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Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, ha denunciato le condizioni disumane del carcere di Regina Coeli, sovraffollato con oltre 1.140 detenuti a fronte di una capienza di 628 posti, e la carenza di personale di polizia penitenziaria, con solo 300 agenti a fronte di un fabbisogno di almeno il doppio.
De Fazio ha sollecitato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il governo Meloni a prendere provvedimenti immediati per affrontare l’emergenza carceraria, come la riduzione del sovraffollamento, l’assunzione di nuovo personale e il potenziamento dei servizi sanitari.
“Non c’è più tempo”, ha concluso De Fazio, “bisogna agire subito per evitare che il numero dei morti in carcere continui a crescere.”
Le richieste di De Fazio sono state accolte da diverse organizzazioni che si battono per i diritti dei detenuti. Amnesty International Italia ha definito la situazione nelle carcere italiane “inaccettabile” e ha chiesto al governo di “agire con urgenza per garantire i diritti umani dei detenuti”.
Anche l’associazione Antigone ha espresso la sua preoccupazione per il numero crescente di suicidi nelle carceri italiane. L’associazione ha chiesto di “investire in risorse umane e in misure alternative alla detenzione per ridurre il sovraffollamento e migliorare le condizioni di vita dei detenuti”.
La morte del detenuto pakistano è un’ulteriore tragedia che evidenzia la drammatica situazione delle carceri italiane. È necessario un intervento urgente da parte del governo per garantire i diritti umani dei detenuti e scongiurare ulteriori morti.