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Germania 1974, due italiani, due triestini si incontrano su panchine opposte per Italia-Haiti

La Storia crea spesso dei paradossi, ma questa storia non è solo paradossale

Basta con Nereo Rocco, deve ritirarsi. Cesare Maldini allena il Milan senza meriti. Gustavo Giagnoni poi, va di moda. Ma le sembra serio uno che va in panchina col colbacco, per scaramanzia? Il migliore è Ferruccio Valcareggi.”. (Intervista di Ettore Trevisan, CT della Squadra di Calcio di Haiti s Guglielmo Zucconi, giornalista del Quotidiano La Stampa di Torino, 7 Gennaio 1974)

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Ci sono volte nella vita, in cui la Dea bendata che chiamano Fortuna bussa alla tua porta e tu devi saper cogliere l’attimo. Ci sono volte nella vita, in cui ti si offre l’occasione di salire sulla Giostra e tu devi esserne capace, altrimenti la Fortuna non ti cerca più. Nel 1973, la Fortuna ha bussato alla porta di casa di Ettore Trevisan, triestino, Classe 1929, ex giocatore e allenatore di calcio di Squadre poco importanti. Lui ha aperto, è salito sulla giostra ma non ha saputo restare in sella a uno dei cavalli per il tempo necessario ad entrare nella Storia (del Calcio) e, una volta sceso, la Fortuna non l’ha più cercato.

Quella che leggerete, tra breve, è la sua storia, la storia di Ettore Trevisan, ma è anche la storia dei Mondiali di Calcio del 1974, in Germania e non solo di quelli. Insomma, quella che leggerete, tra breve, è una storia complicata, che nessuno, forse, ricorda, ma che vale la pena di conoscere, facendo, certo, un passo alla volta.

La storia ha inizio nel 1973. Manca meno di un anno all’inizio dei Campionati del Mondo di Calcio del 1974 che si disputeranno in Germania, quando al Centro Tecnico Federale della FIGC di Coverciano arriva una telefonata da Haiti. Il Presidente della Federazione Nazionale Gioco Calcio dell’Isola caraibica, un Generale dell’Esercito, chiede all’Italia di fornire alla Squadra di calcio di Haiti un Allenatore, meglio un Commissario Tecnico, avendo il Paese di “Bebè Doc” tutte le intenzioni di partecipare ai prossimi Campionati Mondiali di Calcio, made in Germany, con la sua Nazionale.

Come e perché il Paese haitiano abbia deciso di cercare proprio in Italia il CT per la sua Nazionale di Calcio resta (e resterà) un mistero. E un mistero resta (e resterà) il perché l’Italia del Calcio nazionale, al tempo comandato (in tutti i sensi, in quanto Presidente della FIGC e della UEFA, la Federazione Gioco Calcio Europea) da Artemio Franchi, abbia risposto positivamente a quella richiesta. Sta di fatto che per quell’incarico Artemio Franchi si dà molto da fare e alla fine, non potendo inviare un Allenatore di peso, designa Ettore Trevisan, triestino, Classe 1929, ex giocatore e allenatore non di peso tra quelli disponibili a trasferirsi nel Paese caraibico, non certo un Paese tranquillo, e a lavorare per un compenso non certo ragguardevole.

Com’è, come non è, Trevisan accetta e parte per Haiti con un Passaporto quasi diplomatico, fornitogli dal Ministero degli Esteri italiano, nel quale una riga recita: “Consigliere Speciale della Nazionale Italiana di Calcio”. Trevisan è pagato dal nostro Ministero degli Esteri che, nel suo Bilancio, iscrive quello stipendio sotto la voce: “Contributi per Paesi in Via di Sviluppo”. Dunque, la Nazionale di Calcio di Haiti ha un CT italiano, nominato e, pagato dall’Italia, che allena una Squadra straniera, la quale vuole  partecipare agli stessi Campionati del Mondo di Calcio a cui partecipa l’Italia. A volte, la Storia sa essere ben strana.

