Riapre Approdo 56, ristorante di solo pesce in via A. Dulceri 56, Roma
La coraggiosa sfida di Luca Pellegrini e Mirto RandazzoLuca Pellegrini e Mirto Randazzo, in tempo di covid e con un coraggio da leoni, sfidano la malasorte riaprendo il ristorante Approdo 56.
Prenoto il pranzo per sabato 7 novembre, giorno di riapertura; il pranzo è una scelta obbligata dall’ultimo DPCM per il divieto (nei ristoranti “pubblici”) delle cene.
Arrivo puntuale alle 13 e ad accogliermi c’è Luca, che gestisce la sala, mentre ai fornelli c’è Mirto.
L’ambiente è gradevole e ricorda i colori del mare.
I tavoli, come da regolamento anti-covid, sono al massimo da 4 posti, così, essendo solo, mi siedo in uno apparecchiato per due.
Subito Luca mi porta il menù delle pietanze e la carta dei vini: li consulto rapidamente e comprendo che c’è una particolare cura nella scelta quotidiana delle pietanze; sono ancora preso dai miei pensieri, quando Luca sottolinea con un certo orgoglio: “Da noi comanda il mare”.
Lo scarico del pesce viene fatto il sabato mattina (il ristorante è aperto solo al pranzo del sabato e della domenica), per cui Mirto, lo chef, decide il menu in base ai doni del mare di “quel giorno” (straordinario esempio di chi vuole navigare solo nell’eccellenza, penso tra me e me).
“La freschezza del pesce è la nostra massima preoccupazione, per cui utilizziamo sempre il pescato di prossimità…”, Luca è particolarmente disponibile a fornirmi tutte le informazioni, dimostrando affabilità e passione per un lavoro antico, ma sempre attuale… “Il sodalizio con Mirto dura sin dal 1998, avevamo un ristorante in zona Prati e da quest’anno abbiamo deciso di trasferirci al Pigneto”.
“Preferisco che sia lei a scegliere i piatti del giorno da farmi gustare…”, lo interrompo perché sono entrati altri clienti nel ristorante e non voglio monopolizzarlo.
Ridò un’altra occhiata al menu di giornata: sono tutti piatti a base di “pesce povero”, ricchissimi di omega 3 e 6 (è preferibile quello di piccola taglia perché ha un minor contenuto di mercurio); è importantissimo cibarsi di pesci della cosiddetta “filiera corta”, di stagionalità e che non siano a rischio di estinzione.
Quando si parla di cibi grassi si pensa erroneamente ai “nemici della salute”, ma nella grande famiglia dei lipidi ce ne sono alcuni fondamentali per la vita umana come gli acidi grassi polinsaturi omega 3 e 6.
Non voglio tediarvi con mere disquisizioni scientifiche, ma è bene sapere che i suddetti acidi grassi hanno una notevole funzione per prevenire le coronaropatie, le tromboembolie, nel rivestire la membrana cellulare, hanno una funzione immunomodulante, diminuiscono i valori ematici del colesterolo e trigliceridi, aumentano l’HDL (il cosiddetto colesterolo buono), insomma intervengono in numerose azioni benefiche. Altresì importante è la proporzione (ottimale è intorno a 4) di omega 3 e 6 che introduciamo nella dieta e, cioè, per ogni grammo di omega 3 non dobbiamo eccedere oltre i 4/5 grammi di omega 6.
Gli acidi polinsaturi non si trovano solo nel pesce (soprattutto quello azzurro), ma anche nei vegetali come, per esempio, nella frutta secca, nei semi di canapa sativa e di lino (e rispettivi oli, ma che hanno un gusto ben diverso dall’olio d’oliva).
Luca sento che si consulta con Mirto per cui comincia a farmi assaggiare un gradevole antipasto di mozzarella di bufala con bottarga e alici, tagliolini con calamaretti spillo conditi con pomodoretti e zucchine julienne ed infine una strepitosa salsiccia di tonno su una base di gustose lenticchie.
Sazio e soddisfatto oltre misura sto per andar via, quando mi accorgo di un altro piatto: “…noi la chiamiamo zuppa di paranza perché non ci sono crostacei né calamari…” è Luca che ci tiene a precisare, facendomi capire che, questa grande pietanza tipica di ogni regione italiana, mi “costringerà” a ritornare all’Approdo 56 per rendere onore al trionfo del pescato italiano di prossimità.
Henos Palmisano
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