Stranezze di città, passeggiata cicloturistica da Tor Tre Teste a via Collatina Vecchia

Pedalata nel degrado perenne lungo l'Acquedotto Vergine

Sabato 15 giugno pedalavo in sella alla mia bicicletta verso Tor Tre Teste e ho deciso di non passare per via di Tor Cervara ma di passare per via di Salone.

Via di Salone inizia a via Tiburtina, nella zona di Settecamini, molto vicina alla chiesetta settecentesca di San Francesco. 

Siamo nella zona sud est di Roma.

E’ una strada lunga 5 chilometri circa, che attraversa l’abitato di Settecamini, una zona industriale, un cavalcavia dell’autostrada Roma-Teramo, la campagna e le anse del fiume Aniene, un sottopasso della ferrovia Roma-Sulmona-Pescara e la linea TAV Roma-Napoli, quando termina s’incrocia con via Collatina.

Poche centinaia di metri prima di arrivare a via Collatina, inizia la lunga recinzione della sorgente dell’Acquedotto Vergine.

2043 anni fa (nel 19 a.C), in quella zona denominata Agro Lucullano, all’VIII miglio della via Collatina, fu inaugurato l’Acquedotto Vergine (Aqua Virgo) da Agrippa, genero dell’imperatore Augusto.  

L’unico degli undici principali acquedotti di Roma antica che è ancora funzionante all’interno della città.

Alimenta le più belle fontane di Roma: la Barcaccia a piazza di Spagna, le fontane del Moro, di Nettuno, dei Quattro Fiumi in piazza Navona e la Fontana di Trevi in piazza Trevi

Il percorso dell’Acquedotto Vergine, di oltre 20 chilometri, nella parte centrale di Roma attraversava gli odierni Villa Ada, il quartiere dei Parioli, il Ninfeo di Villa Giulia, il Muro Torto lungo Villa Borghese, Campo Marzio, le adiacenze del Pantheon e delle Terme di Agrippa, le pendici del Pincio, via del Tritone, via del Nazareno.

La periferia romana era all’inizio del percorso dell’Acquedotto Vergine e attraversava via Collatina Vecchia. 

Oggi, di fronte alla stazione ferroviaria di via P. Togliatti in via Collatina,  si “intravedono” in via Collatina Vecchia, dietro una cancellata, tra l’erba alta, i resti dell’antico Acquedotto dell’Acqua Vergine e l’antico fontanile con lapide di Benedetto XIV, il Papa che l’aveva restaurata nel 1743 durante il suo pontificato.

Negli anni più volte ho percorso via Collatina Vecchia e via Salvati, correndo, camminando, in macchina e in bicicletta. 

Ho letto anche diversi articoli, anche su Abitare a Roma, sull’Acquedotto Vergine e l’antico fontanile con lapide di Benedetto XIV. 

Ho anche memorizzato tutte le foto pubblicate sul nostro giornale e relativi articoli.

Sabato mattina ho voluto scattare altre foto, che assieme a questo articolo catalogherò nella “Stranezze di città, con degrado perenne”.

Una cancellata completamente coperta da erbaccia, l’antico fontanile con lapide di Benedetto XIV con un muro di canne alle spalle e erba incolta alla sua base, i resti dell’Acquedotto Vergine sepolto e scrostato con tanta erba intorno, discarica a cielo aperto di asfalto e di materassi nei pressi della cancello chiuso con un lucchetto..

Mentre fotografavo ho pensato che è vero che il tempo passa e ovviamente ha modificato, in peggio purtroppo, lo scenario di via Collatina Vecchia.

Sicuramente nei secoli scorsi, dietro i reperti storici sopra citati  si vedevano le colline tiburtine e più vicino i casolari di campagna dell’agro romano.

Oggi si vedono un cavalcavia con i pilastri della tangenziale est, i tralicci dell’alta tensione, gli orti urbani utiliati da privati e i palazzi alti di Colli Aniene.

Oggi sono davanti ad una sagoma sgretolata dell’Antico Acquedotto Vergine, con la sua sorgente a pochi chilometri.

Oggi sono davanti all’antico fontanile con una edicola di travertino di Benedetto XIV, che contiene questa epigrafe, talmente sbiadita che non si riesco a leggerla da dietro la cancellata.

BENEDICTUS XIV P.M.

AQVAE VIRGINIS COPIAE ET PERENNITATI

PROSPICIENS

ANTIQVVM EIVS AQVUAEDUCTVM

REPARAVIT ANNO D. MDCCLIII

 SILVIO CARD. VALENTI S.R.E. CAMERARIO

 NICOLAO PERELLIO C.A. DEC ACVIS

PRO PRAEFECTO

Oggi sono ………………..fra una discarica a cielo aperto, a terreni incolti e a tanto degrado. Perenne.


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