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Anna Karenina al Teatro Quirino

Eccellente riduzione teatrale dal romanzo di Lev Tolstoj, interpretata da Galatea Ranzi, regia di Regia di Luca De Fusco

ANNA KARENINA, riduzione teatrale dal romanzo di LEV TOLSTOJ, al Teatro Quirino.
Interpretata da Galatea Ranzi (Anna Karenina), Giacinto Palmarini, Stefano Santospago, Francesco Biscione, Paolo Serra, Debora Bernardi, Giovanna Mangiù.
Proiezioni di Alessandro Papa; musiche di Ran Bagno; coreografie di Alessandra Panzavolta. Regia di Luca De Fusco.

Venerdì 15 dicembre 2023, al teatro Quirino, ho assistito ad un eccellente spettacolo che definire “teatrale” appare riduttivo e anche, in un certo senso, fuorviante. Innanzitutto perché la pièce è tratta da uno dei più famosi romanzi del XIX secolo e forse di tutti i tempi (Anna Karenina di Lev Tolstoj), in secondo luogo perché, oltre alla tradizionale recitazione degli attori, concorrono alla complessa messa in scena riprese cinematografiche, musiche, coreografie, originali e suggestive scenografie.

Vari linguaggi artistici al servizio di una messa in scena di un testo sicuramente complesso, che tratta un argomento scabroso (un adulterio è qualcosa di scandaloso in qualsiasi tipo di società, anche nell’attuale società occidentale pur così aperta e spregiudicata, figuriamoci nella Russia zarista, ancora feudale e reazionaria, basata su una morale bigotta e ultrareligiosa, e nella quale i matrimoni erano basati non sull’amore a sull’affetto bensì sulle convenienze e sulle convenzioni sociali), e che risulta di difficile lettura già nell’originale versione letteraria.

Tuttavia, grazie ad un eccezionale lavoro sul testo, ad una regia che ha saputo ispirarsi alle migliori e più innovative esperienze teatrali del ‘900, e alla capacità degli attori di “sdoppiarsi” (cioè di calarsi nel personaggio e, nel contempo, di esporne al pubblico i pensieri e le sensazioni quasi fossero, gli interpreti, osservatori esterni, e ciò all’interno stesso del dialogo), il risultato si può definire di altissimo livello. Basti, a dimostrarlo, l’attenzione e la quasi spasmodica tensione con le quali il pubblico ha seguito, con viva e emozionale partecipazione, la tragica storia di Anna, una donna aristocratica, sposata senza alcun sentimento d’affetto con un un alto funzionario statale (costii ossequioso delle convenzioni sociali e della morale patriarcale tradizionale), improvvisamente travolta dall’amore per un brillante ufficiale con il quale stabilisce una relazione che la pone in conflitto con l’intera “società” e, infine, con il suo stesso amante.
Un amante che, alla fin fine, si scopre essere molto più somigliante al marito tradito (nella mentalità e nel rispetto delle convenzioni) che non alla donna che ha, con sventatezza e superficialità, spinto in una condizione di “reietta” e di esclusione dal contesto sociale di appartenenza, una condizione che sarà causa del suo suicidio.

L’infelice storia di Anna Karenina è, in buona sostanza, quella di una donna che, per amore e tramite l’amore, rivendica una libertà e un’autodeterminazione che la struttura sociale alla quale appartiene non le consente.
Una donna che, a causa di questa sua volontà di libertà, oltre ad essere ripudiata da un marito iperconformista, è destinata a rompere il rapporto con un amante che si rivela fatuo e privo di spina dorsale e, inoltre, ad essere progressivamente isolata anche dalle altre donne del suo ceto sociale, anch’esse pesantemente condizionate tanto dalle convenienze socio-economiche quanto da una morale ipocrita, del tutto funzionale al predominio maschile; una morale che costringe le donne alla finzione e alla rassegnazione quando sono esse le vittime del tradimento.
Uno spettacolo, questa “Anna Karenina” messa in scena al Quirino, che ha ottenuto giustamente un generale consenso di pubblico, testimoniato dagli applausi entusiastici tributati, al termine della pièce, agli attori, tra i quali una particolare menzione spetta all’interprete di Anna, la straordinaria Galatea Ranzi.


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