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Shaktar Donetsk-Roma 2-1: una ripresa da incubo

I giallorossi distruggono nel secondo tempo quello che avevano costruito nel primo

La Roma distrugge nel secondo tempo quello che aveva costruito nel primo e se la qualificazione ai quarti di finale della Champions è ancora in bilico, lo si deve quasi esclusivamente al suo portiere, che in almeno tre interventi dimostra di essere quasi insuperabile. I giallorossi questa volta azzeccano l’approccio e per 45 minuti giocano come al gatto col topo con gli avversari. Nel secondo tempo però sbagliano tutto e riescono a rovinare il lavoro prodotto nel primo.

Il freddo gelido di Kharkiv sembra non aver effetto sui piedi e le gambe degli ospiti che pronti via, sono quelli che ogni tifoso si aspetta, maturi, compatti e precisi in ogni zona del campo. Gli uomini di Di Francesco, infatti annullano tute le velleità avversarie con una presenza di gioco e soprattutto una compattezza di squadra, degna delle migliori giornate. L’unico neo del primo tempo è forse non riuscire a concretizzare tutte le occasioni che gli capitano davanti alla porta, Dzeko e Manolas in primis.

Al 44’ però i giallorossi finalmente segnano; Dzeko inventa una magia, passaggio filtrante in mezzo a due difensori avversari in area a servire Under, che con un tocco di classe supera il portiere, Roma giustamente in vantaggio.

Nella ripresa dopo un meritato tè caldo i romani rientrano in campo, ma è solo un’illusione, perché i giallorossi non ci sono più. L’intensità del primo tempo è sparita, e con essa la compattezza e la voglia di aiutarsi in ogni zona del campo. Il pareggio ucraino avviene nel modo che non ti aspetti, un lancio dalle retrovie di Rakitskiy viene bucato clamorosamente da Florenzi e Facundo Ferreyra scherza con Manolas, che commette l’errore imperdonabile di non accompagnarlo sul fondo, ma di concedergli il dribbling all’interno; l’argentino non crede ai suoi occhi e ringrazia, infilando Allison. La Roma si terrorizza, gli ucraini invece si galvanizzano e cominciano un pressing asfissiante.

La Roma comincia a sbandare di brutto e le fasce diventano terra di conquista per gli avanti avversari. Ci vuole un enorme Alisson per arginare la tempesta, che colpisce la barca giallorossa. Il portierone brasiliano compie due interventi mostruosi su Taison e Bernard, ma deve capitolare al 26’ quando Fred su punizione, trova una traiettoria all’incrocio. La Roma non c’è più e neanche i cambi di Gerson e Bruno Peres la rianimano. Il vantaggio ottenuto non appaga i padroni di casa, che continuano ad attaccare senza sosta. Al 93’ meriterebbero addirittura il terzo gol, ma il piedino miracoloso di Peres, che da terra blocca la palla calciata da Ferreyra, è il segno della provvidenza da cui ripartire nella gara di ritorno. Malgrado la ripresa disastrosa infatti, la Roma limita il passivo e tiene la qualificazione aperta. Ci vorrà una grande prestazione all’Olimpico e stavolta per 90 minuti, per riuscire a concretizzare il sogno quarti di finale.

SHAKHTAR DONETSK (4-2-3-1): Pyatov ; Butko , Kryvstov  (48’pt Ordets ), Rakitsky , Ismaily ; Fred , Stepanenko ; Marlos, Taison, Bernard (46’st Kovalenko); Ferreyra
In panchina: Shevchenko, Petriak, Dentinho, Patrick, Zubkov. Allenatore: Fonseca
ROMA (4-2-3-1): Alisson; Florenzi  (27’st Peres ), Manolas, Fazio, Kolarov; De Rossi, Strootman; Under, (27’st Gerson), Nainggolan (38’st Defrel), Perotti ;Dzeko. In panchina: Skorupski, Juan Jesus, Schick, Pellegrini.Allenatore: Di Francesco.
ARBITRO: Collum (Sco) .
RETI: 41’pt Under; 7’st Ferreyra, 26’st Fred.
NOTE: serata rigida, terreno in discrete condizioni, spettatori 35.000. Ammoniti: Ferreyra, Perotti, Taison. Angoli: 9-8 per la Roma. Recupero: 4′; 3′.

 


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