Usura ed estorsione: la Questura di Roma arresta una coppia di 35 e 55 anni

La vittima, secondo quanto riscontrato dalle indagini della polizia di Stato, è stata più volte minacciata

A Roma i “cravattari”, gli strozzini, sono una sorta di professione. Quasi passata da generazione in generazione. I clan lo sanno bene e in questo settore, per così dire, investono molto spesso uomini – ex pugili – e tempo. Il fenomeno usura però continua a essere uno dei crimini più diffusi, della Capitale.

L’ultimo episodio ha visto come vittima una giovane donna di 44 anni, un avvocato titolare di una società che opera nel campo televisivo/cinematografico, strozzata per 60 mila euro da una donna di 55 anni che aveva assunto come autista e da un uomo di 35 anni, titolare di un salone di bellezza che aveva tra le clienti proprio la professionista.

L’avvocata e consulente cinematografica dopo aver ricevuto uno “no” da una banca per un fido si è rivolta a loro. È a quel punto che è iniziato il suo incubo durato mesi e concluso proprio nei giorni scorsi quando, dopo aver trovato il coraggio di denunciare le vessazioni subite e le continue richieste di denaro, ha permesso alla polizia e alla procura di indagare e far arrestare i due.

L’inizio dell’incubo:

La 44enne ha raccontato che non avendo la patente e non disponendo di collaboratori che potessero guidare la sua auto, ha chiesto aiuto per svolgere questa mansione a una donna segnalata da un suo amico, la 55enne. Col passare del tempo la donna è entrata in confidenza con la vittima ed è venuta a conoscenza del fatto che, nell’agosto del 2023, la società della quale l’avvocata è proprietaria, necessitava di 30.000 euro per l’avvocata e che le banche le avevano rifiutato il fido.

Su consiglio della sua autista, la vittima ha chiesto aiuto al proprietario di un salone di bellezza del quale era già cliente. L’uomo, 35 anni, si è reso disponibile a prestarle i 30mila euro a patto che l’avvocata le avesse saldato il debito entro settembre 2023, versando 40.000 euro.

Il vortice criminale:

Quello è stato il primo passo verso un vortice continuo di denaro. Una volta ricevuti i 30.000 euro, la professionista ne ha restituiti subito 10.000 per saldare una parte dei interessi dovuti al 35enne e riconoscere alla sua autista un introito per aver fatto da gancio. A questo punto la professionista ha iniziato a ricevere continue minacce dai due, anche nei confronti del figlio minore.

La coppia la minacciava di dire tutto al suo compagno che era all’oscuro della vicenda, mettendole pressione e raccontandole di aver rimediato la somma prestata da una banda di albanesi che ne pretendevano la restituzione. A questo punto la vittima, presa da malesseri e attacchi di panico, è stata completamente soggiogata dalle loro richieste.

Le minacce e le vessazioni:

Nel novembre 2023 la consulente cinematografica è stata avvisata dalla sua autista del fatto che qualcuno avesse tentato il furto della sua auto, risultata poi effettivamente parzialmente smontata. A dicembre scorso, invece, il titolare del salone di bellezza le ha mandato un messaggio di insulti e minacce. Quindi, dopo un appuntamento nel negozio del 35enne, la vittima è stata minacciata ancora una volta e costretta a sottoscrivere un assegno bancario di 30.000 euro a copertura del debito, considerando che già aveva restituito 10.000 euro. L’uomo, a suo dire, avrebbe custodito l’assegno fino a che non avesse ricevuto il denaro in contanti.

Il debito salito a 60 mila euro:

Un incubo che nelle ultime settimana ha visto una svolta decisiva. L’8 gennaio, visto che la cifra da restituire era lievitata da 40.000 a 50.000 euro e che continuava a ricevere minacce, la donna ha raccontato il tutto agli agenti del commissariato di Tor Carbone. A quel punto i poliziotti e la vittima hanno concordato un incontro con il 35enne titolare del salone di bellezza e la 55enne autista in un bar in zona Ponte Milvio.

La vittima si è presentata all’appuntamento accompagnata proprio dalla donna. Durante l’incontro, registrato, il 35enne le ha chiesto altri 20.000 euro per lui e ulteriori 40.000 per saldare i fantomatici albanesi. La conversazione è stata captata due agenti appostati che si erano finti clienti all’interno del bar.

Il blitz e l’arresto:

A quel punto è scattato il blitz. La vittima, come da istruzioni della polizia, ha consegnato ai due una busta contenente 5.000 euro e una volta presa, i due sono stati bloccati dagli agenti. Una volta portati in commissariato, sono stati trovati nel portafoglio dell’uomo gli assegni ricevuti dalla vittima e un foglietto con nomi e cifre riconducibili all’attività estorsiva.

Inoltre, in casa sono stati recuperati 14.400 euro, mentre a casa della donna sono stati trovati 2390 euro e armi legalmente detenute che sono state ritirate preventivamente. Oltre al denaro, nelle perquisizioni sono stati rinvenuti numerosi fogli riportanti nomi e cifre ed è stato anche appurato che non esisteva nessuna banda di albanesi. La procura, sulla base delle evidenze investigative, ha chiesto e ottenuto dal gip la convalida degli arresti.


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