L’operazione, denominata “Insider”, giunge a conclusione di una complessa e articolata attività di indagine, condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica – Polizia Postale Lazio, coordinato dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, e diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli. L’indagine ha origine da alcune denunce sporte da ignari titolari di polizze, defraudati dei loro risparmi ed ha visto la collaborazione dell’ufficio Fraud Management di Poste Italiane.
Infatti, le attività investigative hanno consentito. di documentare la riscossione fraudolenta di polizze per un totale di 1,5 milioni di euro, mentre la collaborazione con l’ufficio prevenzioni frodi di Poste Italiane ha permesso di sventare numerosi altri tentativi per un importo di 3,5 milioni di euro, che l’organizzazione criminale stava pianificando ed attuando. La Polizia Postale, attraverso classiche attività di investigazione, quali pedinamenti ed appostamenti, con attività di intercettazione telefonica condotte per oltre 7 mesi, nonché mediante l’uso di strumenti tecnologici all’avanguardia per l’analisi dei contenuti dei dispositivi informatici sequestrati agli indagati nel corso delle perquisizioni, è riuscita ad individuare il capo dell’organizzazione criminale, un pregiudicato napoletano che supervisionava tutta l’attività delittuosa.
Nel frattempo, gli investigatori hanno accertato l’esistenza di numerosi altri componenti del sodalizio criminale, consentendo di delineare i differenti ruoli e compiti dei singoli soggetti coinvolti, dalla compartecipazione alla riscossione fraudolenta delle polizze, anche presentandosi personalmente presso sportelli degli uffici postali campani e laziali, alla divisione dei proventi fra i vari correi, con acquisto di beni e di valori di provenienza illecita. Determinante è risultato il coinvolgimento di quattro dipendenti infedeli di Poste Italiane, cosiddetti insider i quali, accedendo abusivamente agli archivi aziendali, fornivano informazioni sui clienti intestatari delle polizze, sulle somme sulle stesse giacenti nonché sulle modalità più idonee per riscuoterle in danno degli ignari correntisti, informazioni che si sono rivelate determinanti per il perfezionamento delle frodi.