Fumata nera per l’aumento dei biglietti di bus e metro: incontro fiume in Regione Lazio, finisce in un nulla di fatto

Il punto cruciale restano le tempistiche. Secondo alcune stime, l'implementazione di qualsiasi modifica al sistema di bigliettazione richiederà almeno tre mesi

La questione dell’aumento del biglietto del trasporto pubblico a Roma continua a essere un puzzle irrisolto dopo una lunga riunione di tre ore, tenutasi mercoledì 11 settembre.

All’incontro, che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale ai Trasporti Fabrizio Ghera, dell’assessore alla Mobilità di Roma Eugenio Patanè e dei sindacati di categoria, è emerso un quadro complesso e in continua evoluzione.

I sindacati hanno proposto un incremento significativo del costo del biglietto singolo per i turisti, portandolo da 1,50 a 2,50 euro.

Questa misura, secondo Natale Di Cola della Cgil, avrebbe dovuto servire a “dare un segnale ai romani” e a generare maggiori risorse per migliorare la qualità dei servizi. Di Cola ha anche suggerito che l’aumento potrebbe portare a un recupero di risorse tale da finanziare ulteriori miglioramenti nel trasporto pubblico.

Tuttavia, il Campidoglio ha deciso di rinviare la decisione finale alla Regione Lazio, mentre la Pisana ha chiesto maggiori sforzi da parte di Roma Capitale, suggerendo una tariffazione differenziata in base all’Isee.

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno espresso preoccupazione per le fasce di popolazione più vulnerabili, sostenendo che l’aumento dei biglietti per i residenti sarebbe inaccettabile.

La Uiltrasporti Lazio ha sottolineato la necessità di evitare ulteriori oneri sui cittadini già provati dalla crisi inflazionistica. Anche la Cisl ha parlato di “fumata nera”, invitando le amministrazioni a non procrastinare ulteriormente e a prendere una decisione concreta.

L’assessore alla Mobilità di Roma, Eugenio Patanè, ha evidenziato la necessità di trovare 22 milioni di euro per chiudere il Piano Economico Finanziario di Atac e stipulare un nuovo contratto di servizio.

Patanè ha dichiarato che le opzioni sono chiare: “o un aumento dei biglietti o un incremento della quota del Fondo Nazionale Trasporti”. La Regione Lazio ha finora fatto quanto possibile, sostenendo le richieste in conferenza Stato-Regioni e trasferendo 9 milioni di euro al Comune.

Il punto cruciale resta la tempistica. Secondo le stime, l’implementazione di qualsiasi modifica al sistema di bigliettazione richiederà almeno tre mesi. Questo tempo è necessario per aggiornare i software di Atac, i biglietti cartacei e per informare adeguatamente gli utenti.

Inoltre, la differenziazione dei costi basata sulla residenza implicherebbe controlli aggiuntivi e una possibile “dematerializzazione” del biglietto, con conseguenti aggiornamenti tecnologici significativi.

Ghera ha ribadito che la Regione è pronta a fare la sua parte, come dimostrato dallo scorso anno con il trasferimento dei fondi extra. Tuttavia, ha espresso riserve riguardo all’aumento universale del biglietto a 2 euro, ritenendolo dannoso per le fasce più deboli della popolazione.

La Regione potrebbe decidere di utilizzare parte dei fondi aggiuntivi per sostenere Roma, ma ciò dipenderà dalle future decisioni del Consiglio Regionale.

In sintesi, la questione dell’aumento del biglietto resta aperta, con molteplici interessi e preoccupazioni in gioco.


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