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Sandokan, in bici verso l’Islanda

21 giorni per fare il tour dell'isola

Viaggiare è sinonimo di serenità, gioia, divertimento e soprattutto di un esperienza che rimarrà sempre nei ricordi di ciascuno.
Vi sono molti modi per intraprendere un viaggio sia per quanto riguarda il mezzo scelto che per la meta.
Giacomo 35enne romano, soprannominato Jack ‘Sandokan’ Lumino, è un appassionato di ciclismo sin da quando era piccolo: ’’Mio nonno aveva una ciclofficina e vi riparava le biciclette. Crescendo mi sono avvicinato al mondo delle moto e ho attraversato l’Europa. Da qualche tempo sono ritornato al primo amore: la bicicletta.
Sicuramente pedalando si ha più possibilità di guardarsi intorno e ammirare il paesaggio. La bicicletta mi dà un grandissimo senso di libertà’’.
Ed è proprio in bicicletta che il nostro protagonista ha visitato l’anno scorso la Cornovaglia, vedendo in lungo e in largo uno dei posti più belli del mondo. “Sono partito a novembre da solo e – ci rivela – ho avuto grossi problemi con la pioggia.”

Nonostante le difficoltà patite, Sandokan non ha mai pensato di smettere di pedalare: “Non ho mai pensato di mollare perché la voglia di conoscere e scoprire posti nuovi è sempre stata più forte della fatica”.

Hafnarfjorour bici islandaE’ proprio la curiosità e la voglia di conoscere realtà diverse rispetto alla propria che riescono a tirar fuori da ciascuno delle energie nascoste, che permettono di raggiungere obiettivi inimmaginabili. Giacomo lo sa bene e il 9 giugno è partito per un altro viaggio, in uno dei luoghi più freddi del mondo, l’Islanda, ma questo non lo spaventa affatto: “Sono atterrato ora a Dusseldorf in attesa del volo per Reykjavik. Mi recherò in Islanda assieme ad Ettore, mio amico e compagno di viaggio. Ci piacciono le vacanze avventurose non perché vogliamo emulare qualcuno, ma perché abbiamo la possibilità di andare in luoghi che offrono molto a livello visivo, naturalistico e paesaggistico. Indubbiamente incontreremo un clima poco ‘amico’, le temperature saranno intorno ai 10 gradi di giorno e vicine allo 0 di notte. Pioggia e vento ci faranno compagnia spesso. La strada sarà abbastanza agevole anche se molti tratti non saranno asfaltati’.

Seguiremo sul blog della nostra redazione, passo passo o meglio pedalata dopo pedalata, le avventure di Sandokan, monitorando attraverso i suoi contribuiti la bellezza dei paesaggi e allo stesso tempo le difficoltà vissute dal protagonista nei 21 giorni del suo tour sia per quanto riguarda il clima che per la sopravvivenza in questi luoghi cosi diversi per usi, costumi e vivibilità rispetto a Roma.
Roma la città dove Giacomo da qualche tempo per gli spostamenti casa/lavoro e nel tempo libero utilizza la bicicletta. “Le strade della capitale, il traffico e l’ignoranza degli automobilisti rendono le mie pedalate quotidiane difficili e pericolose. Le piste ciclabili scarseggiano e quelle poche che ci sono sono tenute in pessimo stato. Il tratto che porta da viale Somalia alla Moschea è infestato dai rovi e le buche non si contano. Nel tragitto da casa al lavoro percorro la via Nomentana ed ogni mattina mi affido al Santo di Giornata. Per ora pare che funzioni.
Il grande vantaggio di muoversi in bici è la facilità di parcheggiare (bastano un buon palo di ferro ed una buona catena) e quindi la possibilità di arrivare praticamente a destinazione senza dover perdere tantissimo tempo a cercare parcheggio (con il rischio poi di prendere multe).
La bicicletta è inoltre un mezzo ecologico e richiede una manutenzione che in termine di costi è bassissima (cambio copertoni al max 70 euro all’anno).
Sono socio della FIAB (Federazione Italiani Amici della Bicicletta); iscriversi costa 30 euro all’anno e con l’iscrizione è prevista una copertura assicurativa contro terzi (quindi sono anche tutelato se per caso dovessi procurare un danno a qualcuno).
Rispetto agli altri mezzi di trasporti privati sicuramente la bicicletta consente un grande risparmio di soldi e poi fa anche bene alla salute. Pedalare 20 km al giorno aiuta a mantenersi in forma”.

“A Roma – conclude Giacomo – non c’è ancora molta “cultura” ciclistica. Ieri, 9 giugno, giorno della mia partenza sono arrivato all’aeroporto di Fiumicino. Dopo aver imbarcato le borse sono andato al check in per i bagagli oversize e sono stato testimone di un episodio incredibile: giro l’angolo spingendo la bici (la compagnia aerea Lufthansa non richiede lo smontaggio della bici perché hanno degli speciali contenitori negli aerei – sono di un altro pianeta) e il responsabile della sicurezza nel vedermi esclama: “Aoooo ce mancava pure e biciclette, daje smonta tutto, manubrio, sella, portapacchi… daje”. Sono rimasto allibito più che altro perché si presume che chi offre un servizio al cittadino soprattutto indossando una divisa (guardia privata di sicurezza) dovrebbe mantenere un comportamento educato e gentile. Gli ho fatto presente che era stata la compagnia aerea a dirmi di non smontare la bici e che non avevo gli attrezzi per farlo perché li avevo precedentemente imbarcati nei bagagli. Alla fine dopo non poche rimostranze sono riuscito a superare i controlli e a partire”.
Sul blog della nostra redazione Jack terrà anche un diario del suo avventuroso viaggio attraverso l’Islanda.


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