Suicidio nel carcere di Regina Coeli: 39esimo detenuto morto quest’anno

Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria: "Non si attenua la spirale di morte senza precedenti"
Un uomo di 31 anni di origine pakistana è morto impiccato nella sua cella nel carcere romano di Regina Coeli. Si tratta del 39esimo suicidio di un detenuto dall’inizio dell’anno, a cui si aggiungono i 4 suicidi di agenti di polizia penitenziaria.

Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, ha denunciato le condizioni disumane del carcere di Regina Coeli, sovraffollato con oltre 1.140 detenuti a fronte di una capienza di 628 posti, e la carenza di personale di polizia penitenziaria, con solo 300 agenti a fronte di un fabbisogno di almeno il doppio.

De Fazio ha sollecitato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il governo Meloni a prendere provvedimenti immediati per affrontare l’emergenza carceraria, come la riduzione del sovraffollamento, l’assunzione di nuovo personale e il potenziamento dei servizi sanitari.

“Non c’è più tempo”, ha concluso De Fazio, “bisogna agire subito per evitare che il numero dei morti in carcere continui a crescere.”

Le richieste di De Fazio sono state accolte da diverse organizzazioni che si battono per i diritti dei detenuti. Amnesty International Italia ha definito la situazione nelle carcere italiane “inaccettabile” e ha chiesto al governo di “agire con urgenza per garantire i diritti umani dei detenuti”.

Anche l’associazione Antigone ha espresso la sua preoccupazione per il numero crescente di suicidi nelle carceri italiane. L’associazione ha chiesto di “investire in risorse umane e in misure alternative alla detenzione per ridurre il sovraffollamento e migliorare le condizioni di vita dei detenuti”.

La morte del detenuto pakistano è un’ulteriore tragedia che evidenzia la drammatica situazione delle carceri italiane. È necessario un intervento urgente da parte del governo per garantire i diritti umani dei detenuti e scongiurare ulteriori morti.


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