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Chi era Luigi Sabatini?

In sua memoria è stata deposta una nuova pietra d’inciampo il 21 gennaio 2022 in via dei Quintili n. 234, al Quadraro. Nuove notizie su di lui da Pierluigi Amen

Mentre continua l’iniziativa delle pietre d’inciampo (in tedesco Stolpersteine) – partita a Colonia nel 1992 per merito dell’artista tedesco Gunter Demnig per deporre nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti – anche al Quadraro è stata deposta una nuova pietra d’inciampo il 21 gennaio 2022 in via dei Quintili n. 234, in memoria di Luigi Sabatini.

Notizie (e la foto di Luigi Sabatini, per gentile concessione della famiglia) mi sono state inviate dallo storico Pierluigi Amen per questo articolo.

Le figlie: a sx Silvana e a dx Livia Sabatini

Lo storico segue ormai da anni una ricerca dettagliata su fonti attendibili, per conto dell’ANRP, soprattutto collega attivamente i fili della memoria nella ricostruzione dei componenti dell’ormai famoso e doloroso episodio di deportazione in massa chiamato dai tedeschi Operazione balena Unternehmen Walfisch*.

Luigi Sabatini

Luigi Sabatini nato nel 1897 a Pizzoli (AQ) fu rastrellato il 17 aprile 1944 e poi condotto insieme agli altri a Fossoli e quindi a Ratibor nell’Alta Slesia. Fu quindi destinato a Heydebreck al lavoro coatto. La località era sede di impianti chimici di proprietà della I.G. Farben. Il decesso avvenne il 7 agosto 1944 a Heydebreck a causa di un bombardamento aereo degli alleati e, secondo il verbale stilato dopo la guerra dalla commissione interministeriale che si occupava della redazione degli atti di morte, fu sepolto in un bosco. Nello stesso giorno e circostanza morirono (notizia assolutamente inedita, verificata dallo storico sugli originali certificati anagrafici di morte) anche altri due rastrellati del Quadraro, Stroppolo Luigi da Talmassons (UD) nato nel 1891 e Corona Giuseppe da Tertenia (NU) nato nel 1890. Stroppolo venne sepolto anch’egli nel bosco, mentre Corona nel Cimitero n° 3 di quel luogo non meglio identificato.

I citati con ogni probabilità si conoscevano già da tempo, vivendo nei civici adiacenti di quella zona di via dei Quintili. Le figlie Lidia e Silvana allora bambine, interpellate in merito sempre da Pierluigi Amen, ricordavano anche la notizia della loro morte riportata da qualcuno dopo la fine della guerra. Questa nuova pietra d’inciampo quindi, ha un’ulteriore valenza, cioè in qualche modo sopperisce ad una mancanza, ad una scomparsa forse definitiva, perfino delle ossa di quanti non poterono tornare a casa!

Lo storico mi ha anche comunicato che il Rastrellamento del Quadraro deve essere considerato, a maggior ragione, una vicenda italiana e non solo romana, visto che i comuni di nascita dei rastrellati sono oltre 160, disseminati in tutte le regioni. Non a caso il Presidente Mattarella lo scorso 25 aprile ha ritenuto – per la prima volta – di dover apporre una corona al monumento alle vittime del Quadraro nel Parco XVII Aprile 1944, notizia pubblicata dal nostro giornale https://abitarearoma.it/la-festa-della-liberazione-nei-quartieri-del-v-municipio/ – Aggiungo che pochi giorni dopo quella occasione, avendogli inviato una copia delle tre edizioni del mio libro Operazione balena Unternehmen Walfisch ho potuto avere una sua lettera autografa che ringraziava me ed il dott. Massimo De Simoni, che tanto ha contribuito a diffonderlo.

Nelle foto il nuovo Presidente del Municipio V Mauro Caliste, le due figlie di Sabatini, Livia e Silvana, la pietra di inciampo. La foto di Luigi Sabatini, è pubblicata su internet a cura della storica Stefania Ficacci che si è occupata anche della cerimonia in qualità di incaricata della valorizzazione della memoria storica del V Municipio.

 

*Operazione balena Unternehmen Walfisch Roma 17 aprile 1944: nazifascisti al Quadraro. Terza edizione riveduta e documentata – Edilazio 2013

Questa terza edizione del libro “Operazione Balena”, con la presentazione di Aldo Pavia, comprende la testimonianza Sisto Quaranta e di Augusto Gro, deportati dal Quadraro il 17 aprile 1944, ma anche il racconto della loro vita durante il Fascismo e dopo il ritorno a Roma alla fine della guerra, con tutte le trasformazioni culturali e del territorio che questo ha significato; si aggiunge l’intervista a Lorella Ascoli, figlia di Michele Ascoli, sfuggito alla deportazione ma catturato al Quadraro e non riconosciuto fortunatamente, in quanto ebreo, in quella circostanza. La storia del territorio comprende articoli a cura di G.Giannini, P.Grella, A.Palumbo, poiché la memoria ha un valore di identità ed uno formativo ed informativo. Nelle centonovantotto microcittà delle quali è composta Roma, il Quadraro si è posto quindi come un “paese nella città” ricco di una sua importante storia idro-geologica, archeologica, urbanistica, ambientale, sociale e resistenziale infine, che aspira ad essere maggiormente conosciuta, così come è importante sapere come questi luoghi fossero gli unici a Roma dove si respirava, nonostante tutto, un’atmosfera di effettiva libertà, il famoso nido di vespe con le significative voci delle periferie romane, come partecipazione di massa, che non si sottomettevano alla violenza ma vi si opponevano attivamente.

http://www.edilazio.com/pubblicazioni.asp?action=readone&idcollana=17&idautore=95&idpubblicazione=148

 


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