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Donna Olimpia, chi era costei?

Il personaggio che sta dietro il nome della piazza

Tutti noi conosciamo piazza Donna Olimpia con i suoi grandi palazzi popolari, linea di confine tra Monteverde Vecchio e Nuovo. Ci abbiamo preso un caffè, comprato un giornale, oppure siamo andati a prendere figli e fratelli alle vicine scuole elementari. Ma chi era questa “donna Olimpia”?

Olimpia Maidalchini, divenuta Pamphili dopo aver sposato in seconde nozze l’anziano fratello di colui che poi divenne Papa Innocenzo X, ai romani non piacque mai, tanto da essere soprannominata “la Pimpaccia di Piazza Navona”, bersaglio frequente delle frecciate anonime affisse sulla statua del popolare Pasquino (una delle più gustose, di certo, quella che la definiva “Olim Pia, Nunc Impia” ossia “Una volta Pia, ora Empia”).

Donna energica, arrogante e, a quanto pare, avidissima, conquistò nella seicentesca Roma maschilista grandi ricchezze e potere, tanto da essere definita una “papessa”. Caduta in disgrazia dopo la morte di Innocenzo X, venne esiliata da Roma dal  nuovo Papa Alessandro VII  e così fu costretta a ritirarsi prima a Orvieto e, infine, nei suoi possedimenti a San Martino al Cimino, nel viterbese. A San Martino  morì (di certo dannata, almeno per i romani che l’accusavano di avere sottratto due forzieri colmi di denaro nascosti sotto il letto del Papa morente).

E sembra che, anche dopo la morte, la “Pimpaccia” non abbia smesso di perseguitare i romani: salendo ogni notte a mezzanotte su un cocchio nero, trainato da cavalli infernali dagli occhi di fiamma, percorrerebbe le strade al galoppo,  sprizzando scintille, da Villa Pamphili fino a Trastevere, presso Santa Maria in Cappella passando sotto l’arcata del restaurato acquedotto di Traiano che scavalca l’Aurelia antica e si chiama “Arco di Tiradiavoli”.

Secondo molti testimoni in passato non pochi incauti cittadini, incappati sfortunatamente sul percorso della carrozza, si sarebbero gettati terrorizzati nel Tevere da ponte Sisto, per evitare la spettrale visione. Insomma, per dirla con Pasquino:  Chi dice donna, dice danno – chi dice femmina, dice malanno – chi dice Olimpia Maidalchina, dice donna, danno e rovina.


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