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Sanità, nella Capitale boom visite per Covid e influenza

"Una mole di attività così non si era mai vista. Il picco quando riapriranno scuole"

Boom di accessi agli studi dei medici di famiglia durante le feste. Tra la stagione dell’influenza e la recrudescenza da Covid anche i Pronto soccorso della Capitale così come del Lazio sono in affanno.
Attualmente i Pronto soccorso più affollati risultano essere: il Policlinico Umberto I con 169 pazienti, seguito dal Gemelli con 138 accessi, e l’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina con 132 pazienti.Sopra quota cento anche i Dea del Policlinico Tor Vergata, San Camillo Forlanini, Sant’Andrea e ospedale Pertini.

Una mole di attività così non si era mai vista – spiega il segretario della Fimmg di Roma e provincia, Pier Luigi Bartoletti -. Nel mio studio le visite sono raddoppiate in questi giorni. E’ il mix di Covid, influenza e sintomatologia intestinale.
Il peggio deve ancora arrivare perché adesso i casi di influenza sono pochi ma ci aspettiamo il picco a inizio gennaio quando riapriranno le scuole”.

Bartoletti poi spiega: “Rispetto a prima le terapie non sono più legate alla stagionalità dell’influenza perché ora c’è anche il Covid. Da quello che mi risulta anche i pronto soccorso a Roma sono in affanno per il carico di accessi”.
L’aumento degli accessi nei Pronto soccorso è stato confermato anche dall’Ordine dei Medici di Roma:
Nei momenti di difficoltà il sistema va in crisi – ha spiegato il presidente Antonio Magi -. Questo è un periodo in cui, oltre agli incidenti delle feste, si aggiungono i casi dell’influenza che si sommano ai casi Covid, anche perché abbiamo eliminato le mascherine che avevano attenuato la diffusione dei virus influenzali”.
Secondo quanto riferisce Magi “risulta nei Pronto soccorso un’attività superiore del 30% rispetto al periodo natalizio dei tempi pre-covid.
Ora noi abbiamo i soldi per le attrezzature e per le strutture grazie al Pnrr, ma abbiamo un’altra urgenza che è la carenza di personale medico e infermieristico“.
Per il presidente è necessario “incrementare il personale anche sul territorio, come negli ambulatori o i medici di famiglia, poiché altrimenti andiamo a ingolfare i pronto soccorso degli ospedali”.


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