Stranezze di città, la fontana dei libri in via degli Staderari, Roma

Fontane a ricordo degli antichi rioni e mestieri e le fontanelle in ghisa, nella Capitale

Non potendo utilizzare la mia bicicletta per la programmata passeggiata ciclo turistica, ho noleggiato una bicicletta elettrica.

L’ho trovata davanti al “nasone” di largo Cevasco e con una piccola spinta del piede sul pedale sono partito da Tor Tre Teste per andare al Rione Sant’Eustachio.

La fontana dei libri a via degli Staderari dovevo visitarla a luglio scorso, il gran caldo ha spostato il mio appuntamento a settembre, ma la “Stranezza di città” con i sui zampilli d’acqua era sempre li ad aspettarmi.

Via degli Staderari è a due passi da piazza Navona, lambisce un palazzo del 1400 che è Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica.

Via degli Staderari ed altre tre strade circondano nella viabilità Palazzo Madama, c’è corso del Rinascimento, c’è via del Salvatore, c’è via della Dogana Vecchia.

Gli “staderari” erano i fabbricanti di bilance a stadere, quelle con un piatto solo e un peso contrapposto, in questa zona di Roma avevano le loro botteghe.

In precedenza, però, la via aveva un altro nome, via dell’Università con l’antico Palazzo della Sapienza, sede dell’Università, che oggi è il Complesso di Sant’Ivo alla Sapienza – Archivio di Stato.

La fontana dei libri è certamente legata alla vecchia via dell’Università e non alla nuova via degli Staderari, ed è anche legata al progetto del Comune di Roma che nel 1927 intese creare simboli urbani a ricordo degli antichi rioni cittadini e dei mestieri scomparsi.

Oltre la fontana dei libri, altre fontane sono state create in quegli anni a Roma, sono la fontana delle Anfore ubicata a piazza Testaccio, la fontana degli Artisti ubicata a via Margutta, la fontana delle Tiare addossata alle antiche mura del Passetto del Borgo a pochissimi passi dal Colonnato di San Pietro, la fontana della Pigna ubicata nei pressi di piazza Venezia, la fontana delle Palle di Cannone ubicata in via di Porta Castello, la fontana dei Monti ubicata in via di S. Vito, la fontana della Botte ubicata in via della Cisterna, la fontana del Timone ubicata in Porto di Ripa Grande.

Il Comune aveva anche l’obiettivo di rimpiazzare i “nasoni” in ghisa, ritenuti in quel periodo antiestetici.

I “nasoni”, le fontanelle di Roma, sono nati tanti anni prima a Roma, per la precisione nel 1874, per erogare acqua potabile gratuita nel centro e nelle borgate e per dare sfogo alla rete idrica.

I “nasoni” costruiti in ghisa, alti circa 120 cm, del peso di circa 100 kg, erano provvisti di tre bocchette a forma di drago.

L’acqua terminava la caduta nel condotto fognario, attraverso una grata posta a livello stradale.

Negli anni seguenti, il disegno delle fontanelle di Roma  venne modificato, le tre bocchette decorate lasciarono il posto a un unico cannello liscio la cui forma è all’origine dell’appellativo “nasone”. Hanno un piccolo foro nella parte superiore.

Tappando con un dito l’uscita principale della bocchetta, l’acqua zampilla verso l’alto; un piccolo trucco per bere più facilmente.


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