Categorie: Cronaca

Walkiria Terradura, non è più tra noi

Il 7 luglio 2023 dalle ore 10 camera ardente nella Sala della Protomoteca in Campidoglio e alle ore 11 la cerimonia laica
Si è spenta serenamente stamattina, nel suo centesimo anno di età, Walkiria Terradura.
“Con grande dolore – scrive in un comunicato L’ANPI provinciale di Roma – ci stringiamo attorno alla famiglia con la figlia Serenella, che le è stata accanto fino alla fine.
Eletta dai suoi stessi compagni d’arme, fu la prima donna comandante militare della Resistenza.
Conosciuta fin dall’adolescenza per il suo carattere ribelle alla dittatura, costantemente ricercata da fascisti e nazisti che rastrellavano la popolazione con la sua fotografia, si dette alla macchia rendendosi protagonista di tante azioni militari clamorose. Nata a Gubbio, operativa nelle Marche nella V Brigata Garibaldi, si fece esperta di armi ed esplosivi, le venne conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
E’ vissuta dopo la guerra prevalentemente a Roma, sempre entusiasmando i giovani con la forza del suo esempio e delle sue parole, trasmettendo loro i valori irrinunciabili dell’antifascismo e della Resistenza. Presidente nazionale onoraria dell’ANPI, ha partecipato finché le forze l’hanno sorretta alla vita degli organismi dirigenti.
L’ANPI provinciale di Roma la ricorda con gratitudine, attiva e determinata, simpaticissima e bellissima, di una intelligenza profonda e di capacità politiche straordinarie.
Cara, dolce Comandante, non ti dimenticheremo.
Che la terra ti sia lieve.
Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Roma

Walkiria Terradura

Nata a Gubbio (Perugia) il 9 gennaio 1924 comandante partigiana, Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Dal padre Gustavo, avvocato del Foro perugino, che era finito in carcere per le sue idee chiaramente antifasciste, e liberato soltanto dopo la caduta di Mussolini, aveva imparato a odiare la dittatura. Già al liceo, per il suo atteggiamento sprezzante verso il regime, aveva suscitato l’attenzione del fascio locale e fu più volte interrogata in Questura e redarguita severamente. Con l’occupazione tedesca la situazione dei Terradura si complicò: quando i fascisti dell’OVRA tentarono di catturare nuovamente il padre Gustavo, facendo irruzione nell’ala del Palazzo dei Duchi di Urbino dove l’avvocato viveva con la sua famiglia, fu Walkiria a salvarlo in modo quasi rocambolesco. Quando i nazifascisti se ne tornarono nelle loro caserme dopo otto ore di inutili ricerche, padre e figlia raggiunsero i Monti del Burano e si aggregarono alle nascenti formazioni partigiane della zona, e precisamente al gruppo Panichi. Walkiria per la sua determinazione e coraggio fu nominata – dai suoi stessi compagni – a capo di una squadra che prese poi il nome di Settebello e si distinse in numerose azioni che alla fine della guerra le valsero la decorazione al valore e la nomina a sottotenente. Otto furono i mandati di cattura che i nazifascisti spiccarono contro la giovane donna che si era specializzata nel minare e quindi a far saltare i ponti insieme e sotto la guida di Valentino Guerra – già geniere del dissolto esercito italiano – per contrastare l’avanzata prima e la ritirata poi dell’esercito tedesco, che il comando di brigata e gli stessi alleati segnalavano. Nei loro rastrellamenti i nazifascisti giravano con la fotografia di Walkiria, ma non riuscirono mai a catturarla pure essendovi stati vicini in varie occasioni. Durante la guerra conobbe un capitano dell’OSS (Office Strategic Service) con il quale si sposò trasferendosi in America. Dopo un anno e mezzo Walkiria decise di tornare in Italia, dove i suoi racconti molto vivi continuano a testimoniare ciò che di grande e glorioso fu la Resistenza e i suoi valori irrinunciabili. In tutti questi anni è rimasta sempre attiva in politica e ancor più nell’ANPI.


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