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Presepe dei Netturbini: Celebrato il rito della benedizione

Nella sede Ama, realizzato da un dipendente dal 1972

Si è svolto oggi pomeriggio presso la sede Ama di via dei Cavalleggeri il rito di benedizione dello storico Presepe dei Netturbini romani. La cerimonia ha avuto luogo all’interno della sala museale intitolata a Giuseppe Ianni, ideatore, creatore e custode dell’opera scomparso lo scorso anno ed è stata officiata da S.E.Mons. Daniele Salera, vescovo ausiliare per il settore Nord della Diocesi di Roma.

Sono intervenuti il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, il presidente di Ama Daniele Pace e il dg Alessandro Filippi. Lo comunica Ama in una nota. “Oggi – ha affermato Gualtieri – rinnoviamo il dovuto omaggio a un’opera importante che ormai da decenni è entrata a pieno titolo a far parte del patrimonio della città. È una storia affascinante, quella di un netturbino che, con grande passione, anno dopo anno ha realizzato un’opera che nel tempo si è trasformata fino a essere meta non solo di turisti e pellegrini, ma ha visto la presenza delle più alte cariche istituzionali e religiose”.

“In occasione del Santo Natale invito romani e turisti a visitare questa opera così suggestiva, frutto della dedizione del nostro collega Giuseppe Ianni – ha detto il presidente Pace – Questo Presepe è molto amato, soprattutto dai bambini, affascinati dalla ricchezza di dettagli che ricrea con straordinario realismo la scena della Natività”.

Fino al 14 gennaio il Presepe potrà essere visitato tutti i giorni grazie alle aperture straordinarie. L’ingresso sarà gratuito con prenotazione obbligatoria tramite il sito www.amaroma.it.

Il Presepe è realizzato in muratura con calce ed è composto da circa 3mila pietre provenienti da tutto il mondo. L’opera, di 45 metri quadri, intende ricostruire lo stile delle costruzioni della Palestina di oltre 2000 anni fa. Dal 1972, anno della sua creazione, il Presepe dei Netturbini è stato meta tradizionale di turisti, pellegrini oltre che di personalità istituzionali, tra cui Madre Teresa di Calcutta, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma anche Giorgio Napolitano e i primi cittadini della Capitale.


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