Tor Vergata, lite stradale degenera: tre lavoratori Atac picchiati davanti alla rimessa
Il sindacato: "Siamo di fronte a un clima sempre più ostile nei confronti dei lavoratori del trasporto pubblico"Una lite stradale che degenera in violenza. Tre lavoratori Atac finiscono all’ospedale dopo essere stati brutalmente aggrediti da un automobilista in un episodio che lascia sgomenti.
I tre, in procinto di iniziare il turno di lavoro presso la rimessa di Tor Vergata, si sono ritrovati coinvolti in un alterco che si è rapidamente trasformato in un’aggressione fisica.
L’incidente è avvenuto intorno all’1:00 di notte, tra il 1° e il 2 ottobre, in via di Tor Vergata. Secondo le prime ricostruzioni, i tre dipendenti Atac, a bordo di un’auto privata e ancora senza la divisa di servizio, si trovavano in prossimità di via Francesco Tensi quando un banale screzio con un altro automobilista, per motivi di viabilità, ha fatto esplodere la tensione. L’uomo alla guida dell’altra vettura, un 40enne residente a Tor Bella Monaca, è passato rapidamente dalle parole ai fatti.
Dopo aver affiancato l’auto dei tre lavoratori, l’aggressore è sceso dalla sua macchina e, senza alcuna esitazione, ha iniziato a picchiarli brutalmente, per poi dileguarsi nell’oscurità della notte.
L’intervento del 112 è stato immediato, ma il bilancio delle ferite ha rivelato la gravità della situazione: uno dei lavoratori ha riportato un trauma cranico, un altro una grave contusione testicolare e trauma cranio-facciale, mentre il terzo, il più grave, ha subito un’emorragia cerebrale. Le prognosi variano dai 10 ai 30 giorni, e i tre sono stati rapidamente trasportati all’ospedale di Frascati.
Grazie alle informazioni fornite dalle vittime, la polizia ha rapidamente individuato il responsabile. Gli agenti del commissariato Romanina hanno rintracciato l’aggressore, riconosciuto poi dai tre lavoratori come l’autore della violenza. L’uomo è ora sotto indagine e la sua posizione è al vaglio della magistratura.
L’aggressione ha suscitato una forte reazione da parte del sindacato Faisa Cisal Lazio, che ha commentato duramente l’accaduto. “Siamo di fronte a un clima sempre più ostile nei confronti dei lavoratori del trasporto pubblico, una categoria che subisce in prima linea le frustrazioni dei cittadini,” ha dichiarato il sindacato.
“Questa feroce aggressione è l’ennesimo episodio che dimostra come il personale Atac, già costretto a gestire i numerosi problemi legati al trasporto locale, si trovi a fronteggiare anche situazioni di pericolo fisico.
È inaccettabile. Chiediamo un intervento immediato delle autorità competenti per garantire la sicurezza di chi ogni giorno lavora a contatto con il pubblico.”
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E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI DARE ALLA FORZE DELL’ORDINE BODYCAM E ANCHE ISTITUIRE PERSONALE AUTORIZZATO NEI POSTI DI LAVORO A REAGIRE (UNA BUONA IDEA PER LE ZONE DOVE IMPERVERSANO MAFIE PER BONIFICARLE) COSI SDOGANARE L’USO DEL MANGANELLO E TASER PER PUNIRE LA TEPPAGLIA CONTRO GENTE CHE LAVORA, DI METTERE NOME E COGNOME ONLINE CHI FA QUESTE AZIONI CON NOTA SE ASSUNTORE DI STUPEFACENTI. CARCERI DURE CONTROLLATE DA CAM IN OGNI ANGOLO E LAVORI FORZATI . QUESTO DILAGARE DEL TEPPUME HA SUPERATO IL 2019 PRECOVID. E’ ORA DI AGIRE, CHI FORSE DIRA’ CHE SAREBBERO METODI FASCISTI, RICORDO CHE IN TUTTE LE DEMOCRAZIE AUTORITARIE DI SINISTRA DI PRIMA E ADESSO VIGONO REGOLE, IN QUESTE SITUAZIONI SI STA O DA UNA PARTE O DALL’ALTRA, LE SFUMATURE PROVOCANO DITTATURE , QUINDI DEMOCRAZIA SIGNIFICA RISPETTO USANDO METODI PARI E PIU’ FORTI DI QUESTI DELINQUENTI CONTRO CHI LAVORA E CONTRO QUALSIASI PERSONA ONESTA. CHIARO, NESSUNA AMNISTIA SE NON PER CHI HA COMMESSO REATI NON FISICI .