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Raggi di sole e Raggi di “5 stelle” – L’inattendibile Orfini –  I rigori di Matteo Renzi – Quell’”Ala” senza volo – Il bordo e il centro campo di Denis

Fatti e misfatti di giugno 2016

Raggi di sole e Raggi di “5 stelle”

“Caldi raggi di sole – questa mattina a Roma – in un cielo sgombro di nubi”.

Ma anche Raggi di “5 stelle”, Valeria Raggi, votata – certi partiti dovrebbero meditarci su – letteralmente a furor di popolo. E che però, ove presumibilmente conquistasse al ballottaggio il ruolo di sindaco, si troverebbe, in Campidoglio, un cielo coperto di nere nubi temporalesche. Sarebbe capace, lei Raggi di “5 stelle”, di riportare caldi raggi di sole anche nell’amministrazione della città? Si starà a vedere. Chi con sicurezza, chi con apprensione, chi con curiosità. Intanto, comunque, c’è sempre da attendere l’esito, fra due settimane, dei ballottaggi.

L’inattendibile Orfini

Matteo Orfini
Matteo Orfini

“La Raggi – aveva pronosticato con sicurezza il presidente del Pd nazionale, Matteo Orfini – non arriverà nemmeno al ballottaggio”.

C’è invece arrivata abbondantemente. E quindi, se Matteo Orfini dovesse consigliare a qualcuno la vincita di un cavallo, quel qualcuno farebbe bene a puntare su un altro.

I rigori di Matteo Renzi

“Per le amministrative – aveva ripetuto, prima del voto, il “premier” Renzi – basterà, per vincere, segnare un calcio di rigore”.

Il calcio di rigore però, considerati i risultati del Pd a Roma, a Napoli e a Trieste, ma addirittura a Milano, a Torino, a Bologna e un po’ dappertutto, è andato abbondantemente a lato. Con i ballottaggi, ora, il Pd potrebbe tuttavia segnare con un nuovo rigore. Questa volta dovrebbe decidersi a tirarlo, tuttavia, quel Matteo Renzi il quale, oltre che “premier”, è segretario del Pd. Se decidesse di abbandonare la tribuna delle autorità  dov’è rimasto fino ad oggi. E, soprattutto, ove se la sentisse di metterci finalmente la faccia.

Quell’”Ala” senza volo

“L'”Ala” di Denis Verdini – l’Alleanza liberalpopolare-autonomie” – era stata accettata come alleata, dal Pd, a Napoli, a Caserta, a Cosenza e a Grosseto”.

Non l’avesse mai fatto. L’ “Ala” di Verdini, anziché innalzarlo ad altezze da aquila, lo ha fatto precipitare a bassi svolazzare di farfalle. Capita, però, agli ingenui. Soprattutto se anche arroganti.

Il bordo e il centro campo di Denis

“Noi – si è limitato a dichiarare Denis Verdini – siamo comunque a bordo campo. A vedere che succede”.

Come sua tradizione, certo. A vedere che succede per poi lasciare il bordo per il centro campo e lanciare “assist” per il vincitore.


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