Stranezze di città, chiesa di Santa Maria in Cappella, nel rione Trastevere

"Andate a visitarla, passeggiando a piedi e non perdete l’occasione di ammirare anche il lungo e stretto omonimo vicolo..."

Dovevo andare a trovare una anziana conoscente alla Casa di Riposo Santa Francesca Romana, al vicolo di Santa Maria in Cappella. 

Doveva accompagnarmi un mio amico al rione di Trastevere, ma una sorpresa lo ha accolto domenica mattina nel suo cortile, che non gli ha permesso di utilizzare la bici per la prevista passeggiata in compagnia.

La sua bicicletta è rimasta ancorata al palo con la grossa catena e lucchetto ben chiuso, ma senza i cerchi con copertoni e la catena.

Sono andato da solo a Trastevere, in sella alla mia fedele polivalente, partendo da Tor Tre Teste.

Dopo una quindicina di chilometri sono passato sul ponte Palatino, con sotto il fiume Tevere, avendo sulla mia destra il ponte Emilio o Rotto (l’antico ponte in pietra del II° secolo a.C., il più lungo della città di Roma, all’epoca), e l’Isola Tiberina (unica isola urbana del Tevere, lunga circa 300 metri e larga circa 90).

Ho percorso qualche centinaio di metri del lungotevere Ripa (vicino c’era il porto fluviale di Ripa Grande), per poi entrare in via Ripense e proseguire per via Pietro Peretti e arrivare alla Casa di Riposo Santa Francesca Romana.

La mia conoscente l’ho trovata in giardino, 96 anni ben portati, e mi ha accolto con un sorriso e con questa frase:

“Amo la mia vecchiaia come le mie prime sillabazioni sul quaderno di calligrafia. 

Come se cominciassi adesso a conoscere la scrittura incerta della vita”.

Che animo la “vecchietta”!.

Prima che le venisse servito il pranzo sono uscito dalla casa di riposo e mi sono soffermato sull’adiacente (sono nello stesso spiazzo di sampietrini) piccola chiesa sconosciuta di Santa Maria in Cappella, la mia “stranezza di città” della domenica mattina.

Al civico n.6 del vicolo di Santa Maria in Cappella c’è un cancello, su una delle due colonne la targa in marmo della casa di riposo e una targa in plastica della Regione Lazio con su scritto “rete delle dimore storiche del Lazio”.

Fronte cancello c’è la piccola chiesa, sconosciuta ai più, di Santa Maria in Cappella, che tempo fa avevo avuto modo di ammirare in un acquarello del Pinelli del 1834.

Chiesa consacrata nel 1090 come Santa Maria ad pineam, in seguito: in Cappella, e restaurata qualche anno fa.

Nel corso del restauro è stato spostato l’altare e trovato un piccolo contenitore di ceramica con una scritta medievale e delle reliquie all’interno.

La scritta citava che nel contenitore erano depositate le ossa dell’apostolo Pietro. Possibile o impossibile?

Sicuramente un antipapa, per sacralizzarsi, traslocò delle reliquie dal Vaticano alla chiesetta di Santa Maria in Cappella.

Andate a visitarla, passeggiando a piedi e non perdete l’occasione di ammirare anche il lungo e stretto vicolo di Santa Maria in Cappella, via Pietro Peretti con la bellissima scala di casa esterna “come na’ vorta”, via dei Vascellari con la targa in memoria di Vincenzo Sagrestani che cita “casa libera di pesi e canone”, vicolo del Canale con targa su un portone con su scritto  giardino d’inverno coperto e riscaldato”, piazza dei Mercanti con la famosa taverna “Meo Patacca”. .


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