Il Consorzio Aic dalla parte del quartiere dalla sua fondazione

La sua sede è in via Meuccio Ruini, 3 a Colli Aniene, di cui ha costruito un terzo degli edifici

L’Associazione Italiana Casa (Aic) opera dal 1958 per la soluzione dei problemi abitativi dei cittadini. Da essa ha tratto origine nel 1964 il Consorzio Aic, a cui aderiscono 3400 soci iscritti. Il Consorzio ha assegnato ai suoi soci 6000 alloggi, ne ha in corso di realizzazione oltre 1000.

La sua sede è in via Meuccio Ruini, 3 a Colli Aniene, quartiere di cui per un terzo dei suoi edifici ha contribuito alla costruzione.

L’Aic ha sempre perseguito l’obiettivo ambizioso di costruire per i soci abitazioni economiche, dotate di tipologie architettoniche di buona qualità ed inserite in un contesto atto a favorire momenti di socialità. E’ intervenuta positivamente nel processo di autogestione dei servizi per il miglioramento della vivibilità e lo sviluppo delle attività socio-culturali dei quartieri.

Oggi il Gruppo Aic offre un sistema di nuovi servizi all’abitare quali: il recupero edilizio dei centri storici e riqualificazione urbana delle periferie, la manutenzione, gestione e amministrazione dei fabbricati, servizi immobiliari, gestione condomini

Una storia gloriosa ed esaltante quella del Consorzio di cui è bene conservare memoria. Oggi ci troviamo con il presidente del Consorzio Fabrizio Scorzoni, 61 anni ben portati, è stato tra l’altro presidente dell’VIII Municipio, per parlare della situazione odierna e delle prospettive.

Com’è la situazione attuale? 

Il settore immobiliare che costituisce il core business del Consorzio è da tempo in grave difficoltà stretto nella morsa del negativo rapporto finanziario del nostro settore (non considerato appetibile ma a rischio) con le banche che ci costringe a rivolgerci ai Fondi, ma anche con i Fondi la situazione resta assai problematica. Come se ciò non bastasse in questi ultimi 5 anni abbiamo di fatto avuto un blocco delle opere a scomputo da parte dell’amministrazione Raggi che ci ha penalizzato seriamente. Questi fattori rendono assai problematica la nostra attività ed il rapporto con i nostri soci. Anche se con la pandemia abbiamo tuttavia assistito ad una crescita del risparmio familiare e all’emergere di un orientamento verso una maggiore richiesta di superfici abitative più ampie ingenerata dalle costrizioni dovute al lockdown.

Quali sono gli obiettivi e le prospettive del Consorzio Aic?

Innanzitutto è per noi prioritario completare i programmi. Noi operiamo fin dal 1964 realizzando e assegnando ai nostri soci immobili di qualità, confortevoli, all’avanguardia sotto il profilo prestazionale e all’insegna della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico. Abbiamo finora realizzato più di 6000 appartamenti a Roma e provincia. Per noi resta fondamentale il rilancio dell’edilizia.

E oltre a questo?

L’Aic, anche per la sua lunga storia di grande organizzazione di utenti nell’edilizia abitativa, si candida a fare la sua parte nella riqualificazione, del recupero urbano

Sempre più incisivo deve diventare l’obiettivo della riqualificazione energetica. I nostri programmi dispongono di dotazioni tecniche e caratteristiche progettuali tali da ottenere la classe energetica “A”; gli ultimi progetti raggiungono la classe “A4”, la più alta, puntando all’obiettivo di emissioni e consumi energetici “quasi 0”, come previsto dal Decreto n.26/06/2015.

Progettiamo adottando avanzate tecniche costruttive e impiantistiche che ci consentono di realizzare edifici a basso fabbisogno energetico, soddisfatto in gran parte con energie rinnovabili, limitando così al massimo i costi di gestione della casa e mantenendo al contempo un elevato comfort ambientale

Da tempo stiamo operando per la salvaguardia dell’ambiente e per ottenere un risparmio delle risorse energetiche per ottenere una riqualificazione degli immobili già costruiti.

Un altro tema che ci vede fortemente impegnati è quello del Il Superbonus 110%. Il Decreto “Rilancio Italia” del 19 maggio 2020 n.34 ha introdotto il Superbonus 110%,
una misura di incentivazione, valida dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, che consente ai cittadini di raggiungere gli obiettivi di una casa più efficiente e sicura effettuando lavori a costo zero alle proprie abitazioni.

Come si è evoluto il rapporto con i soci?

Purtroppo è da tempo scomparso il vecchio, consolidato rapporto che stringeva in un legame solidaristico e cooperativo il socio con il Consorzio e che ha prodotto risultati non effimeri sia nel campo abitatio, che sociale e culturale. Oggi più che in presenza di soci siamo spesso alle prese con clienti e questa carenza di rapporto, ultimamente si è ancor più evidenziata a causa della pandemia che ha ingenerato una maggiore diffidenza nei rapporti sociali. Per quanto riguarda il Consorzio restano tuttavia fermi la centralità del socio e l’assenza di finalità speculative che ci consentono da sempre di investire risorse e capitale umano nei temi della qualità, del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale.

Rigenerazione urbana, soprattutto nelle periferie, qual è il punto di vista del Consorzio?

Noi abbiamo denunciato con forza l’immobilismo nell’approvazione di progetti per la realizzazione di servizi essenziali e lanciato la sfida all’amministrazione a Cinque Stelle guidata da Virginia Raggi: se tutto deve restare fermo che sia il Comune a portare avanti le opere necessarie a tutti quei quartieri nati abusivamente a partire dagli anni cinquanta e poi riconosciuti da successivi strumenti urbanistici. Il Coordinamento unitario dei consorzi di autorecupero e Aic Recupero hanno fatto sentire in più occasioni la propria voce in Campidoglio e in altre sedi.

Nei conti correnti aperti presso la Banca di credito cooperativo di Roma da circa 101 associazioni e consorzi sono depositati da quasi cinque anni oneri concessori versati da migliaia di consorziati per un totale di 42 milioni di euro. Si tratta di un importo ingente che, sia per volontà che per incapacità tecnica del Comune, non solo non viene impiegato ma viene abbattuto per il pagamento dei premi fideiussori di circa 120mila euro all’anno.

E per Colli Aniene?

Anche nel nostro (e l’aggettivo nel nostro caso è appropriato) quartiere, il Consorzio vuole fare, come sempre la sua parte per dotarlo ulteriormente di servizi e di spazi di socialità, contribuendo ad una rinascita del quartiere a cui devono concorrere in una rete civica tutti i cittadini, le loro associazioni e gli imprenditori operanti nel territorio.

E anche per una rinascita del quartiere e di Roma confidiamo nell’avvento di un’Amministrazione che faccia meno annunci e più fatti sulla rigenerazione della città, un tema fondamentale sul quale occorre un deciso cambio di passo.

 


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