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Compensi Rai, vergogna legalizzata – Il matto di Monaco – L’inferno può attendere – Dove sta Dudù?

Fatti e misfatti di luglio 2016

Compensi Rai, vergogna legalizzata

Firma dell'accordo tra la Rai e il Ministero della Cultura“Ecco qua – ha anticipato la confessione, che domani avrebbe reso nota la Rai, quella birba di “Dagospia” – ecco qua gli stipendi dei dirigenti e dei giornalisti oltre i 200 mila euro annui”.

Ecco qua, dunque. L’amministratore delegato Antonio Campo Dall’Orto 652 mila euro, il presidente di “Rai pubblicità” Antonio Marano 390, l’ex direttore del “Tg2” e di “Rai1 Mauro Mazza 340, la presidente della Rai Monica Maggioni 330, il direttore editoriale dell’informazione Carlo Verdelli e il direttore del “Tg1” Mario Orfeo 320, il direttore di “Rai3” Daria Bignardi 300, il direttore del “Tg2” Marcello Masi e il direttore del “Tg3” Bianca Berlinguer 280, il direttore di “Rai fiction” Eleonora Andreatta 270, il direttore di “Comunicazione Rai” Giovanni Parapini 250, l’ex direttore dei “Servizi parlamentari” Anna La Rosa, l’ex direttore Alfredo Meocci e l’ex direttore Lorenza Lei 240, l’ex conduttrice Tiziana Ferrario 238, il direttore di “Rai sport” Gabriele Romagnoli 230. E così via riccamente intascando. Con qualcuno che potrebbe comunque osservare: ma un decreto del Governo Letta non aveva stabilito in 240 mila euro annui il compenso massimo per i dirigenti e i dipendenti delle aziende pubbliche? Certamente. Solo che, grazie all’emissione di un “bond” da 350 milioni di euro quotato alla Borsa di Dublino, la Tv di Stato si è collocata nel novero delle società pubbliche esonerate dl “vincolo 240 mila euro” in quanto, appunto, quotate o emittenti di titoli negoziati sui mercati ufficiali. Una furbata, insomma, da “Guiness dei primati”. A conferma, ancora una volta, che, fatta la legge, trovato l’inganno. Vergognoso, ma, a maggior vergogna, legale. Utenti Rai, state sereni, suvvia, Maremma paraventa.

Il matto di Monaco

“Per fortuna – hanno tirato un sospiro di sollievo nell’ “entourage” della Cancelliera tedesca, Angela Merkel – l’attentatore di Monaco di Baviera non è risultato un terrorista, ma un disturbato di mente”.

Perché per fortuna? Perché, se si fosse trattato di un terrorista, la Cancelliera Angela Merkel, nell’imminenza della campagna elettorale per le elezioni federali del prossimo anno, si sarebbe trovata in più di qualche difficoltà. Soprattutto in Baviera dove oggi amministra il Lander quell’Horst Seehofer che, nell’attuale Governo, è il suo più fiero rivale. Quella di Monaco – si è espressa la Cancelliera Merkel – è stata una notte di orrore difficile da sopportare. Protagonista un matto, comunque, un po’ meno difficile.

L’inferno può attendere

“Il Comitato “No grazie” – ha spiegato, presentandolo ad Arezzo, la “leader” di “Fratelli d’Italia”, Giorgia Meloni – è aperto a quanti vogliono dire “no” al referendum sulle riforme costituzionali, ma anche una piattaforma per la ritrovata unità di un fronte alternativo al renzismo”.

Il “forzista” Giovanni Toti e il “leghista” Roberto Maroni, che erano con lei sul palco, hanno applaudito. Matteo Salvini, da Milano, ha condiviso. Paolo Romani e Renato Brunetta, da Roma, hanno acconsentito. Un successo, dunque, per Giorgia Meloni. Ma non poteva essere che così. Perché lei è stata avveduta. Si è limitata a ribadire la necessità di un esercito forte e coeso contro il referendum e il renzismo, ma non ha commesso l’errore di indicare chi quell’esercito dovrebbe guidare all’agognata vittoria. Guai, se l’avesse commesso. Altro che successo: si sarebbe scatenato l’inferno. Ma l’inferno può attendere. Sì, però fino a quando?

Dove sta Dudù?

“Renato Schifani – dopo la recente visita segreta ad Arcore, da Silvio Berlusconi, seguita alle sue dimissioni di capogruppo del “Nuovo Centro Destra” al Senato – ha raccontato di essere rimasto sorpreso nel non vedere più il barboncino Dudù e la sua numerosa famiglia”.

La notizia pare abbia sconvolto, soprattutto, l’animalista “forzista” Vittoria Brambilla. Qualcuno ha ipotizzato che Vittoria si sia disperata, come l’Isaia nella canzoncina napoletana di Raffaele Cutolo, “dove sta Dudù, uh Maronna mia… Jammolo a truvà, sù, faccimm ambress, jammolo a truvà con la banda in testa…” Ma non è vero. Vittoria Brambilla è un’animalista, ma un’animalista seria. Silvio Berlusconi, però, non farebbe male a rassicurare l’Italia su dove sia finito Dudù con tutta la sua numerosa famiglia. Mica l’avrà venduto, come il “Milan”, ai cinesi? A quei cinesi ai quali – come noto – piacciono tanto i calciatori italiani in campo, ma potrebbero piacere tanto, anche, i barboncini italiani a tavola. Silvio Berlusconi, per favore, rassicuri l’Italia.


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