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Ieri sabato 30 marzo 2013 Franco Califano ci ha lasciato. Il giorno prima, venerdì 29, se n’era andato per sempre Enzo Jannacci. Nell’arco di 24 ore Roma e Milano sono privati di due tra i più significativi simboli.
Franco, «er Califfo», «ero bello esagerato» diceva di sé. Ma i suoi numerosi ammiratori. lo chiamavano «il maestro». Indubbiamente è stato un autore di brani classici della canzone italiana, un interprete di successo, un poeta, un attore, un protagonista delle cronache per le sue amicizie pericolose e le sue rischiose abitudini.
Al di là delle sue vicende legali, Franco Califano è stato un personaggio, un seduttore (è stato da giovane attore di fotoromanzi), si è imposto come autore di alcune delle più belle canzoni italiane: «Minuetto», «La musica è finita», «E la chiamano estate», «Una ragione di più», ed ha scritto testi di canzoni per gli interpreti più prestigiosi, a cominciare da Mina. Ha composto «Gente de borgata» per Wilma Goich e Edoardo Vianello.
Il 18 marzo aveva cantato nella sua città, al Sistina. Nella fase ultima della sua vicenda terrena aveva avuto la soddisfazione della riscoperta da parte delle nuove generazioni, Fiorello gli ha dedicato una delle sue imitazioni più popolari, i Tiromancino hanno registrato con lui, come hanno fatto jazzisti importanti come Stefano Di Battista.
Di lui resterà senz’altro indelebile la canzone «Tutto il resto è noia», divenuta emblematica del suo personaggio e che oggi ricanteremo, convinti che, senza di lui, si accrescerà la nostra personale noia.
Si aprirà domani mattina, lunedì 1 aprile 2013, alle ore 10.00 la camera ardente per Franco Califano.
La camera ardente sarà allestita nella Sala della Protomoteca in Campidoglio e rimarrà aperta fino alle ore 19.00.
Le esequie del cantautore sono previste per martedì 2 aprile, nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo.