Sanità. Ancora la Costituzione sulla “cura”

Quello che serve per battere la malattia - un libro

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale. La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana. Il servizio sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio. L’attuazione del servizio sanitario nazionale compete allo Stato, alle regioni e agli enti locali territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini. Nel servizio sanitario nazionale è assicurato il collegamento ed il coordinamento con le attività e con gli interventi di tutti gli altri organi, centri, istituzioni e servizi, che svolgono nel settore sociale attività comunque incidenti sullo stato di salute degli individui e della collettività. Le associazioni di volontariato possono concorrere ai fini istituzionali del servizio sanitario nazionale nei modi e nelle forme stabiliti dalla presente legge.”

(Legge 23.12.1978, “Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale”, Articolo 1)

La Salute è “una condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale e non esclusivamente l’assenza di malattia o infermità.”

(Definizione di salute secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità).

Nei miei oltre 40 anni di lavoro nella Pubblica Amministrazione e, in particolare, nei ranghi dei Dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, la lettura dell’Articolo 1, della Legge n.833/78 – che quel Servizio Sanitario Nazionale ha istituito (per tutti – cittadini e no – di questa Repubblica, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”) e che in parte ricalca l’Articolo 32 della nostra Costituzione – è sempre stata per me la dimostrazione lampante – e affatto teorica – dell’affermazione che vuole questa Repubblica nata dalla Resistenza.

Vi domanderete perché. È presto detto. In primis perché lo spirito e la lettera di quella Legge traducono in pratica il Principio dell’uguaglianza (uno dei cardini della lotta dei nostri Partigiani e delle nostre Partigiane), traslato nell’Articolo 3 della Costituzione. Secondariamente perché quella Legge è stata pensata, fortemente voluta e redatta da una donna che è stata una Partigiana combattente. Mi riferisco a Tina Anselmi (1927-2016) quando era Ministro della Sanità (era l’anno 1978 e la Anselmi era stata, dal 1976 al 1977, Ministro del Lavoro, la prima donna Ministro della Repubblica). La stessa Tina Anselmi nominata, nel 1981, Presidente della Commissione d’Indagine Parlamentare che porterà allo scioglimento della Loggia Massonica Coperta Propaganda 2. La stessa Tina Anselmi che era diventata giovanissima staffetta partigiana, nella Brigata Autonoma “Cesare Battisti”, dopo avere visto penzolare, dai lampioni e dagli alberi del viale della città di Bassano del Grappa, i corpi di 33 giovani Partigiani, ammazzati così per rappresaglia dai nazifascisti.

Dunque, per me quella Legge del ‘78 ha un valore particolare e ne scrivo oggi – che questo Servizio Sanitario Nazionale è fortemente attaccato e penalizzato nelle risorse, umane ed economiche, rischiando la prematura estinzione a vantaggio della Sanità privata – per segnalare l’uscita di un Volume che ne racconta non solo la genesi, ma la concreta azione di cura. Il libro s’intitola “Quello che serve; un racconto tra malattia, cura e Servizio Sanitario Nazionale”, lo hanno scritto Massimo Cirri, ex dipendente del Servizio Sanitario Nazionale, ma più noto come conduttore del Programma radiofonico Caterpillar, e Chiara D’Ambros, giornalista d’inchiesta e collaboratrice del Programma di RAI 3, Report, mandato in Libreria nel 2022 con l’Editrice Manni.

Non si tratta di un Manuale tecnico su come approcciarsi e “maneggiare” il Servizio Sanitario Nazionale, ma di un racconto che unisce la storia personale di un malato (Massimo Cirri) e il lavoro che – attraverso le sue Strutture e i suoi Specialisti – il più volte citato Servizio Sanitario Nazionale, ha svolto per restituire la salute al malato in questione, nel senso auspicato dalla definizione dell’OMS (definizione che avete incontrato all’inizio di questa Nota). Dunque, se proprio sentite il bisogno di appioppargli un’etichetta lo potete tranquillamente considerare un Saggio di Medicina Narrativa. Insomma, nelle pagine di questo libro trovate, insieme, la storia di un malato e quella di chi si è preso l’incarico di curarlo o, come si dice in questi casi, l’ha “preso in carico”, espressione che dà l’idea di qualcuno ben identificato che ti si carica sulle spalle, allevia il peso della tua condizione di non salute e ti porta verso la guarigione, o almeno ci prova, considerato che la Medicina non è una Scienza esatta.

Dunque, questo libro è la storia di volontà diverse, unite nel compito arduo prima di capire, poi di combattere e infine di vincere la malattia, meglio lo stato di non-salute che ha colpito la persona e messo alla prova la bontà di funzionamento della Struttura, umana e materiale, a cui quella persona si era rivolta per essere curata. Va detto, all’inizio con scetticismo. La persona malata di questa storia si chiama Massimo Cirri e quando gli hanno annunciato di essere portatore di un tumore (questa patologia ha diversi nomi: cancro, carcinoma, neoplasia, tumore e quest’ultimo sembra quello meno violento) la vita vissuta fino a quel momento gli deve, certo, essere passata davanti in un lampo, così come l’incertezza e la difficoltà del cammino che, da quel momento in poi, lo attendeva.

Le domande che si è posto: mi cureranno? Le cose funzioneranno? Ce la farò? Sono certamente quelle che ogni persona a cui viene diagnosticato uno delle centinaia di tumori esistenti (ognuno dei quali è un caso unico) si pone. Poi sulla sua strada di persona malata, Massimo Cirri, ha incontrato una Specialista, la Dottoressa Locati, e da quel momento non è stato più solo, anzi – come lui stesso ha scritto e come voi potrete leggere tra breve – ha fatto una scoperta comune a molti malati che sono curati dal nostro Servizio Sanitario Nazionale.: il Servizio Sanitario Nazionale funziona e lo ha curato, senza che lui spendesse una lira (pardon, un Euro). Ecco le sue parole:

  • «Uno non ci pensa, io sono stato curato, curato bene e infatti sono ancora qui, e non ho pagato nulla. Allora sono andato a riguardare i documenti che avevo conservato: tomoscintigrafia globale pet, importo 1.081 euro e 86 centesimi, e io non ho pagato nulla, ma neanche una lira, perché c’è il Servizio Sanitario Nazionale. Il SSN per me ha speso 40.000 euro, avrebbero potuto essere 100.000 o 500.000, però mi avrebbe curato indipendentemente dai soldi. Che cosa c’è dentro questo valore? È un pezzo di democrazia?».

Che altro scrivere? Solo una riflessione personale per chiudere, invitandovi nuovamente a leggere il libro di Cirri e D’Ambros: dovremmo provare ad avere più fiducia in questo nostro Servizio Sanitario Nazionale, il Servizio pubblico universale che si occupa della nostra salute e annovera, tra le sue fila, delle eccellenze che ci sono riconosciute a livello mondiale. Un Servizio fatto di uomini e di donne che fanno un lavoro spesso pesante ed ingrato e sicuramente sono mal retribuiti; uomini e donne quotidianamente si “prendono cura” dei malati e che ci hanno accompagnato fuori da una pericolosa pandemia, pagando un prezzo alto in vite spezzate per tenere fede al loro giuramento  e rendere reale l’obiettivo di salvaguardare la nostra salute, ovvero di metterci, tutti, in “una condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale”. 

Cerchiamo di ricordarlo più spesso di quanto già non facciamo, anche quando ci scontriamo con i malfunzionamenti del sistema e la disattenzione (e sono buono) di alcuni Operatori e Operatrici, perché, la fiducia in chi ci cura – come spesso ci ricordano i Medici – è parte del processo di avanzamento verso la guarigione, come lo sono le terapie che ci vengono prescritte.

Qui trovate il racconto di questa storia di cura dalla viva voce di Massimo Cirri: https://www.facebook.com/emergency.ong/videos/quello-che-serve-un-racconto-dal-sistema-sanitario-italiano-massimo-cirri-e-chia/580510772664347

Ugo Fanti, Presidente della Sezione Anpi di Roma Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini

 


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