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Capannelle-IV Miglio, antenna Vodafone. I cittadini tra via Crucis e comiche finali  

Intervista a Guido Marinelli

Il caso è di scuola. La Vodafone piazza un’antenna di telefonia mobile a distanza non regolamentare da un asilo nido, l’Anghingò in via Appia nuova. Malgrado questa non osservanza delle norme e quindi la palese irregolarità l’impianto comunque lo mettono in funzione, in barba a ogni rispetto di regolamenti e di ogni principio di precauzione che dovrebbe essere particolarmente osservato essendoci di mezzo la salute dei bambini.
I cittadini, genitori dei bambini e il Comitato di quartiere dimostrano urbi et orbi, cioè a tutte le Istituzioni dal Comune al Municipio dal prefetto Gabrielli al commissario Tronca, che la cosa è illegale. Ma non succede niente. Il gigante della telefonia è troppo potente, può continuare tranquillamente il suo lavoro. Alla fine tutto pare dipendere dal fatto che la comunicazione di attivazione dell’antenna all’ente preposto ai controlli, l’Arpa Lazio, non sia stata ancora ricevuta dal Dipartimento comunale competente.
Il solito cavillo burocratico che spegne, è il caso di dire, non l’antenna ma ogni legalità e ogni diritto.

foto-guido-MarinelliPer meglio illustrare questa lotta che i cittadini stanno conducendo, abbiamo chiesto al Presidente del Comitato di quartiere Statuario-Capannelle Guido Marinelli di renderci edotti di una via crucis che minaccia di trasformarsi in una comica finale, se non ci fosse di mezzo la salute dei piccoli anghingò.

Presidente Marinelli, il problema della famigerata “antenna” per la telefonia mobile di Vodafone messa a distanza non regolamentare dall’asilo nido Anghingò, in via Appia Nuova 889, non è per niente risolto.
L’impianto è stato acceso ad agosto 2015, siamo al 1° maggio 2016, è il caso di parlare una “via crucis” politica e burocratica?

antenna vodafone appia nuova
Foto tratta dal sito https://lasalitadelquadraro.wordpress.com

Via crucis è forse pure troppo poco. Stiamo rasentando la follia. Basta pensare che le ultime lettere che abbiamo spedito hanno ormai una pagina di destinatari (14, di 5 enti differenti) e in premessa fanno riferimento a una serie quasi infinita di protocolli relativi a precedenti comunicazioni.

La verità è che ci troviamo di fronte al solito teatrino all’italiana: dopo che siamo riusciti a metterli con le spalle al muro dimostrando le nostre ragioni facendo ben 5 accessi agli atti a enti differenti ora giustificano la loro inerzia con il fatto che l’ente preposto, l’Arpa, non avrebbe comunicato l’attivazione dell’impianto!

Raccontaci i passaggi di questa salita al Calvario

Non posso raccontarli tutti: ne verrebbe fuori almeno un racconto breve se non un romanzo. In estrema sintesi l’antenna è stata istallata e attivata ad agosto 2015, il Dipartimento Urbanistica a settembre 2015, a seguito delle nostre proteste, ha inviato lettera a Vodafone intimando “la sospensione dei lavori”, peraltro conclusi, e annunciando l’adozione di un provvedimento in autotutela. Vodafone non ha reagito. È quindi seguito un crescendo di iniziative: audizione in commissione ambiente al comune, prima della caduta del Sindaco Marino, audizione in Commissione Municipale, interventi presso il Dipartimento Urbanistica, esposto querela alla Procura della Repubblica, audizione dal sub-commissario De Milato; finora nessuno è intervenuto in modo risolutivo. E abbiamo interessato tutti: dal Prefetto Gabrielli al Commissario Tronca, dal Presidente del Municipio fino al Comandante della Polizia Municipale.

Che cos’è che non ha funzionato finora nell’amministrazione per eliminare un’evidente illegalità, pericolosa oltretutto per bambini e neonati?

Come dicevo si gioca allo “scaricabarile”. L’ultima lettera, del 9.3.16, di risposta del Dipartimento Urbanistica (competente per la revoca della concessione) ammette che l’istallazione “risulta in contrasto con l’art. 4 del Regolamento…”. Ammette quindi che viene violato il Regolamento approvato dalla giunta Marino a maggio 2015. Ma dice anche “si attende riscontro dall’Arpa Lazio sull’effettiva attivazione dell’impianto …”

Tu, per uscire dalla metafora pasquale ed entrare in quella della “commedia all’italiana”, hai parlato di “comiche” inerenti a questa vicenda. Di che tipo?

Basta completare il ragionamento: la Vodafone ha mandato il 18 agosto 2015 ad Arpa Lazio comunicazione di attivazione dell’impianto avvenuta, sette giorni prima, in data, l’11 agosto. Noi abbiamo da mesi questa comunicazione in quanto abbiamo fatto accesso agli atti di Arpa. Il Dipartimento dopo 7 mesi ancora no? Anche se la comunicazione fosse dovuta andare a piedi sarebbe arrivata da tempo. Intanto, per facilitargli il lavoro, il 14.3.16 gli abbiamo mandato copia della lettera di attivazione e richiesta di provvedimento di “immediato spegnimento e successiva rimozione” dell’istallazione illegale.

Cosa intendete fare oltre a tutto quello che avete già fatto, per far tornare la legalità nel territorio di Statuario-Capannelle e IV Miglio?

Non avendo ricevuto risposta alla nostra del 14.3 abbiamo scritto un sollecito il 19.4.16 in cui annunciavamo la diffusione della vicenda agli organi di informazione. Ora i prossimi passi saranno quelli di dare la più ampia diffusione agli organi di informazione della vicenda, un’ulteriore denuncia in Procura della Repubblica ad integrazione della precedente e, se necessario, qualche azione dimostrativa sul luogo con volantinaggi e quant’altro. Speriamo in un’attenzione mediatica in quanto pare che non sia possibile, per vie normali, ripristinare la legalità. In fondo chiediamo solo che sia rispettato un Regolamento emanato dal Comune. Che gli organi comunali, per primi, dovrebbero far rispettare senza nemmeno l’intervento dei cittadini. Organi che, invece, trovano mille cavilli per ritardare le procedure e giustificare l’inerzia. Non vogliamo pensare male ma, intanto, l’impianto funziona, la Vodafone lo usa e i bambini rimangono esposti. Ci chiediamo il perché di tale situazione, cui prodest?


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