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Prima le minacce su TikTok poi gli spari contro l’abitazione dell’ex della compagna. Tragedia sfiorata alla Borghesiana

Sul posto la polizia. L'accusa è tentato omicidio. Ora le indagini per ricostruire l'esatta dinamica

“È questione di tempo”. Prima le minacce su Tik Tok, poi i proiettili esplosi di prima mattina. Marco si è salvato solo per un soffio, solo perché è riuscito a gettarsi in tempo per terra. Altrimenti quei due colpi esplosi intorno alle 7,30 del Lunedì di Pasquetta lo avrebbero preso in pieno. Il nome della vittima è inventato per tutelare la sua identità, ma la storia è reale ed è narrata negli atti con cui la polizia ha arrestato Lorenzo Q., trentenne romano.

Così un ragazzo di 30 anni ha provato a far fuori il suo rivale. I contorni della vicenda sulla quale stanno indagando gli agenti del commissariato Casilino della polizia di Stato sono ancora da chiarire, quel che è certo è che i  due colpi di arma da fuoco sono stati sparati. La vittima designata si è salvata gettandosi a terra, soltanto perché dalla finestra si è accorto delle intenzioni del suo persecutore.

Secondo quanto ricostruito, il 30enne romano si è presentato sotto casa dell’ex fidanzato della compagna che voleva tornare con lei. Lui, stanco di quelle avance che sapevano di minacce, più volte su TikTok gli avrebbe promesso che sarebbe passato all’azione e così ha fatto. Con la sua Fiat 500 X è andato sotto casa del rivale e al citofono ha cercato di convincerlo a scendere. Ma la vittima, agli arresti domiciliari, non lo ha fatto e si è affacciata alla finestra.

Ha fatto appena in tempo a vedere che il 30enne scarrellava la Beretta di piccolo calibro. Un gesto seguito da una serie di insulti urlati, a quel punto la vittima si è gettata a terra e il 30enne ha sparato due volte. Un proiettile ha colpito la tapparella, mentre un altro si è piantato sotto al balcone del secondo piano.

La polizia allertata ha sentito i vicini di casa ed è riuscita in poco tempo a risalire all’identità dell’aggressore che avrebbe ammesso di aver mandato messaggi minatori e ha condotto gli inquirenti sul luogo dove aveva nascosto l’arma, risultata rubata nel 2018.

Il trentenne è stato poi portato al carcere di Regina Coeli. L’accusa è tentato omicidio. Ora le indagini per ricostruire l’esatta dinamica e le motivazioni del gesto, dipanando così ogni dubbio.


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