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San Lorenzo non può accogliere più immigrati

Il quartiere già afflitto dalla microcriminalità e il degrado ha già accolto 200 immigrati, ora tocca agli altri

San Lorenzo è un quartiere ospitale e multiculturale, è un quartiere di artisti e anche di famiglie. Ogni giorno questo quadro molto pittoresco viene messo a dura prova dalla movida, la microcriminalità e lo spaccio di droga. Non solo di notte.

Ad aggravare la situazione, contro cui alcuni comitati e lo stesso Presidente Giuseppe Gerace hanno già posto un veto, l’arrivo di 200 immigrati che dovevano essere sistemati in parte in un immobile sequestrato alla mafia in via dei Reti. Un immobile non grandissimo che non avrebbe garantito una giusta collocazione degli stessi inasprendo in questo modo i rapporti degli immigrati con il resto della popolazione.

Giuseppe Gerace
Giuseppe Gerace

“Doveroso precisare la notizia apparsa sul Messaggero di oggi in merito alla ipotesi di trasferimento di altri 150 rifugiati nel II Municipio.
Siamo un territorio accogliente e che vuole favorire l’integrazione – fanno sapere dal Municipio – Per questo motivo, pur non essendo stati coinvolti a suo tempo, abbiamo accettato di ospitare nel centro Baobab di via Cupa circa 200 immigrati.

Venuti a conoscenza però del fatto che si sia liberato uno stabile a San Lorenzo in via dei Reti (bene confiscato alla Mafia) riteniamo sia corretto destinare questo immobile dopo il massimo coinvolgimento con il Consiglio del Municipio e le Associazioni di quartiere e senza decisioni calate dall’alto. Crediamo che l’integrazione possa realizzarsi al meglio con la creazione di piccoli nuclei e non concentrando circa 400 rifugiati in uno stesso quadrante.”

Qualche giorno fa in una nota Francesca Danese aveva dichiarato che lo stabile in questione con “Quattro piani per cinque unità abitative, 13 stanze con bagno indipendente, altri servizi comuni verrà destinato a famiglie in emergenza abitativa”.

Molti i commenti lasciati sulla pagina facebook del Presidente Gerace e del Consigliere Andrea Liburdi (che aveva postato sul suo profilo un articolo comparso su Il Messaggero); c’è chi parla della struttura del Baobab affermando che “Il centro fu pensato dal comune come luogo d’accoglienza. Un modello capace di accogliere almeno duecento rifugiati con tutti i comfort per cui spese oltre due milioni di euro. L’immobile a San Lorenzo non ha quelle caratteristiche ” e chi senza pensarci due volte è convinto di “non voler nessun immigrato”, forse non fomentati dall’odio razziale, ma dalla situazione già disastrosa in cui gli abitanti del quartiere sono costretti a vivere da un po’ di anni a questa parte.

Intanto dall’assessorato alle politiche sociali del Comune di Roma fanno sapere che “Non ci sono posti nei centri di accoglienza e che comunque lo stabile era da utilizzare per far fronte all’emergenza abitativa, che non è solo romana”. L’assessorato continua affermando che il numero di 200 rifugiati di cui parlano alcuni quotidiani sia del tutto falso.

In realtà 200 è il numero complessivo dei rifugiati, di cui, da sistemare in via dei Reti, solo 60 poiché il centro Baobab (sempre II Municipio a circa un 1km di distanza) ha già accolto 174 immigrati ai quali si sommano 60 tra donne e bambini ospitati in case protette.
Il tempo per espletare le procedure di legge per il passaggio e destinazione d’uso è di almeno due mesi.

Quindi gli ultimi 60, se non cambieranno le cose, dovrebbero arrivare fra qualche mese. Certo che per il futuro sarebbe davvero molto più funzionale avvisare il minisindaco in primis e i comitati di quartiere su decisioni tanto delicate.


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