Chi comanda ad Haiti, ovvero arresti, torture e uso industriale del machete

Quando Ettore Trevisan arriva ad Haiti, al timone del Paese c’è Jean-Claude Duvalier, il figlio di Francois Duvalier, Medico e Padre-Padrone del Paese, noto per questo come “Papà Doc”, uno che in campagna elettorale diffondeva volantini con una sua foto con accanto il Padreterno che gli teneva una mano sulla spalla.

Ad Haiti, la parola democrazia e la parola diritti non trovano traduzione concreta nella lingua locale (e nemmeno nel francese, che si parla nelle alte sfere del Paese). Quando comandava “Papà Doc”, se qualcuno non era d’accordo con quanto lui decideva, arrivavano i Tonton Macoute, ovvero gli uomini della Polizia Segreta haitiana, e tutto “tornava alla normalità” voluta da Casa-Douvalier.

Il sistema poliziesco e repressivo avviato da “Papà Doc” regge, evidentemente, anche con il figlio, Jean-Claude, detto “Bebè Doc”. E’ lui a volere l’Allenatore italiano per la Nazionale di calcio del Paese che deve arrivare ai Mondiali tedeschdel 1974e se per farlo bisognerà pagare, tranquilli, “Bebè Doc” sa dove mettere le mani.

Dunque, Trevisan arriva a Port-Au-Prince e trova una squadra di calciatori  denutriti, con nessuna visione di gioco e ancora meno disciplina, sul campo e fuori. Si arriva agli allenamenti spesso spompati da notti brave all’insegna del sesso e poi solo un paio di elementi sanno cosa sia il gioco del calcio. Trevisan allora si rimbocca le maniche, comincia dall’abc del pallone: possesso della palla, gioco in difesa, gioco aereo e attacco e mette in piedi una Squadra quanto meno dignitosa, con un paio di elementi di spicco.

A Novembre-Dicembre 1973, ci sono le Qualificazioni Continentali e Haiti – che le gioca in casa – si difende, nonostante Squadre come il Messico, ma soprattutto Trinidad e Tobago, la bestia nera delle Squadre di quel Torneo. Poi arriva il moneto dell’incontro Haiti-Trinidad e Tobago. Gli haitiani segnano 2 gol ma quelli di Trinidad ne fanno 5. Peccato che l’Arbitro Enriquez gliene annulli ben quattro. Il tutto, senza che la Squadra di Trinidad  e Tobago protesti. Lo fa il Messico, ma non succede nulla. Haiti si classifica ai mondiali tedeschi, qualcuno è felice, qualcun altro torna sconsolato a casa e qualcun altro ancora prende l’areo con una valigia piena di soldi. L’Arbitro internaazionale Enriquez, l’anno dopo quella prodezza di arbitraggio, verrà radiato per corruzione.

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Dunque, Trevisan ce l’ha fatta. Ha portato Haiti ai Mondiali in Germania, anche se con un aiutino non di poco conto. Ma non si godrà i frutti della vittoria, infatti ai sorteggi in Germania lui non va, ma “Bebè Doc” manda il suo Vice. Cos’era successo?

Era successo che Trevisan era stato intervistato – via telefono – da Guglielmo Zucconi, firma prestigiosa del Quotidiano torinese La Stampa, e – oltre a consegnare al giornalista le affermazioni non certo lusinghiere sugli Allenatori italiani, che avete letto all’inizio – l’Allenatore triestino a domanda risponde che lui potrebbe dimettersi il giorno prima dell’incontro Italia Haiti; che un triestino non può lavorare per far vincere l’avversario dell’Italia, (che, tra le altre cose, lo ha mandato lì e lo paga). E ancora Trevisan dice che i calciatori haitiani sono dei poveracci che guadagnano 120-140mila Litre  (i più bravi, s’intende) e ne spendono un terzo per l’affitto di baracche sporche e fatiscenti. “Se vuole sapere cos’è la povertà” – dice Trevisan a Zucconi – “venga a dare un’occhiata”. Insomma, la Squadra di Haiti e fatta di poveracci, il Governo del Paese è quanto meno “invadente” (eufemismo) e poi Ferruccio Valcareggi (Trieste, 12 febbraio 1919 – Firenze, 2 novembre 2005), il CT italiano, triestino come lui e che lo conosce bene, gli telefona almeno una volta a settimana per avere notizie della Squadra di Haiti.

