

E' iniziata il 6 dicembre e si è conclusa all'alba
Piazzale Aldo Moro pieno di studenti in fila per entrare nella città universitaria. Una notizia del genere non stupirebbe nessuno,se non si precisasse che tutto ciò è avvenuto nella mite notte del 6 dicembre. Le vie intorno alla città: via Tiburtina, viale dell’Università e viale regina Margherita erano piene di studenti che sbirciavano dai cancelli, sostavano alle uscite della città e si domandavano da quale dei tanti cancelli fosse consentito l’accesso. Non dovevano però seguire lezioni notturne, né dare esami: di sicuro non sarebbero accorsi così numerosi. Nè erano lì per protestare. La loro nemica, Letizia Moratti, forse dormiva di già. E, allora,cosa ci faceva alle 23 quella masnada di giovani trepidanti e sorridenti dinanzi all’università? La risposta è semplice: la notte bianca.
Anche La Sapienza di Roma, una città nella città, ha organizzato la sua notte bianca, manifestazione ormai consueta dell’autunno romano. A rimanere aperti non sono stati però negozi o locali alla moda, bensì le seriose e sonnolente facoltà.
Dai finestroni di Geologia venivano fuori note di jazz, e urla di divertimento. Sui gradini della facoltà di lettere e filosofia erano assiepati centinaia di ragazzi e ragazze, che tentavano di entrare per poter assistere, tra un sorso di birra e una sigaretta, a rappresentazioni teatrali, conoscere nuove arti di combattimento (capoeira, arte di combattimento brasiliana), e ascoltare versi e musica di giovani artisti;senza contare poi il richiamo dei dolci e dei cibi vari, che alcune associazioni hanno messo in vendita nell’atrio dell’antico edificio. Per chi volesse cimentarsi con tematiche d’attualità poi la Cappella universitaria forniva interessanti spunti di riflessione – nonché preservativi gratis – sull’intervento delle istituzioni in materia di aborto. Mentre gli amanti dello sballo allo stato puro sono stati accontentati dagli studenti di scienze politiche che hanno ospitato, nei locali della loro facoltà, gruppi rock e dj, pronti a far svegliare anche gli universitari più assonnati.
Cani, bambini, studenti di ieri e di oggi, in un’unica flusso si muovevano sinuosamente tra i verdi viali di Roma uno, mentre Roma tutta dormiva ancora, e il giorno dopo non si sarebbe neanche accorta di quella folla, che, come per magia, questa mattina è sparita. E l’università è tornata ad essere ciò che è: studenti, professori, file in segreteria e ai distributori in facoltà per una bottiglietta d’acqua ed un caffè.
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