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“Voyages”, una bella mostra di Chiara Pellegrin

Presso il prestigioso spazio del St Stephen's Cultural Center di Roma fino al 17 febbraio

C’è una bella Galleria D’Arte in viale Aventino 17, proprio accanto alla FAO, dove si è inaugurata da pochi giorni, la mostra “Voyages” di Chiara Pellegrin, visibile fino al 17 febbraio 2018. Il clima è internazionale e l’atmosfera di grande impatto estetico, mentre l’artista, nata a Roma, si è formata anche a Londra, Parigi e negli Stati Uniti, pur mantenendo tuttavia, un equilibrio formale e coloristico tutto mediterraneo.

In questi quadri tutto si svolge sulla superficie, ma la parola non inganni … Niente è superficiale qui e la pittura, posizionata a strati, viene elaborata più volte fino a creare come una mappa, un reperto archeologico dai colori raffinati; come un tappeto che, come sappiamo, presso molte popolazioni del Nepal, della Turchia, del Marocco o addirittura delle popolazioni andine, racconta storie in un linguaggio segreto.

L’artista mette le tele a terra per lavorare, ma non per aggredirle e far cadere il colore casualmente come il noto lavoro di Jackson Pollock, in epoche segnate da reazioni nichiliste a drammi epocali, usando la creazione spontanea, automatica o subcosciente.

Qui l’impegno è lungo e quasi meticoloso, mentre il segno del lavoro, con la tela messa a terra, rimane visibile nella realizzazione finale di una prospettiva aerea. Compaiono nelle sue tele costellazioni o visioni acquatiche, nonché idealmente, i segni Nazca nel deserto peruviano della civiltà preincaica, segnali ottenuti utilizzando il colore spremuto dal tubetto per creare piccole protuberanze che, essiccate, formano come una scrittura.

Nel testo critico di Elisa Byington che presenta il lavoro di Chiara, viene evocata la sua tecnica come una scrittura cicatriziale iniziatica riferita alla Body Art. Non è casuale infatti che l’artista, avendo soggiornato a lungo in Nigeria, India e Cuba, abbia subito anche il fascino, non solo del Tattoo ormai rientrato in Europa dalle porte d’oriente a pieno titolo, ma anche della cosiddetta scarificazione, ovvero il creare disegni in rilievo risultanti dall’incidere la pelle, ritardandone poi la cicatrizzazione con sostanze particolari.

Chiara Pellegrin è nata a Roma nel 1966. Lavora nel campo dell’arte, dell’insegnamento e dell’interior design. Si è formata artisticamente a Londra, a Parigi e negli Stati Uniti, dove ha collaborato con numerosi artisti e studi di design. Ha studiato a Bennington, negli Stati Uniti, dove ha conseguito un B.A in Fine Arts. Ha soggiornato a lungo in Nigeria, India e Cuba dove ha praticato tecniche di arti tradizionali (tessitura, carta pressata, tintura). Ha esposto in Italia e all’estero in personali e collettive. Attualmente lavora come atelierista nella scuola Ambrit International School a Roma e collabora con studi di design e architettura con contributi artistici. Tra le principali mostre personali: 2010 Camponeschi, Roma; 1995 Paleo Gallery, Koln; 1991 Centro Ananda, Roma; 1989 Palazzo Lazzaroni, Roma. Tra le collettive: 1996 Galerie Dominion, Montreal; 1994 Paleo Gallery, Koln; 1993 “Palle“ Stefania Miscetti gallery, Roma; 1990 shows in London, 108 Drummond st. and Chumley Dene with ARC group; 1987 Usdan gallery , Bennington, VT.

 CHIARA PELLEGRIN, “VOYAGES” Viale Aventino 17 –  Ingresso da Via Aventina 1 – Visite su appuntamento. Scrivere ad agnes.martin@sssrome.it, oppure contattare l’Ufficio Stampa Melasecca PressOffice, tel.349.4945612

 FOTO DI VALTER SAMBUCINI

Carla Guidi


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