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Da Pietralata al Parco di Tor Tre Teste e ritorno

Resoconto di una passeggiata cronistica

Domenica 16 febbraio 2020, giornata serena e propizia ad una camminata lunga da Pietralata, fino al Parco di Tor Tre Teste, dopo una settimana di duro lavoro, culminata nell’evento molto impegnativo Altre Lingue-Achille Serrao presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

Un evento ricco di emozioni, di incontri e di tensione organizzativa.
Fortunatamente e grazie ad un esemplare lavoro di squadra (grazie soprattutto a Paula Gallardo e Rita Bastoni, Manuel Cohen, Anna Maria Curci e Cristina Polli) tutto è andato per il meglio ed è stata una grande soddisfazione osservare un pubblico così attento, mentre seguiva sui libretti di sala i testi declamati dai poeti venuti dalle diverse regioni italiane e seguire l’onda canora dei cori che hanno contrappuntato l’eccellente reading poetico.
Nell’osservarlo, non ho potuto resistere alla tentazione di scattare dal tavolo della presidenza una foto (qui riprodotta nonostante sia malriuscita).

Quindi passeggiata lunga, dicevo, confortata da un sole sempre più caldo con il passare delle ore, durata circa tre ore e spicci dalle 9,17 alle 12,35, tra andata e ritorno e un giro del parco (del mio parco) e tanti abbracci con amici podisti che ancora conservano un buon ricordo di me e del mio impegno ambientalista, sportivo, poetico.

Un parco dal quale hanno tratto origine e ispirazione l’associazione Amici del Parco, l’Atletica del Parco, il sito poetidelparco.it

Quello di Tor Tre Teste è e resta un gran bel parco, anche se meriterebbe maggiori cure. Ed è stata una grande gioia ripercorrerne i vialetti e ammirare gli alberi e riempirsi gli occhi del verde dei prati, sempre animato da varia e continua presenza umana (la vera autentica forza di sicurezza e di dissuasione per vandali vari e per la sua preservazione).

Per la cronaca nel parco (con partenza ed arrivo presso l’impianto di Atletica di largo Cevasco) era in corso una gara di orienteering cui hanno partecipato un buon numero di persone di tutte le età.
L’orienteering è uno sport che premia chi riesce a esplorare con sicurezza un territorio sconosciuto. È caratterizzato da una gara a cronometro dove i partecipanti usano una mappa dettagliata per raggiungere i punti di controllo scegliendo il percorso migliore.
Uno sport quindi che consiglierei a molti residenti invece di lagnarsi in continuazione e limitandosi a questo.

Ho fatto sosta nell’impianto di atletica “Antonio Nori”, sempre ben tenuto, e che rappresenta una gioia per i miei occhi e un motivo di orgoglio per me e per tutti gli amici che hanno condiviso con me un’epica battaglia durata 10 anni per vederlo realizzato ed utilizzato.

Al ritorno, uscendo dal parco sono passato da via Campari, ho comprato il giornale nell’edicola di Emanuele e salutato affettuosamente gli amici che stazionano davanti all’edicola discutendo del più e del meno (io li ho battezzati anni fa, cumulativamente come “Montecitorio”).

Ho visto passare il mitico (per i suoi ritardi e salti di corsa) 556 (capolinea Anagnina).
Alla fermata sul lato opposto (davani al Laboratorio Lepetit) ho chiesto ad una signora utente in attesa se le corse, dopo il prolungamento del percorso, erano regolari, ma con un gesto di diniego mi ha risposto di non parlare italiano. Già, sui mezzi pubblici gli italiani (ed io tra questi) sono sempre meno. Mi informo comunque da altri e la risposta è: “Più o meno come prima”. Cioè non bene.

Risalgo per via Campari, passo davanti al bar di Simone (con le serrande desolatamente chiuse. Peccato, un’altra presenza importante che se ne è andata, impoverendo il quartiere).
Passo davanti all’edicola all’altezza di via dei Berio, chiusa ormai da anni (che tristezza!) e attraverso il giardinetto di via Lepetit.

Da qui mi si apre nel tratto sottostante la Prenestina Bis una bella visione: quella del playground funzionante e frequentato da molti bimbi e genitori e nonni.

Un gran bel vedere ed una conferma che il suggerimento dei cittadini sulla sua collocazione è stato vincente e di buon senso. Cioè di collocarlo in una zona frequentata e vicina alle abitazioni (quindi sotto gli occhi degli abitanti: la migliore vigilanza possibile con la frequentazione). Altro che relegarlo nella valletta dei cani, dove il Municipio aveva deciso in un primo tempo di collocarlo.

Ora il Municipio dovrebbe renderlo maggiormente accessibile in sicurezza, creando magari un piccola area di parcheggio (non si capisce perché un parco così importante per tutto il municipio non debba avere accessi muniti di parcheggi adeguati) anche rubando alcuni metri alla superficie a verde (tra l’altro nel nostro caso brullo e incolto), una rotonda ed un accesso più sicuro.
Una proposta utopica?

Abbandono il playground, non senza aver scattato qualche foto (contravvenendo ad un patto con me stesso: quello di rilassarmi e di non farmi prendere, oggi, da nessuna voglia di documentare e fare reportage). Ma giornalisti si è h24. E quindi nel ritorno fotografo anche un vialetto che dalla Prenestina porta a Casale Rosso e poi alla Togliatti. E, anche qui, foto. Con un’inquadratura insolita nello sfondo delle case popolari del Quarticciolo (come documenta la mia infelice foto).

Dalla Togliatti e, dal suo caotico e variopinto mercato domenicale, mi sposto poi verso l’ex Auchan (ora Conad) e imbocco via Grotta di Gregna. Nel frattempo passa il 450 ed è forte la tentazione di salire a bordo anche perché la stanchezza incomincia a farsi sentire. Ma resisto. Alcune centinaia di metri più avanti, dopo via Collatina Vecchia, mi incuriosisce vedere il lavoro fatto per ripulire parte del “parco che non c’è” e fotografo i cancelli e, inutilmente, i cartelli che non indicano minimamente che tipo di lavoro si stia svolgendo. Ci sono un paio di ruspe ferme; è domenica.

Non si capisce se siano in corso lavori di semplice sgombero del vasto degrado preesistente oppure di una realizzazione di una parte del mitico “parco… che non c’è”.

E in effetti tre nomadi che entrano da un viottolo a lato di uno dei due cancelli all’altezza di via del Flauto angolo via Grotta di Gregna, a cui chiedo mi rispondono: “Si dice che stanno facendo un parco…”

Mi informerò appena potrò.

 

V. L.


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