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Ritrovata la villa di Messalina al Pincio

L'Egittomania nel I secolo d.C. nella villa della donna più affascinante e dissoluta dell'epoca augustea

Dopo anni di ricerca e storia letta solo sui libri, finalmente gli archeologi hanno portato alla luce la villa romana di Messalina  al Pincio, proprio nel parco di Villa Medici a Roma.

La villa è databile al I secolo dopo Cristo e rispecchia la moda di quel tempo, ovvero l’Egittomania. Gli archeologi hanno ritrovato, infatti arredi e decori in stile egiziano, oltre a mosaici, statue e un vasto sistema di giardini, fontane e ninfei.

ritratto di MessalinaUna scoperta che torna a far parlare di Messalina, una donna bellissima che fu colpita dalla “damnatio memoriae“, cancellata dai documenti storici e dai monumenti.
Eppure Messalina, moglie bambina dell’imperatore Claudio di 40 anni più vecchio di lei, sposato perché impostogli da Caligola, era imparentata con la Gens Iulia, poiché nipote di Ottavia Minore, sorella del grande Augusto.
Il suo carattere irruento, il suo fascino e la vita dissoluta, la portarono ben presto ad essere odiata da molti storici del tempo, che la ritraggono colpevole di molte crudeltà tra cui l’esilio di Seneca. Un personaggio, insomma, cosi particolare che abbiamo imparato a conoscere oltre che dai libri storici, soprattutto dalla cinematografia degli anni 60.

Secondo gli studiosi la villa ritrovata al Pincio era stata confiscata dall’imperatrice Messalina proprio dopo l’uccisione di Caligola.

Gli scavi a ViMessalinalla Medici sono stati seguiti dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Roma in collaborazione con l’Accademia di Francia e la Sapienza, nell’ambito di lavori per ricavare locali di servizio dietro la cinquecentesca Falegnameria, che hanno riportato alla luce le strutture della residenza, ma soprattutto gli apparati decorativi dei suoi ambienti, databili alla prima metà del I secolo dopo Cristo (entro massimo il 50 d.C.).

L’archeologa Patrizia Fortini racconta alla stampa della diffusione del culto dell’Egitto e di conseguenza dell’arte: ”Lanciata dall’arrivo di Cleopatra a Roma al seguito di Giulio Cesare – dichiara la Fortini – La moda di citare miti, stili, vezzi dell’antico Egitto che in età augustea imperava, con l’élite romana che gareggiava a farne sfoggio nelle proprie residenze”.
Negli scavi sono stati ritrovati molti elementi decorativi in stile egiziano tra cui la ceramica a pasta vitrea. A datare maggiormente la villa al I secolo d.C. è senza dubbio tutto il ciclo pittorico rinvenuto sulle pareti, che richiama lo stile architettonico e paesaggistico molto diffuso durante l’epoca di Augusto.
Ad alimentare invece i meravigliosi ninfei, l’acqua portata dall’acquedotto Vergine (quello che alimenta anche la Fontana di Trevi).
“Stimiamo che l’attuale estensione di Villa Medici, ricalchi in parte la residenza imperiale – continua Patrizia Fortini. Non a caso un’altra speciale sorpresa è emersa durante i recenti lavori di restyling della biblioteca Hertziana di via Gregoriana”.


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