretto posizionamento, offre la possibilità di recuperare fasi di frequentazione più antiche testimoniate da lacerti di strutture in opera reticolata e due basoli individuati sotto la fondazione del muro settentrionale.

Il progetto a cura del Dipartimento Tutela Ambientale valorizzerà tali ritrovamenti che rimarranno scoperti e inclusi nelle lavorazioni in corso. I lavori di realizzazione del Parco d’Affaccio, inoltre, non dovrebbero subire rallentamenti.

Agli scavi, insieme al personale di Roma Capitale, hanno partecipato tecnici della Sovrintendenza Capitolina e della Soprintendenza di Stato.


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