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Agricoltori, preparano la marcia su Roma: “Prossima settimana saremo nella Capitale”

L'annuncio del leader della rivolta degli agricoltori Danilo Calvani

I trattori si preparano ad arrivare nella Capitale. «Porteremo la protesta a Roma. Nei prossimi giorni ammasseremo i trattori fuori dalla città. Non ci saranno blocchi, ma sicuramente disagi: ci aspettiamo migliaia di adesioni da tutta Italia». Lo ha detto all’Ansa il leader della rivolta degli agricoltori Danilo Calvani.

Dopo l’assedio a Bruxelles, la protesta si è estesa a macchia di leopardo in tutto il Vecchio Continente: Olanda, Francia, Germania, Romania, Ucraina, Polonia, Spagna ma anche l’Italia. La Lombardia, la Calabria, la Toscana, l’Umbria e naturalmente il Lazio. Proprio alle porte della Capitale gli agricoltori hanno fatto sentire la loro voce invadendo pacificamente – già dal finire dello scorso mese di gennaio – prima l’autostrada A1, nell’area del viterbese e poi le strade di Cassino, in provincia di Frosinone. Proprio nel frusinate nella giornata di Giovedì 1 Febbraio 2024, in oltre 150 hanno sfilato lungo la Casilina e nel centro di Cassino per protestare contro l’aumento di carburante e beni primari.

Da Frosinone alla provincia sud Roma gli agricoltori hanno varcato i confini della Città scendendo in piazza venerdì anche a Valmontone trovando la solidarietà della consigliera regionale del Lazio Eleonora Mattia: “I trattori che hanno sfilato sul nostro territorio ci ricordano che è dovere delle Istituzioni, a tutti i livelli, sostenere questo comparto, che, oltre a rendere celebre il Made in Italy nel mondo, è strategico nel processo della transizione ecologica, i cui costi non possono essere scaricati solo sugli agricoltori e, a cascata, sui consumatori. Il rischio è di creare una frattura controproducente tra produttività e tutela dei redditi, da un lato, e sostenibilità ambientale e tracciabilità delle materie prime, dall’altro, contro l’invasione dei prodotti esteri che non rispondono agli standard di qualità dell’Ue. La Regione intervenga, proseguendo con gli investimenti di fondi Ue destinati alla riconversione sostenibile dell’agricoltura, e tuteli le eccellenze agroalimentari del Lazio quale elemento identitario dei nostri territori, instaurando subito un tavolo”.

Le radici delle proteste si intersecano, talvolta sono simili altre profondamente diverse. I rappresentanti dell’agricoltura industriale lamentano maggiori oneri finanziari, standard ambientali troppo onerosi a fronte di costi più elevati per carburante, pesticidi e fertilizzanti. Nel loro mirino è finito il Green Deal, il patto ambientale proposto da Bruxelles che chiedeva (anche) all’agricoltura una svolta in termini di sostenibilità e proponeva di distribuire diversamente i sussidi della Politica agricola comune. Nonostante il “patto verde” abbia finito per essere ampiamente annacquato dal Parlamento europeo, il settore è rimasto ancorato ai motivi del malcontento.

In Germania gli agricoltori sono in piazza da Dicembre 2023, dopo che il governo aveva tagliato sussidi e benefici agricoli vecchi di decenni, per risparmiare in un anno circa 900 milioni di euro sui 17 miliardi di tagli previsti dall’intera manovra finanziaria. A supportarli sono intervenute le forze di estrema destra, dall’Afd (in testa nei sondaggi), ai neonazisti del movimento Terza via. la pressione è stata tale che il cancelliere Olaf Scholz ha deciso di ammorbidire i piani, rendendo graduali i tagli ai benefici.

Una protesta che dal Centro Europa è arrivata anche nei Paesi del Mediterraneo, compresa Roma che – come annunciato dal leader della protesta calabrese – vedrà presto manifestare gli agricoltori anche nelle piazze capitoline.


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