Non avesse mai parlato: uno che viaggia con un passaporto quasi diplomatico dovrebbe sapere cosa sia la diplomazia, spesso silenzi e, ipocrisia e non detto. Invece Trevisan parla e gli haitiani si alterano (altro eufemismo).  Se fosse stata una guerra, lui sarebbe stato accusato di “intelligenza con il nemico” e per gli haitiani quella è una guerra, perchè il volere di “Bebè Doc” non si discute, né si contrasta, in alcun modo. E così Trevisan viene accompagnato (le cronache non dicono se con gentilezza o meno) all’Aeroporto di Port-au-Prince con destinazione Italia. Chi lo accompagna ha in mano una copia del quotidiano La Stampa, del 7 Gennaio 1974, che riporta l’intervista di Zucconi a Trevisan.

E così Trevisan arriva in Italia, ancora esibendo, alla Dogana, quel Passaporto che lo qualifica come “Consigliere Speciale della Nazionale Italiana di Calcio”, senza magari essersi nemmeno reso conto di quanto quella riga su quel Passaporto lo abbia diciamo così aiutato, in quel di Haiti.

Così, quando l’Italia di Ferruccio Valcareggi incontra la Squadra di Haiti: il sorteggio aveva deciso per quell’incontro, quasi un derby, vista la città di provenienza dei due CT, Trevisan la partita se la vede da casa, in Italia.

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Noi, l’Italia, nulla avremmo da temere da Haiti. Siamo i Vice-campioni del Mondo uscenti e negli ultimi due anni nessuno ci ha segnato un gol: nemmeno l’Inghilterra, nemmeno il Brasile. E allora, può farci paura la Squadra di Haiti?

Eppure, allo scadere del primo minuto del primo tempo di quella partita, Haiti infila la porta italiana difesa da Dino Zoff. Risultato: Italia 0 Haiti 1. Poi, l’Italia vincerà per 3 a 1, ma l’impressione di quel gol haitiano era stata grande – ricordava troppo da vicino il gol inflittoci dai coreani nella partita dei  19 Luglio 1966, che ci era costata l’esclusione dai Campionati del Mondo inglesi – e la Storia del Calcio la ricorda ancora, anche se questa storia – la storia di Ettore Trevisan, Commissario Tecnico nel Paese di “Bebè Doc” – è una storia allora taciuta che, oggi, chiede solamente di essere raccontata. Ettore Trevisan, che quella trasferta haitiana non aveva reso famoso nel mondo del calcio, muore a Trieste, il 12 Novembre del 2020.

Pro- Memoria per la Storia (del Calcio)

Quella 10^ Edizione della Coppa Rimet fu vinta dalla Germania Ovest che, ai primi di Luglio del 1974, batté l’Olanda per 2-1, nella Finale disputata all’Olympia Stadium di Monaco di Baviera.

L’Italia di Ferruccio Valcareggi non disputò, invece, il Mondiale che ci si aspettava da quella Squadra-bunker. Giovanni Arpino su quei Mondiali tedeschi e l’Italia scriverà un libro intitolato “Azzurro Tenebra”, titolo che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni e racconta bene del crollo della nostra Squadra in quella prova mondiale a cui ci eravamo presentati – come avete letto – da Vice campioni del mondo in carica.

 

Nota finale: queste righe sono state rese possibili dall’ascolto del Podcast di Rai Radio 1 intitolato: “Torture, fughe e vendette, Germania 1974, Ettore Trevisan, la Fortuna bussa solo una volta”, scritto e letto da Francesco Graziani. Ascoltabile qui:  https://www.raiplaysound.it/audio/2024/07/Torture-fughe-e-vendette—Germania-1974-Ep05-Ettore-Trevisan-La-fortuna-passa-una-volta-sola-18db6d64-4490-415e-8ce1-ae590dc677f2.html


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