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Tuscolo, “lo specchio di Roma”

Al termine la XVI campagna di scavo archeologico, grande il valore scientifico emerso

La distruzione di Tuscolo, il 17 aprile del 1191, e il successivo abbandono dell’antica città stanno permettendo agli archeologi di riportare alla luce reperti assolutamente inediti.

“Tuscolo è lo specchio di Roma – dichiara la direttrice del progetto, la dott.ssa Leonor Peña-Chocarro, vicedirettrice della Scuola Spagnola di Storia e Archeologia – ci sta infatti restituendo testimonianze integre ma soprattutto ferme al XII secolo permettendoci di ricostruire la storia della città medievale non solo dal punto di vista archeologico, ma anche economico, sociale e religioso”. “A Roma – prosegue la dott.ssa Valeria Beolchini , ricercatrice della Scuola Spagnola– la vita è proseguita, mentre a Tuscolo si è fermata in quel momento preservando intatta tutta la sua storia. Le ricerche di questa campagna di scavi appena conclusa – sottolinea Valeria Beolchini – hanno consentito di riportare alla luce la chiesa della rocca, che sulla base delle fonti coeve è stato possibile identificare con la chiesa della Santissima Trinità. Si tratta di un edificio a tre navate con abside canonicamente orientata ad est e rappresenta un’occasione unica per ricostruire l’architettura ecclesiastica del tempo, riferibile al potente casato dei Conti di Tuscolo che qui ebbe la propria roccaforte e che annoverò fra i propri discendenti alcuni fra i più importanti personaggi dei secoli centrali del medioevo, fra cui ben tre papi nell’XI secolo”.

La Scuola Spagnola di Storia e Archeologia che da anni cura il progetto “Tusculum” anche quest’anno si è avvalsa di importanti collaborazioni, tra queste l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara che insieme all’equipe del Prof.re Gian Gabriele Ori dell’istituto di ricerca “International Research School of Planetary Science”, sta effettuando per il secondo anno i voli con un drone, un piccolo velivolo radiocomandato dotato di macchina fotografica e GPS, al fine di ottenere una cartografia digitale dettagliata e ad altissimo livello, realizzando al contempo un censimento completo delle emergenze archeologiche dell’area.

Attraverso la collaborazione con l’Università di Modena e di Roma Uno si stanno effettuando gli studi sui pollini, campionando la terra affinché si possa ricostruire il tipo di vegetazione ma anche l’evoluzione del clima.

Dal punto di vista zoologico i reperti faunistici rinvenuti mostrano che nella città medievale c’erano capre, cervi e cinghiali e i bovini venivano macellati anche in giovane età, queste scoperte – secondo gli esperti del CCHS-CSIC (Centro de Ciencias Humanas y Sociales) di Madrid – fanno pensare che gli abitanti fossero benestanti.

Sono state inoltre effettuate le analisi geofisiche dall’Università di Saragozza, in particolare i geologici spagnoli hanno eseguito indagini di magnetometria archeologica e georadar nei pressi dell’area monumentale finalizzate all’individuazione delle aree potenzialmente più interessanti per la ripresa delle ricerche della parte classica previste per il prossimo anno. Continuano anche le innovative ricerche archeobiologiche finalizzate alla ricostruzione del paesaggio e dell’economia del territorio in epoca medievale, frutto delle competenze specialistiche della direttrice del progetto, Leonor Peña-Chocarro, e del suo team.

Dunque una campagna di scavo particolarmente ricca e interessante in cui si sono analizzati aspetti diversi ma complementari in grado di ricostruire la storia dell’antica città di Tuscolo. Nonostante le risorse economiche piuttosto esigue anche quest’anno lo standard di ricerca è stato molto alto, sono stati avviati esperimenti utilizzando tecnologie innovative, sono state mantenute e ampliate le collaborazioni nazionali e internazionali.

Prezioso l’aiuto dei membri del Gruppo Archeologico Latino “Latium Vetus”, dell’Osservatorio Astronomico di Monte Porzio e di tutti i Comuni dell’area tuscolana (Frascati, Grottaferrata, Monte Compatri e Monte Porzio Catone), che si sono adoperati per favorire il lavoro degli archeologi con tutti i mezzi a disposizione.

“L’interesse nei confronti di Tuscolo è cresciuto costantemente in questi ultimi anni – dichiara Giuseppe De Righi – non solo da parte delle istituzioni e dei ricercatori coinvolti ma anche da parte dei cittadini e dei visitatori che con la loro partecipazione e vicinanza evidenziano l’attenzione nei riguardi di un patrimonio unico da preservare e valorizzare. Proprio in questo senso la Comunità Montana continua a credere nelle straordinarie potenzialità del Parco Archeologico di Tuscolo in quanto la cultura è il miglior investimento per lo sviluppo e per l’occupazione”.


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