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“Caro Pierpaolo”, di Dacia Maraini, al cinema Aquila

Nell'ambito delle manifestazioni per il Centenario di Pasolini nel V Municipio
“Caro Pierpaolo”, di Dacia Maraini, Neri Pozza editore. Il libro presentato ieri sera 13 marzo 2022 dall’autrice al cinema Aquila, al Pigneto, nell’ambito delle manifestazioni per il Centenario di Pasolini che si svolgono nel V Municipio.
“Caro Pier Paolo, stanotte ti ho sognato. Avevi il solito sorriso dolce e mi dicevi: Sono qua! Poi ti toglievi una specie di gilet color malva e aggiungevi: Fa caldo. Stavo per abbracciarti, felice di rivederti, quando sei scomparso. Per terra era rimasto il tuo gilet color magenta. Ho fatto per raccoglierlo, ma anche quello è sparito. Al tuo posto ho visto un geco spaventato che correva verso la parete”.
Comincia così, con le immagini di un sogno veramente sognato, il romanzo epistolare di Dacia Maraini, appena uscito in libreria, e questa sera presentato in una sala gremita del cinema Aquila al Pigneto dalla stessa autrice.
La scrittrice di “Bagheria” ha ripercorso, partendo proprio dal brano citato, il suo lungo sodalizio con il poeta di Le ceneri di Gramsci e di La religione del mio tempo, un rapporto basato su una profonda amicizia, su collaborazioni a scritture di film (Il fiore delle mille e una notte), su molti viaggi in comune, soprattutto in Africa e in Asia, e cementato da vacanze al mare di Sabaudia, da incontri al bar Rosati e cene in ristoranti del centro storico della Capitale (Giggetto al Portico d’Ottavia, La Carbonara in piazza Campo de’ Fiori), insieme a intellettuali e artisti come Moravia, Morante, Fellini, Guttuso e tanti altri. La Maraini si è soffermata soprattutto sugli aspetti privati, intimi, del suo amico Pier Paolo, in particolare il suo rapporto quasi simbiotico con la madre Susanna, i suoi amori impossibili e privi di eros nei confronti di donne come Silvana Mauri, Laura Betti, Maria Callas, le sue discussioni e contraddizioni con gli amici più cari, la difesa appassionata della sua diversità, non solo sessuale, ma anche di approccio alla vita e alla storia. La scrittrice di “Marianna Ucria”, a questo proposito, ha insistito molto sulla prevalenza, nella psicologia di Pasolini, delle passioni, dell’istintivita’ e, perfino, delle sensazioni, rispetto alla razionalità, nel suo continuo e tormentato rapporto con gli altri e con il potere. La Maraini pone anche l’accento, e più volte, sulla mitezza e sulla bontà d’animo, del suo amico Pier Paolo, come quando scrive: “Eri così mite, Pier Paolo, e così arrendevole che ogni volta mi lasciavi interdetta. Non ti ho mai sentito pronunciare una parola rabbiosa, o visto fare un gesto di stizza … nel tuo rapporto con gli amici, nella tua vita privata, eri l’uomo più paziente, docile, mansueto che io abbia mai conosciuto”.
Un ritratto di Pasolini, quello tracciato dalla scrittrice siciliana, che nel suo libro viene espresso con parole, espressioni e periodi che evocano conversazioni affettuosamente familiari, prive cioè di ricercatezze stilistiche e di orpelli retorici.
Un libro che accrescera’ senz’altro la conoscenza di uno dei più straordinari intellettuali italiani del ‘900.

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