San Filippo Neri, follia al pronto soccorso: infermiera aggredita al volto con una scarpa
Sul luogo è intervenuta prontamente una pattuglia della polizia di stato, che ha immobilizzato l’aggressore e lo ha portato viaLa tensione al pronto soccorso dell’ospedale San Filippo Neri si trasforma in violenza: lunedì 16 dicembre, nel tardo pomeriggio, un 40enne ha perso la calma e ha colpito al volto un’infermiera di 35 anni con una scarpa.
L’episodio, avvenuto allo sportello dell’accettazione, segue un’altra aggressione verificatasi nello stesso ospedale poco più di un mese fa.
L’aggressione al pronto soccorso:
Intorno alle 18:20, il pronto soccorso si è trasformato in un campo di tensione.
Per motivi ancora da chiarire, un uomo ha improvvisamente dato in escandescenze e, in preda a una rabbia incontrollata, ha colpito con una scarpa il viso di un’infermiera.
Sul luogo è intervenuta prontamente una pattuglia della polizia di stato, che ha immobilizzato l’aggressore e lo ha portato via.
L’uomo è stato arrestato con l’accusa di lesioni personali a danno di personale sanitario, un reato che in Italia viene considerato particolarmente grave.
Il precedente: autista di ambulanza colpito con due pugni
Non è il primo episodio di violenza al San Filippo Neri. A inizio novembre, un 43enne italiano, mentre attendeva cure mediche, ha aggredito senza preavviso il conducente di un’ambulanza.
L’attacco si è verificato nel momento in cui i portelloni del mezzo venivano aperti per il trasferimento del paziente nella sala triage.
In un gesto repentino e ingiustificato, l’uomo ha colpito l’autista con due pugni al labbro superiore, provocandogli ferite che hanno richiesto cinque giorni di prognosi. Anche in quel caso, il responsabile è stato fermato e arrestato.
Problemi Sociali:
Per Di Silverio segretario nazionale e regionale di Anaao Assomed , il nuovo pronto soccorso “appena inaugurato avrebbe dovuto rappresentare un simbolo di efficienza e innovazione al servizio dei pazienti, e non un nuovo teatro di aggressioni.
Quello del personale medico e sanitario è diventato un problema sociale – hanno proseguito – e i deterrenti non bastano ad evitare episodi come quello di ieri che ha visto ancora una volta soccombere ad una violenza animalesca una dottoressa, una collega che cercava solo di curare. Nessuna tutela, nessuna protezione.
Dove è finito lo Stato? Dove sono le Aziende che dovrebbero garantire la sicurezza per gli operatori? Ci sentiamo sempre più soli costretti a combattere la malattia, stretti dai continui attacchi mediatici, personali, politici.
Chiediamo all’Azienda di costituirsi parte civile a tutela della dignità e dell’integrità dell’operatore dell’Azienda stessa e del sistema sanitario nazionale. Si agisca ora – hanno terminato – per evitare quella fuga che diventa oggi l’unica via d’uscita ad una situazione davvero insostenibile“.
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