Dopo le proteste dei residenti, il Comune blocca la seconda antenna a San Saba

La decisione di installare una nuova antenna di tipo Srb al civico 2 di via Zuccari aveva scatenato dissenso tra i residenti, già preoccupati per la presenza di un'altra antenna a pochi metri di distanza, installata anni fa

Una clamorosa vittoria per i residenti di San Saba e per il comitato “No antenne a San Saba”! Il Comune di Roma ha annullato l’autorizzazione per l’installazione di una seconda antenna nel quartiere, segnando un’importante battaglia vinta nella lotta contro l’invasione delle infrastrutture telefoniche nel cuore della città.

La mobilitazione dei cittadini, coordinata dalla “Rete comune inquilini Ater”, ha dato frutti straordinari. “È una grande soddisfazione,” esultano i membri del comitato, celebrando quella che definiscono una “vittoria dei cittadini”.

La decisione di installare una nuova antenna di tipo Srb al civico 2 di via Zuccari aveva scatenato un’ondata di proteste tra i residenti, già preoccupati per la presenza di un’altra antenna a pochi metri di distanza, installata anni fa. La creazione del comitato è stata una risposta decisa alla prospettiva di vedere il proprio quartiere invaso da ulteriori strutture simili.

Il comitato aveva sottolineato come i benefici economici derivanti dalla locazione dell’antenna fossero irrilevanti rispetto ai danni alla valorizzazione degli immobili. “I presunti guadagni – avevano argomentato – sono annullati dalla svalutazione e dal deprezzamento degli immobili, estendendosi anche alle proprietà vicine esposte alle onde elettromagnetiche.”

Iliad, l’operatore incaricato dell’installazione, aveva difeso il progetto affermando che l’autorizzazione era stata concessa “da tutti gli organi e le amministrazioni competenti”, assicurando il rispetto delle normative vigenti. Tuttavia, l’8 agosto scorso, l’amministrazione comunale ha intrapreso un’azione per annullare l’autorizzazione in autotutela.

Questo provvedimento ha evidenziato gravi lacune nel processo decisionale. Il dipartimento urbanistica ha riconosciuto che l’iter che ha portato al “silenzio assenso” era viziato da un difetto istruttorio.

Iliad non aveva dimostrato che tutte le alternative precedenti erano “impossibili o insufficienti”, come richiesto dalla normativa. Inoltre, l’amministrazione ha ammesso di non aver seguito la procedura introdotta da un decreto legislativo del 2021, che avrebbe obbligato a una consultazione pubblica adeguata.

Nel frattempo, i cittadini di San Saba guardano con speranza alla ripresa del dibattito in Aula Giulio Cesare sul nuovo regolamento capitolino per la “Regolazione della localizzazione, installazione e modifica degli impianti di telefonia mobile e tecnologie assimilabili”. Questo regolamento sarà cruciale per salvaguardare il patrimonio storico e architettonico di Roma e per garantire la salute dei suoi abitanti.


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