Castello Orsini-Cesi di Sant’Angelo Romano: “preoccupante situazione sulla gestione”
Lettera aperta di Italia Nostra Lazio e altre associazioniIl 16 Aprile 2018: lettera aperta alla sindaca di Sant’Angelo Romano Martina Domenici sulla gestione del Castello Orsini-Cesi e del Museo Preistorico del Territorio Tiburtino-Cornicolano.
A sottoscriverla sono Alessandra Andò, dell’Associazione Sant’Angelo Romano – Economia e Territorio, Italia Nostra Lazio, Carlo Boldrighini, Italia Nostra – Sezione Aniene e Monti Lucretili, Vittorio Emiliani del Comitato per la Bellezza, Vezio De Lucia per Associazione Bianchi Bandinelli, Salviamo il Paesaggio – Roma e Lazio, il Comitato per il Risanamento Ambientale.
Nella nota, le associazioni impegnate da anni nella tutela e nella valorizzazione e fruizione pubblica dei beni ambientali e culturali del territorio, giudicano preoccupante la situazione che si è venuta a creare nel comune di Sant’Angelo Romano, dove l’amministrazione comunale ha lanciato, oltre sette mesi fa, un’indagine esplorativa sui possibili nuovi soggetti per la gestione del castello Orsini-Cesi, di proprietà comunale.
“Ad oggi – scrivono nella lettera aperta – siamo ad un punto morto, col risultato di una lunga ed inspiegabile chiusura dell’intero immobile e col conseguente nocumento di cittadini e possibili fruitori. Infatti, sia il noto e bellissimo castello, sia il museo preistorico ivi presente sono tenuti privi di orari di apertura al pubblico e, di fatto, senza soluzione su date o atti sui quali incardinare la futura programmazione degli spazi di museo e castello e le relative successive attività e iniziative.
Resta il fatto oltremodo doloroso che un museo chiuso fa perdere occasioni culturali ed economiche per l’intero territorio e segnatamente per le popolazioni scolastiche, mentre, dall’agosto scorso, si è creata una falsa aspettativa sulla possibile soluzione gestionale attraverso la redazione di un bando pubblico fantasma. La presente lettera aperta – sottolineano le associazioni – vuole essere anche concreto stimolo a chiarire le responsabilità amministrative sulla mancata soluzione del problema, facendo anche ricorso ad altre vie, compresa la Corte dei conti, per rappresentare i mancati introiti economici dovuti all’inspiegabile chiusura del prezioso immobile comunale”.
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